Autore Topic: Scienza e amore  (Letto 2449 volte)

Doxa

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Scienza e amore
« il: Marzo 06, 2013, 17:38:23 »
Ho letto numerosi libri sull’amore di coppia e sul processo amoroso, che ha schemi di comportamento, "copioni" che si ripetono, pur con le variabili. Sono antichi "meccanismi" psicologici escogitati dalla natura per la continuità della specie.

Conoscere le "regole del gioco" è importante, perciò in questo topic voglio scrivere dei post su questo tema, dicendo quel che so, ed invito voi tutti a dire le vostre opinioni e quel che avete letto in merito. 
 
Il mio vuol essere un “viaggio” attraverso le fasi dell’iter amoroso, con l'aiuto degli scienziati che fanno ricerche, indagano i segnali sensoriali, i meccanismi ormonali, l’attività psichica che si combina con la neurofisiologia e la biochimica.

La dissezione scientifica  toglie all'amore  il velo di romanticismo passionale,  poetico,  però è un modo per  comprenderlo, per capire che l’iter amoroso si svolge come un percorso ciclistico a tappe, per ognuna delle quali oggi la scienza dà la spiegazione. Del percorso  e delle diverse fasi ci rendiamo conto solo a posteriori, perché  quando si è coinvolti è difficile capire in tempo reale quale tratto di “strada” si sta percorrendo. 

Le diverse fasi  del metaforico viaggio sono caratterizzate da scansioni temporali. Il traguardo finale è simbolicamente rappresentato dall’amore di coppia, ma spesso uno od entrambi i partner scelgono di fermarsi,  di non proseguire il processo amoroso.

L’itinerario comincia con l’attrazione, che può avvenire in ambiente reale oppure virtuale: forum,  chat, social network, e-mail,  telefonate possono creare idealizzazioni, che poi debbono essere  confermate o disconfermate  durante l’incontro vis a vis.

Se l’attrazione è reciproca, se la percezione di alcune caratteristiche esteriori (fisiche e comportamentali) riesce ad emozionare,  se in entrambi c’è la volontà di conoscersi ed il contesto permette l’approccio, comincia il dialogo, che permette, se possibile, il  feeling, la reciproca simpatia, ed anche di capire  se la persona può interessare come amico/a o come partner.

Se entrambi decidono di cominciare la relazione amorosa si entra nella fase della reciproca seduzione, alla quale  di solito segue  l’infatuazione, che è il primo livello dell’innamoramento, connesso  con l’attaccamento.

“Mi sto innamorando di te” , è la frase che di solito viene usata per dire al/alla possibile partner: “dentro di me sta nascendo l’affetto per te, forse è innamoramento, ma sei in tempo per bloccarlo oppure per darmi modo di andare avanti.”  La risposta serve per capire cosa l'altro/a pensa in merito, se il sentimento è reciproco, se la relazione deve proseguire o deve essere interrotta.

Molti giovani per timidezza od orgoglio temono di rivelare la loro infatuazione perché non sopportano la possibile sconfitta.
La “dichiarazione” è "rischiosa", un rifiuto fa svanire i “sogni ad occhi aperti”, ma comunque vada è importante tentare… se si tace per timore si perde la possibilità di sapere.

Innamorarsi è facile ed è un’esperienza piacevole, ma non è l’amore. L’innamoramento serve per creare le basi di un amore duraturo, ma chi resta ancorato all’utopia dello stato d’innamoramento finché vive può incontrare seri problemi nel costruire un durevole rapporto di coppia.
 
Infine c’è l’amore, ma anche la possibile crisi di coppia e, purtroppo, la fine dell’amore, la separazione. che spesso lascia conseguenze  psicologiche traumatiche.

Comunque, al di là di queste fasi, valide generalmente per tutte le coppie, la complessità della vita amorosa è legata a numerose variabili: la vita adulta è frutto delle esperienze, delle relazioni con i genitori e quelle che si incontrano crescendo, del rapporto che si ha con se stessi e con il proprio corpo, del grado di autostima e di accettazione del proprio essere e della propensione ad affidarsi all’interno di una relazione.
« Ultima modifica: Marzo 11, 2013, 09:10:22 da dottorstranamore »

Doxa

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Re:Scienza e amore
« Risposta #1 il: Marzo 08, 2013, 09:22:52 »
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Spesso, in modo sbagliato, vengono usate come sinonimi le parole  emozione e  sentimento,  attrazione fisica e bellezza o desiderio sessuale.

