Autore Topic: Erotismo ed arte  (Letto 872 volte)

Doxa

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Erotismo ed arte
« il: Ottobre 09, 2020, 16:44:07 »
In questi giorni una nube narcotica pervade il forum. Per  dargli vitalità voglio argomentare sul binomio erotismo ed arte.

L’erotismo è anche arte.


 Antonio Canova: “Amore (=Eros) e Psiche”, 1787 – 1793, Parigi, Museo del Louvre

Pablo Picasso era convinto che non ci sia differenza tra erotismo ed arte.

L’arte erotica non conduce alla pornografia, non induce a realizzare opere per ottenere l’eccitazione sessuale,  ma la contemplazione dell’espressione sessuale. L’erotismo è la sublimazione della sessualità in arte. Sublimazione nota fin dall’antichità.


“Fauno e Baccante”,  questo affresco era in una domus di Ercolano; oggi conservato presso il museo archeologico nazionale di Napoli

I cosiddetti moralisti non riescono a cogliere  nella sessualità anche  l'aspetto estetico, che può divenire creazione artistica che esprime realtà e immaginazione. 

La scrittrice e danzatrice francese Valentine de Saint-Point (1875 – 1953) nel 1913 pubblicò il “Manifesto della lussuria”, dedicato a quelle donne che la pensano come lei ma non hanno il coraggio di dirlo e a tutti quelli per cui questa parola è ancora sinonimo di peccato, vizio o vanità.
In questo “manifesto” Valentine ribadisce che la lussuria snaturata da ogni valenza moralista è  anche una forza creatrice artistica, l’eros può diventare un’opera d’arte.

mr.blue

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Re:Erotismo ed arte
« Risposta #1 il: Ottobre 09, 2020, 16:50:03 »
Devi dirlo all'intelligenza artificiale di google che non è capace di distinguere le immagini erotiche dalla pornografia, censura quasi tutto.

Doxa

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Re:Erotismo ed arte
« Risposta #2 il: Ottobre 09, 2020, 17:49:42 »
L’erotismo e la sessualità  esprimono pulsioni, suscitano l’immaginario, l’evasione dalle ipocrisie degli stereotipi morali. Ma l’artista per secoli ha dovuto celare, velare, mascherare, occultare la propria espressione creativa dagli  sguardi censori: religiosi, politici, sociali e culturali.

L’arte erotica induce a forme di creatività e di espressione estetica, non alla pornografia; una rappresentazione pornografica non ha finalità artistiche ma vuol solo  suscitare il desiderio sessuale in chi la guarda.
Quando un’opera viene considerata pornografica, essa perde le caratteristiche normalmente attribuite all’opera d’arte. Esse sono fra loro alternative.

Il realismo nel descrivere i corpi nudi è una forma d’arte, anche religiosa,  per esempio il tema iconografico di “Susanna e i vecchioni” , ispirato dall’omonimo episodio biblico narrato nel capitolo 13 del “Libro di Daniele”. Numerosi sono i dipinti  di famosi artisti ispirati da questo tema.


Artemisia Gentileschi: “Susanna e i vecchioni”, 1610;  Collezione Graf von Schönborn, Pommersfelden

Il pittore tedesco Lucian Freud (1922 – 2011), nipote di Sigmund Freud, ha dipinto anche dei nudi in modo realistico, ma senza l’intento di eccitare chi guarda i suoi quadri. Nei ritratti ci sono persone con difetti della pelle, chiazze, proporzioni del corpo prive di fascino e di sex appeal.
Ecco due esempi


Lucian Freud: “Ragazza con cane bianco”


Lucian Freud: "Ragazza nuda che dorme"

Ovviamente ci sono spettatori psicolabili che potrebbero usare queste immagini artistiche per eccitarsi sessualmente... 

Foto di nudi ci sono  anche nei libri di medicina, ma non possono essere considerate pornografiche né artistiche.

