Autore Topic: gli indifferenti  (Letto 655 volte)

Doxa

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gli indifferenti
« il: Aprile 21, 2016, 00:21:25 »
"Gli indifferenti” è il titolo di un libro scritto da Alberto Moravia e pubblicato nel 1929. L’autore si sofferma sull’incapacità  dei protagonisti del romanzo di volere e di vivere con indifferenza il declino sociale ed economico della loro famiglia.

Il sostantivo "indifferenza"  deriva dal latino “indifferentia”, parola composta da “in” privativo + “differentia”; quindi  indifferenza significa “senza differenza”.

Nell’ambito della psicologia l’indifferenza è l’atteggiamento di disinteresse, espresso in determinate circostanze verso persone o cose.

In filosofia l’indifferenza  può significare indecisione tra due alternative: non si sceglie né l'una né l'altra perché considerate ininfluenti ed incapaci di produrre cambiamenti rispetto alla condizione esistente. Quando infatti si deve scegliere tra due cose che presentano lo stesso valore la volontà è sospesa.

Nella definizione di indifferenza rientra la concezione religiosa dell’indifferentismo: questa dottrina sostiene che Dio  gradisce ogni religione. A tale convinzione si oppone la Chiesa cattolica, che pretende l’esclusività: “Fuori dalla Chiesa non c'è salvezza”. Il Cristianesimo si considera  una religione rivelata da Dio, perciò  l’unica vera religione.
L’iniziale fautore dell’indifferentismo religioso fu Jean-Jacques Rousseau, il quale nell’Emile afferma che Dio guarda solo alla sincerità delle intenzioni e che tutti possono servirlo rimanendo nella religione in cui sono stati educati o cambiandola a piacimento con qualsiasi altra.

L’indifferenza è spesso collegata all’individualismo che può indurre all’egoismo, ripetutamente condannato da papa Francesco. A Lampedusa, nel luglio del 2013, questo pontefice disse: “La cultura del benessere, che ci porta a pensare a noi stessi , ci rende insensibili alle grida degli altri, ci fa vivere in bolle di sapone, che sono belle, ma non sono nulla, sono illusioni del futile, del provvisorio, che porta all’indifferenza verso gli altri, anzi porta alla globalizzazione dell’indifferenza…. Ci siamo abituati alla sofferenza dell’altro, non ci riguarda, non ci interessa, non è affare nostro !”. Però papa Francesco si è dimenticato di aggiungere che l’eccessiva esposizione all’infelicità umana comunicata dai mass media può suscitare in molti individui l’indifferenza come meccanismo inconscio di difesa per “sopravvivere”. Infatti l’aumento delle informazioni non significa di per sé aumento di attenzione ai problemi altrui, se non è accompagnata da un’apertura verso la solidarietà.

L’ individualismo tende a far prevalere le proprie esigenze, gli interessi personali, anche se danneggiano gli altri. 
 
Nella società in cui viviamo si nota un dilagante individualismo, supportato da valori e modelli sociali che lo fanno percepire come giusto agire.

Il sociologo e filosofo polacco Zygmunt Bauman nel suo libro pubblicato nel 2001 col titolo  “La società individualizzata” afferma che il  modo di pensare di una società è alla base della costruzione dell’identità individuale. Nella società postmoderna il problema della costruzione dell’identità non riguarda più i mezzi da utilizzare, quanto il fine da scegliere. Proprio questa difficoltà nel dar senso all’esistenza, nel trovare i fini si riflette nella crisi di fede e nell’affermazione di forme di gratificazione fondate sull’immediatezza, sia nella sfera affettiva sia in quella del lavoro o dello svago.