In questo post voglio dire cos’è un’emozione e cos’è un sentimento. Ma in modo sintetico perché dietro ai due concetti ci sono numerosi libri di neurofisiologi ed altri studiosi.

Emozione” deriva dal latino “emotiònem” ed è una parola  cosiddetta composta, formata dalla particella “e” (da “ex” = “fuori”, “esterno”) e da “mozione” col significato di “muovere”… all’azione.

Nel linguaggio figurato parlamentare la “mozione” è invece una proposta per promuovere una discussione e una successiva votazione su un determinato argomento.

“emozione”, “emotivo”, “emotività”, sono parole che indicano parte della fisiologia umana e che ci condizionano nella percezione della realtà. Tali termini li usiamo spesso  ma a cosa ci riferiamo ? Di solito pensiamo a stati soggettivi variabili per intensità  e di  durata variabile.

Le emozioni sono causate da stimoli (emotigeni)  di energia.
Gli stimoli possono essere esterni od interni all’individuo.  L’emozione causata da un fattore esterno è denominata "emozione esogena"; se viene suscitata dal proprio organismo si dice "emozione endogena", ad esempio quella provocata da un ricordo. 

Le emozioni provocano l’omeostasi, l'adattamento psicofisico,  per mantenere nel corpo l'equilibrio interno pur nel variare delle condizioni esterne. L’organismo reagisce con risposte biologiche, fisiologiche, tonico posturali, comportamentali, espressive mimico-facciali o di tipo linguistico.

Gli organi sensoriali (udito, vista, olfatto, gusto, tatto) sono i recettori periferici che trasformano gli stimoli emotigeni  in impulsi nervosi, li trasmettono al sistema nervoso centrale ed il cervello attiva la risposta dell’organismo (mente, corpo).  Oltre ai cinque  sensi alcuni studiosi comprendono i recettori che intervengono durante i movimenti del corpo e localizzati nei muscoli, nei tendini, nelle guaine muscolari.

Per quanto riguarda il sentimento (dal latino “sentimentum”), etimologicamente fa riferimento al “sentire”, al percepire con i sensi, ma per la psicologia il sentimento non dipende come l'emozione da un fugace stimolo esterno od interno al corpo; è collegato con l’affettività, i propri interessi e valori, può evolvere;  dura più a lungo delle emozioni, persiste nel tempo, si stratifica nella mente.   

I sentimenti e l'orientamento cognitivo influenzano il nostro essere nei confronti di persone o cose, motivano le scelte, condizionano le azioni, i percorsi di vita.

I sentimenti prevalenti caratterizzano l'individuo.  La strutturazione sentimentale comincia nei primi giorni di vita. Il neonato il primo sentimento che prova è quello dell’affetto verso la madre, la persona più significativa per lui. E’ la donna che gli offre la vita senza nulla pretendere.

L'affetto è una parola che deriva dalla lingua latina ed è composta da due due lemmi: "ad" e "facere", significa "fare qualcosa per".

L'affetto lega una persona a qualcuno o qualcosa, anche ad animali o vegetali.

Il termine viene usato per indicare una coinvolgente relazione personale. Infatti l’affettività viene manifestata con l’attaccamento.

Voler bene è un fatto misterioso. Improvvisamente divento indispensabile ad un’altra persona ed anche questa diventa per me necessaria, significativa: l’amo.

Per l’individuo adulto il sentimento d’amore è come una valigia. Dentro c’è l’affetto, la stima, la fiducia, il desiderio di stare insieme, l’erotismo, il sesso. Ma amare significa anche volere il bene del partner, aiutarlo nell’autorealizzazione.

L’amore è un sentimento intenso, di profondo affetto Si ama una persona per ciò che è, per le sue qualità fisiche e morali. La si sceglie non per necessità, per rimedio contro la propria solitudine, ma perché si desidera, c’è la voglia di stare con lei/lui.

Se ci si accontenta della prima persona disponibile ad instaurare la relazione si va incontro a dolorose delusioni.

Doxa

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Re: Scienza e amore
« Risposta #2 il: Marzo 11, 2013, 09:01:48 »
Le prime considerazioni sui criteri di scelta del/la partner furono di Charles Darwin nel suo saggio su “L’origine dell’uomo e la selezione sessuale”.

Si vorrebbe il/la partner ideale, ma è difficile, perciò ci accontentiamo…Chi non si trova in posizione di vantaggio in fatto di bellezza, status sociale od economico deve accontentarsi. Le donne cosiddette “brutte” e gli uomini poveri incontrano più difficoltà per l'accoppiamento.

