S’impara a farne a meno
dello sguardo allo specchio
di un gatto a rovescio
di sabbia e forte vento
e pure del diverso.
S’impara a farne a meno
di una carezza mentre si cade a terra
dell’alba all’orizzonte
di sassi e uno spavento
e pure di un sentimento.
S’impara, perché se ne ha abbastanza
e ci si abitua e basta
e tutto appare superfluo
quando si sta a guardare
dietro ad una finestra.