Platino

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Re:Erotismo ed arte
« Risposta #3 il: Ottobre 09, 2020, 18:31:43 »
"In questi giorni una nube narcotica pervade il forum. Per  dargli vitalità voglio argomentare sul binomio erotismo ed arte. L’erotismo è anche arte."
Doxa, sottile arte anche nello scrivere, una delle muse silenti che ascolto in me, spesso ignoro per altre strade o meglio scritti. L'erotismo è materia assai varia, immensa come personale, non è nulla da condividere con la pornografia. Si gode di un sorriso malizioso, di un paio di gambe accavallate nel nylon, dello sguardo penetrante di un uomo o della sua espressione tra la barba...   

presenzadiritorno

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Re:Erotismo ed arte
« Risposta #4 il: Ottobre 09, 2020, 19:53:01 »
Mi fate venire in mente una riflessione di qualche mese addietro tra amici a proposito di erotismo e pornografia, vi regalo un passo e soprattutto le parole di Anais Nin, esempio di grande letteratura erotica al femminile.

In genere si pensa che sia l'erotismo, e non la semplice pornografia, a scatenare le fantasie sessuali più potenti. In realtà, se c’è qualcosa che ruba i sogni delle persone, cristallizzando il loro immaginario erotico e congelando qualsiasi estrosa fantasia, è proprio la pornografia, con le sue storie tutte uguali e quelle scene che, nel tempo, deludono sempre più spesso le aspettative delle persone, costringendole a cercare  nuove produzioni.
 Ogni nuova offerta di materiale pornografico dopo i primi cinque minuti è già vecchia: i protagonisti del porno si somigliano tutti, fanno tutti più o meno le stesse cose, i loro organi sessuali sembrano pezzi di carne esposti al mercato. Ed i sogni, le fantasie, l’emozione dell’incontro con l’altro ? Tutto azzerato ai minimi termini, alla semplice raffigurazione esplicita di soggetti erotici  a scopo commerciale per chi produce, voluttuario per chi consuma. L’intento artistico in queste produzioni proprio non c’è. Pornografia del resto è una parola che viene dal greco (‘porneia’- prostituzione e gràphein- scrivere) e rappresenta il sesso senza sentimenti, quello che si fa con le prostitute, in incontri occasionali, impersonali, spesso violenti. Tutto viene descritto nei particolari o mostrato allo zoom delle telecamere in maniera talmente iperrealistica da sconfinare nell’assurdo, come quando un pene in primo piano occupa un intero schermo  perdendo le sue reali caratteristiche e diventando una sorta di moderno totem.  La scrittrice Anais Nin, che per bisogno di denaro,  era stata costretta a scrivere di pornografia, racconta, ad esempio, che tale attività era diventata per lei una strada verso la santità, invece che verso la dissolutezza. Diceva la Nin: II sesso perde ogni potere quando diventa esplicito, meccanico, ripetuto, quando diventa un’ossessione meccanicistica. Diventa una noia non mescolarlo all’emozione, all’appetito, al desiderio, alla lussuria, al caso, ai capricci, ai legami personali, a relazioni più profonde che ne cambiano il colore, il sapore, i ritmi, l’intensità. L’ esame al microscopio dell’attività sessuale, con l’esclusione degli aspetti che sono il carburante che la infiamma (componenti intellettuali, fantasiose, romantiche, emotive) tolgono al sesso la sua struttura sorprendente, le sue trasformazioni sottili, i suoi elementi afrodisiaci. Il mondo delle sensazioni in questo modo appassisce, muore di fame. La fonte del potere sessuale è la curiosità, la passione: il sesso non prospera nella monotonia. Senza sentimento, invenzioni, stati d’animo, non ci sono sorprese a letto. Il sesso deve essere innaffiato di lacrime, di risate, di parole, di promesse, di scenate, di gelosia, di tutte le spezie della paura, di viaggi all’estero, di facce nuove, di romanzi, di racconti, di sogni, di fantasia, di musica, di danza, di oppio, di vino…"
Trovo meravigliosa questa definizione della Anais Nin. A questo punto se vogliamo una relazione con l'altro, ripeto se la vogliamo allora dobbiamo allinearci e condividere l'erotismo. Quanto a me, oggi guardo alla vita con desiderio ed erotismo, con passione e amore perché è questa la lettura più giusta.



Doxa

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Re:Erotismo ed arte
« Risposta #5 il: Ottobre 10, 2020, 09:11:17 »
La mitologia greca e quella romana  sono costituite da numerose fonti, spesso usate nel passato dagli artisti per l’ispirazione creativa e la realizzazione dei loro manufatti.