I maschi diventano selettivi  nella scelta della partner quando accettano relazioni amorose a lungo termine, se pensano di sposarla.  Se invece sono orientati verso relazioni a breve termine diventano meno selettivi.

La  scelta maschile  si può considerare la “risposta” a quella femminile. Infatti nel lontano passato cominciarono le donne a selezionare gli uomini più fedeli e disposti a partecipare alla cura dei figli, al fine della sopravvivenza della famiglia. Le madri cercano soprattutto protezione e sicurezza per se stesse e per la prole.

Lo start-up dell'"iter amoroso" è l’attrazione, provocata da un'emozione che funge da interruttore per il “circle game” dell’amore.

Di solito nella realtà l’attrazione fisica verso una persona sconosciuta nasce nel primo incontro, invece  se la conoscenza comincia nell’ambiente virtuale e poi necessario il confronto reale per confermare o disconfermare l'idealizzazione.   

L’attrazione fisica è collegata con la bellezza, che è indefinibile.  Siamo capaci di riconoscerla ma abbiamo difficoltà nel descriverla. E’ una qualità che attribuiamo all'aspetto fisico di un individuo, all’arte, alla natura, ad un animale, o un oggetto. Non ha immutabili canoni di riferimento, non ha rigorose regole universali  che stabiliscono quali elementi considerare per esprimere con competenza il proprio giudizio estetico, non ha  criteri oggettivi riconosciuti validi da tutti.

Lo psicologo Marco Costa nel volume titolato “Psicologia della bellezza”, dice che le persone  generalmente concordano nel giudizio sulla bellezza di volti e corpi. La concordanza persiste anche  nel giudizio verso persone di etnia diversa o di diversa età. Quindi  il criterio per definire la bellezza non è completamente soggettivo. 

Anche il professor Stefano Zecchi nel suo libro “Le promesse della bellezza” dice che le persone sanno riconoscere la bellezza nella minoranza degli esseri umani che possiedono qualità estetiche indiscutibili e concordano nel giudizio, anche se c’è chi preferisce i capelli corti invece che lunghi, gli occhi chiari anziché scuri, ma la questione è se una persona sia bella o brutta indipendentemente dai gusti di chi l’osserva.

L’attrazione fisica è anche collegata con il desiderio sessuale. Eros, libido, desiderio, lussuria, sono le quattro parole semanticamente coinvolte.

L’immaginario erotico maschile è qualitativamente diverso da quello femminile.

Gli uomini preferiscono fantasie sessuali di tipo oro-genitale. voyeuristiche, poligamiche.

Invece le donne hanno l’immaginario sessuale più variegato. Ci sono quelle che preferiscono le fantasie esibizionistiche e pensano di essere guardate e toccate da un uomo molto eccitato; altre rievocano scene di amplessi. Sono numerose quelle che fantasticano di essere desiderate da più uomini oppure avere rapporti sadomasochistici. Il subire "violenza" rientra nell’immaginario femminile non patologico, ma come fugace pensiero, inaccettabile nella realtà.

Diversamente dagli uomini, le fantasie erotiche femminili sono spesso legate all’affettività, ai sensi.

L’immaginario a sfondo sessuale agisce da supporto al comportamento razionale. Rende desiderabile e soddisfacente il coito. Ma nella coppia le rispettive fantasie erotiche devono sintonizzarsi ed integrarsi.

Molte persone fantasticano poco e convivere con loro scolorisce l’esistenza. Altre si interdicono ogni fantasia sessuale ed hanno bisogno di immagini pornografiche per alimentare i loro desideri irrealizzabili.

Doxa

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Re:Scienza e amore
« Risposta #3 il: Marzo 15, 2013, 10:43:27 »
Il mio voler  incanalare  l’amore a lungo termine in un iter amoroso può sembrare assurdo.  Si può  imbrigliare questo sentimento soggettivo apparentemente irrazionale nell'autostrada del logico ?  Io credo di si. Occorre meditare sulle scansioni per capire che il normale “tragitto”  è un percorso a tappe, innato negli individui, perciò universale. L’iter amoroso esiste ma ce ne rendiamo conto solo a posteriori, perché  quando siamo i protagonisti il coinvolgimento in tempo reale non ci permette di distinguere se si tratta di “cotta”, idealizzazione od infatuazione.

Ovviamente l’itinerario “normale” può subire  “deviazioni” o diramazioni secondarie e soggettive, dipendenti dalla personalità degli individui e dalle circostanze.  A volte capita, come nel caso del cosiddetto  “colpo di fulmine” seguito dal  reciproco desiderio sessuale  da soddisfare entro breve tempo. 

Comunque sia mi sembra, come già detto nel primo post,  che  la parte iniziale “normale” dell’ iter amoroso in ambiente reale  sia il seguente:

il primo incontro: quando si vede per la prima volta una persona sconosciuta;
attrazione fisica  (se c’è);

approccio, che può essere diretto ed indiretto. L’approccio diretto comincia con la comunicazione interpersonale, quello indiretto con gli sguardi, la gestualità. Poi, se possibile, c’è l’avvicinamento ed il dialogo per capire se con l’interlocutore/trice ci sono affinità,  se c’è il reciproco feeling. Se tutto o.k. comincia la  seduzione, la voglia di rivedersi per conoscersi, “svelarsi”.

Alcuni elementi sopra elencati non sono peculiari dell’iter amoroso ma si presentano all’inizio di ogni relazione. Anche in un colloquio di lavoro  c’è il primo incontro (non è necessaria l’attrazione fisica),  l’avvicinamento, il dialogo , il feeling, l’eventuale  richiesta di un altro incontro per conoscersi meglio ed approfondire le competenze nella mansione.

Tornando al percorso  verso l’amore, debbo dire che se  non ci sono ostacoli subentrano nel tempo l’idealizzazione, l’infatuazione, l’attaccamento (connesso con l’innamoramento) e si arriva al traguardo finale dell’amore.

Paragono l’itinerario amoroso all’acqua che scaturisce da una sorgente in montagna: il rigagnolo scende a valle, durante la discesa accoglie altri rivoli e forma un torrente (primo periodo); il forte dislivello rende impetuoso il torrente (innamoramento), quando giunge in pianura scorre verso la foce in modo placido (l'amore).

Anche per l’amicizia il percorso  iniziale è uguale, ma non è necessaria l’attrazione fisica.

Siete d’accordo sull’itinerario da me ipotizzato ?

Doxa

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Re:Scienza e amore
« Risposta #4 il: Marzo 19, 2013, 07:30:25 »
Attrazione fisica/1

Il primo incontro, i due si guardano. Lo sguardo si sofferma sull’aspetto esteriore di lui/lei, e fa decidere se ci piace la sua bellezza corporea,  se suscita desiderio sessuale, se ci attrae (dal verbo latino “attràhere” deriva la parola italiana “attrarre”, che significa “tirare a sé”). 

L’attrazione tra due persone può avere diverse motivazioni. Qui mi limito a considerare l’attrazione fisica, detta anche “attrazione sessuale”, basata sui tratti somatici  (dal greco somatos = corpo) della persona che si guarda. E’  un processo mentale complesso  con diversi livelli funzionali collegati alla percezione, che organizza e sintetizza in forma dotata di significato i dati che provengono dallo stimolo visivo. L’effetto primario dell’osservazione permette di fare delle generalizzazioni sulle caratteristiche dell’individuo guardato; generalizzazioni che sono influenzate dalla propria personalità ed esperienze di vita.

Se il contesto e le circostanze permettono l’approccio basta un ciao, … e poi ? A prescindere dalle modalità di avvicinamento,  il saluto è il momento iniziale della comunicazione interpersonale. Il contatto comunicativo può essere sterile oppure favorire l’amicizia o l’amore.

L’iter per l’amicizia ha nella fase iniziale delle tappe in comune con la relazione amorosa:  il primo incontro, l'approccio, il dialogo, il feeling. Poi le strade divergono.

L’amicizia tra un uomo ed una donna può nascere dalla reciproca simpatia, dalle affinità  non è necessaria l’attrazione fisica, indispensabile invece per l’iter amoroso perché normalmente conduce  al coinvolgimento sessuale.

La scelta tra amicizia ed amore avviene  di solito all’inizio della relazione. Può anche capitare in “corso d’opera” di cambiare opinione. Ma tutto diventa più complicato se la scelta è unilaterale.

Può capitare  che l’amicizia,  l’amichevole rapporto di lavoro  nello stesso ufficio , evolvi verso l’innamoramento. La frequentazione induce a confidarsi, a condividere esperienze. Le  affinità caratteriali possono suscitare l'attaccamento, l’infatuazione, anche senza l’iniziale attrazione fisica. L’irrazionalità può spingere sessualmente verso l'altro/a; l’amico/a diventa anche oggetto del desiderio. Ma è attrazione fisica o il coinvolgimento emotivo-sentimentale fa improvvisamente sembrare gradevole l’aspetto della persona ? Quanto influisce nel cambiamento la tendenza all’isolamento e le difficoltà nel conoscere altri partner ?