La tradizione artistica di derivazione mitologica o cristiana consentiva la raffigurazione del corpo nudo, soprattutto femminile, in particolare nelle numerose rappresentazioni di Venere o di altre dee e ninfe.

Un esempio fra i tanti è la nudità femminile “reattiva”, se viene guardata da occhi maschili “indiscreti” mentre fa il bagno, e la conseguente punizione dell’uomo, come nel mito della dea Atena che punisce Tiresia oppure della dea Artemide che trasforma in cervo  Atteone. 

Artemide (= Diana nella mitologia romana) mentre faceva il bagno nuda in un laghetto insieme ad alcune ninfe  viene vista da Atteone mentre passava durante una battuta di caccia.

La dea, per impedirgli di raccontare ciò che aveva visto, lo trasformò  in un cervo.

Atteone si accorse della sua modifica corporea solo quando, scappando,  giunse a una fonte, dove poté specchiarsi nell'acqua. Mentre si guardava venne raggiunto dalla muta dei suoi 50 cani, resi furiosi da Artemide, che, non lo riconobbero e lo  sbranarono.

Dall’inizio del ‘500 il bagno di Artemide-Diana con le ninfe diede ai pittori il pretesto per dipingere nudi femminili in paesaggi ricchi di contrasti tonali.

 
Joseph Heintz il Vecchio: “Diana e Atteone”, 1590 -1600; Vienna, Kunsthistorisches Museum.
Atteone è vicino la roccia sporgente, ha in mano una lancia,  vede  Diana e le sue ninfe mentre si fanno i bagno. La dea è piegata in avanti e con la mano raccoglie l’acqua per gettarla sugli occhi di Atteone. 



Francesco Albani: “Atteone trasformato in cervo”, 1617 circa; Parigi, Museo del Louvre.
Sulla destra c’è Atteone che, come racconta Ovidio, per caso scopre Diana e le sue ninfe al bagno; le sette compagne di Diana (in Ovidio sono dieci, di cui sette chiamate per nome) appaiono turbate; due ninfe cercano di coprire la nudità di Diana con un grande velo. La dea, al centro dell’opera, punta il dito contro Atteone in segno di vendetta, e sulla testa dello sfortunato cacciatore appaiono i primi segni della metamorfosi, le corna da cervo. Questo particolare differisce dalla fonte ovidiana, in cui Diana dà l’avvio alla trasformazione gettando dell’acqua in faccia ad Atteone.




« Ultima modifica: Ottobre 13, 2020, 07:40:52 da Doxa »

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Re:Erotismo ed arte
« Risposta #6 il: Ottobre 11, 2020, 14:46:29 »
Un altro noto artista dell’erotismo è Gustav Klimt.

“Il bacio” è il dipinto che permise al pittore austriaco di avere il riconoscimento del suo contributo all’arte.  Le  sue opere precedenti erano state quasi sempre osteggiate e criticate, poiché ritenute oltraggiose per il contenuto erotico e provocatorio che le caratterizzava.


Gustav Klimt, "Il bacio", 1907-1908, Vienna, Österreichische Galerie Belvedere.

Il “Bacio” è dipinto su uno sfondo in oro con decorazioni a mosaico, tecnica che Klimt studiò e vide a Ravenna. 

Al centro della tela l'uomo si china per baciare la donna, inginocchiata su un prato fiorito con particolari dorati.

Il viso della donna è racchiuso tra le mani dell’uomo. La donna abbraccia l’uomo e si abbandona al suo bacio, anche se mantiene piedi e mani contratti, come a voler mostrare ancora un po’ di resistenza.

La parte dorata  che  avvolge l’uomo presenta delle figure geometriche colorate,  mentre in quella della  donna  ci sono decorazioni con piccoli mazzi di fiori e figure tondeggianti.


Un altro interessante dipinto di Klimt a sfondo erotico è titolato “Danae”.


Gustav Klimt: “Danae”, 1907 – 1908, Vienna, Galerie Würthle.

Danae, principessa di Argo, è un personaggio della  mitologia greca. Secondo il mito Zeus si trasformò in pioggia dorata per fecondarla. Dalla loro unione nacque Perseo.

Klimt  raffigura l'episodio come se si fosse svolto in un sogno: Danae è ripiegata su sé stessa in posizione fetale,  sta dormendo e la pioggia dorata la sta per fecondare. La donna ha la  bocca semiaperta ed è il momento  in cui sta per raggiungere l’orgasmo,  lo si deduce dalla mano lievemente contratta. 

Sulla sua sinistra, guardandola, c’è la pioggia d’oro, che evoca i mosaici bizantini, sulla destra, invece,  c’è un velo di tipo orientale.

Vicino la zona genitale della donna un piccolo rettangolo nero simboleggia il sesso maschile.

Klimt, segue seconda parte
 

Doxa

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Re:Erotismo ed arte
« Risposta #7 il: Ottobre 11, 2020, 15:09:53 »
Klimt, seconda parte

Altro dipinto erotizzante di Klimt: “Allegoria della scultura”.


 Gustav Klimt: “Allegoria della scultura”, 1889, dipinto ad acquerello.

Al centro c'è la nuda personificazione della scultura, arricchita  con ornamenti: quello per la raccolta dei  capelli, un braccialetto a forma  di serpente sul braccio destro ed un altro sul polso della mano sinistra, gli  orecchini e una collana d'oro. Nella mano sinistra la donna sorregge la piccola statua che rappresenta dea della Vittoria con una corona d'alloro, in equilibrio su un globo.

Dietro di lei è raffigurata la grande testa che simboleggia Hera (= Giunone), la Hera Ludovisi; in basso, la statua dello “Spinario” (il ragazzo con la spina nel piede), dietro di lui il mezzo busto che rappresenta la dea Athena Parthenos. 


Nel 1896 Klimt dipinse un'altra versione, denominata "La scultura" nella quale sono presenti meno dettagli.

 
Dietro al nudo femminile  c’è un campionario scultoreo di teste, ispirate dalla statuaria greco-romana; sul bordo inferiore una testa di donna.   
Ai lati della superficie il pittore, simulando il rilievo, scrisse in alto a sinistra  il titolo del dipinto: “sculptur”, sulla destra, invece, scrisse la data e l’autore dell’opera.
 
Ecco le due versioni a confronto:


 
Gustav Klimt ritrasse i temi della femminilità e dell’erotismo non solo sulle tele, ma anche nei disegni. Le sinuosità traccian corpi levigati, amanti intrecciati, donne sole durante la masturbazione, ecc., quasi a voler scoprire il mistero della sensualità femminile.

L’aspetto erotico femminile fu quasi sempre tenuto nascosto nel passato perché considerato peccaminoso.
 
I suoi disegni anticiparono l’arte erotica di Egon Schiele del quale Klimt fu mentore.


Doxa

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Re:Erotismo ed arte
« Risposta #8 il: Ottobre 12, 2020, 14:51:29 »
Un allievo e amico di Gustav Klimt fu il pittore  austriaco Egon Schiele (1890 – 1918), morto a 28 anni di età per l’epidemia di “influenza spagnola”. Fu un esponente del primo espressionismo viennese. Realizzò circa 340 dipinti e 2800 tra acquerelli e disegni. 

Nel primo '900 era diffuso il collezionismo di opere erotiche per la sola contemplazione privata, ed Egon offriva ritratti di donne nude, corpi contorti e spesso incompleti. Raffigurava le donne senza falsi pudori.

Uno dei quadri rappresentativi di Schiele, é certamente “L’abbraccio (Gli amanti)”


Egon Schiele, “L’abbraccio” (o “Gli amanti”), 1917, olio su tela.

Questa scena raffigura l’abbraccio di due amanti dopo il coito, distesi su una superficie indefinita.   
Il corpo teso dell’uomo pare non volersi sciogliere dall’amplesso, silente preludio all’imminente separazione.

Le opere di Schiele furono definite “scandalose” ma egli disse: "Nessuna opera d’arte erotica è una porcheria, quand’è artisticamente rilevante, diventa una porcheria solo tramite l’osservatore, se costui è un porco".

 Ve ne offro alcuni esempi.


Egon Schiele, “Ragazza nuda accovacciata”, 1917



Egon Schiele, Nudo con calze verdi, 1918



Egon Schiele, Amicizia, 1913
« Ultima modifica: Ottobre 13, 2020, 07:41:48 da Doxa »