Molti giovani sbagliano strategia con le ragazze: essi si comportano come amici, le ascoltano, ne diventano i “confessori” per settimane o mesi,  ma poi se ne innamorano. E queste di solito rimangono perplesse. Che fare ? Dirgli di si oppure no ? Dipende. Se anche  la donna  vuole il cambio di prospettiva accetta la modifica al rapporto, altrimenti  interrompe l’”amicizia”, nata come tale, e l’uomo perde un’amica ed una storia d’amore.

Se una ragazza reputa un ragazzo solo un amico significa che in lei non è scattata l’iniziale attrazione fisica e lo considera “asessuato”,  non entra  nel suo immaginario erotico.

Una mia amica mi ha raccontato l’evoluzione del suo rapporto da amicizia ad innamoramento: “Dopo esserci baciati per la prima volta io gli dissi:adesso non siamo più amici, e lui mi rispose: adesso non più, ...quel bacio interruppe l'esclusivo legame di amicizia e lo trasformò in amicizia amorosa: il mio ragazzo continua ad essere il mio amico.

Doxa

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Re:Scienza e amore
« Risposta #5 il: Marzo 21, 2013, 06:57:55 »
Attrazione fisica/2

Colpo di fulmine: modalità dell’attrazione fisica

A volte la vita ci sorprende, crea le circostanze per un incontro casuale e l’irresistibile "colpo di fulmine"…, la "folgorante" emozione.

Basta circa un secondo per decidere se un individuo ci piace.

I nostri occhi incontrano  per la prima volta quelli di un’altra persona e si percepiscono significati nascosti. Nella nostra mente entra in azione il meccanismo psicologico della proiezione, che ci fa percepire ciò che si vorrebbe, ci fa illudere…ma il cosiddetto colpo di fulmine raramente è reciproco, perché dipende dal proprio concetto di bellezza  che provoca una forte emozione in chi lo subisce. Fa considerare una persona fisicamente attraente o sessualmente desiderabile. 

L’attrazione crea una tensione fisiologica e psicologica che ci fa protendere verso la persona che ci piace.

E’ importante il sex-appeal, perché “gioca” con l’immaginazione, coinvolge varie parti del corpo con i suoi messaggi erotici: la voce,  il gioco degli sguardi, la bocca, i capelli, la gestualità, etc..

Perfino un profumo  può attrarre due persone. Ciascuno di noi ha un proprio particolare odore che può essere gradito o meno. L’olfatto orienta verso il desiderio sessuale. Se l’odore è fastidioso può bloccare la motivazione e la forza attrattiva perde d’intensità, s’interrompe la comunicazione non verbale.

Agli sguardi  possono seguire i reciproci sorrisi, poi, se possibile,  l’avvicinamento e la possibilità di dialogare. L’incontro ravvicinato può rafforzare il proprio giudizio iniziale verso l’interlocutore/trice, oppure può cambiare, può subentrare la delusione, che causa sofferenza, dovuta al conflitto tra il “cuore” e la mente. Il cuore rappresenta simbolicamente le aspettative collegate all’immagine, alla bellezza percepita nella persona, mentre la mente è collegata alla parte razionale, che fa ragionare e decidere se continuare la relazione.

Molti individui presumono che il colpo di fulmine indichi l’inizio del “grande amore”, invece sono due stati psicologici distinti e separati. Confonderli, o metterli in relazione tra loro, è sbagliato. La scelta del /la partner (quando è possibile scegliere…) non dipende dal caso o soltanto dall’attrazione fisica, ma è condizionata anche da fattori socio-culturali e da desideri inconsci.

Se improvvisamente restiamo affascinati da un persona, come nel colpo di fulmine, questa ci appare straordinaria, unica, tendiamo a volerla rivedere per parlarle. In tal caso, secondo il noto sociologo  dell'amore Francesco Alberoni,  “Pensiamo a lei per giorni e giorni e, più ci ritorna in mente, più ci sembra desiderabile. Non è più una ammirazione, è uno struggimento. E, ritrovandola, il desiderio si rinnova, si fa più intenso.”

Doxa

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Re:Scienza e amore
« Risposta #6 il: Aprile 20, 2013, 14:00:39 »
Bene, finalmente ritrovo il forum dedicato alla scienza nella sezione "Libri e lettura"dell'indice generale. ???

Ma in questo topic  non aggiungerò altri post perché sto sviluppando lo stesso argomento nel "cassonetto differenziato”.

Debbo un grazie ai nick che si sono occupati della temporanea scomparsa dell'argomento "scienza" e si sono attivati per farlo riapparire.  :rose: