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« il: Marzo 23, 2011, 22:24:00 »
Aprì la porta. La vide bella, sorridente, disinvolta. Aveva i lunghi capelli neri legati al di sopra della nuca che facevano risaltare il lungo collo adorno di un unico filo di perle. Indossava un tailleurino rosso scuro. Era perfetta, col tubino che le sfiorava il ginocchio, la camicetta panna che sblusava sotto la giacca sfiancata. La guardò così intensamente e così a lungo che lei, sorridendo, portò una mano su di un fianco e reclinando la testa da un lato gli disse:
- Restiamo qui? -
Come svegliandosi da un sogno che gli aveva fatto perdere il senso del tempo, sorrise anche lui. Si scostò da un lato e, accennando, un inchino, rispose:
- Mais non, Madame. Je suis enchanté! -
Risero entrambi e si ritrovarono l'una nelle braccia dell'altro, a guardarsi negli occhi. E nient'altro. Solo un profondo, reciproco sguardo, teso a carpire la profondità dell'anima.
Le prese una mano e s'incamminò verso il divano, mentre lei si divertì a seguirlo, un passo distante. Era divertita, affascinata e sicura di piacergli.
Sedettero. La musica, in sottofondo, dolcissima contribuiva a creare, insieme alle luci soffuse, un’atmosfera d’incanto.
Sul tavolino due bicchieri. Non le chiese nulla. Li riempì. Li sollevò, porgendone uno a lei che accettò quel liquido scuro, aromatico. Ne sentì il profumo, prima ancora di gustarne il sapore.
- E' questo... -
-Sì. E' questo. Ti piace?-
- L'odore sì, molto. -
-Assaggialo allora. -
-Sì.-
E, invece, continuò a passarlo ancora sotto le narici. Chiuse gli occhi quasi a mostrarsi visibilmente inebriata. Finalmente si decise a portare il bicchiere alla bocca. Con gli occhi ancora chiusi si fece sfuggire solo un:
- mmmmmmmmmmmmmm… -
- Ti piace?-
-mmmmmmmmmsì molto -
- Ne vuoi ancora?-
- No grazie -
- Hai fame?-
- Non... non saprei... forse sì - disse ridendo.
- Bene! Sono un ottimo cuoco, lo sai, vero? -
-Lo so perché me lo hai detto tu. Stasera sono qui per verificare - disse ancora sorridendo.
Il vino le aveva fatto venire caldo. Si decise a togliere la giacca. La camicetta le lasciava gli omeri leggermente ossuti, scoperti. La seta, appena trasparente, faceva intravedere chiari i contorni del reggiseno. L’incavo del braccio che sfiorava il seno certamente bello e la disinvoltura dei suoi gesti era una piacevole visione.
- Hai proprio fame?- le chiese raggiungendola, mentre con un unico movimento l'attirò a sé, costringendola, ancora una volta, a guardarlo.
-Sì... – si decise a rispondere con gli occhi profondi e provocanti.
Labbra dolci di vino, rosse di baci e di piccoli morsi ripetuti, alternati alla lingua che cercava e trovava l'altra, pronta a fondersi in un bacio lungo, profondo, coinvolgente.
- Come sei bella! -
Le mani accolsero quel viso, accarezzarono la nuca e sciolsero i capelli, che, lisci, le coprirono spalle e collo. Li scostò, piano. Incominciò a percorrerle il collo con la lingua. Aveva un'ansia di sentirla tutta che corrispondeva solo alla voglia che aveva lei di essere percorsa e assaggiata in ogni lembo di pelle. La vide allontanarsi ma solo per disfarsi, rapidamente, della camicetta.
Che strana ragazza! Bella, elegante, decisa, sicura di quel che voleva. Quante ragazze aveva conosciuto così? Ognuna si era mostrata bella ma indecisa, sicura ma scialba, decisa ma inelegante. Lei riusciva a prendergli la mente prima ancora dei sensi, tutti. La voleva, non solo per possederla. Voleva penetrarle la mente e il cuore. Conoscere di lei tutto arrivando a percepirle l'anima. Invece era sfuggente. Non nello sguardo, che rimaneva fisso nel suo. Anzi, era proprio quella capacità di sostenere il suo sguardo che lo inquietava fino a sconvolgergli i sensi.
La guardò mentre, ancora una volta sorprendentemente, si disfece della gonna. Dio com'era bella! La pelle, liscia, nuda, profumava. Aveva ancora il reggiseno e lo slip color panna e i sandali di vernice nera che le impreziosivano i piedi dalla caviglia sottile.
La spinse piano fino a farla sedere sul divano, mentre, inginocchiato avrebbe incominciato a percorrerla dai piedi. Sfilò prima un sandalo, poi l'altro. Con le mani percorse, in una sensuale carezza le lunghe gambe nude. Voleva ogni parte di lei, ogni profumo, ogni goccia del suo piacere, ogni gemito. E non avrebbe risparmiato alcuna energia...
I baci correvano lenti e profondi ad assaporare un piacere che diventava sempre più intenso. Tutt'intorno nascevano nuovi odori producendo crescenti umidità e turgori che inebriavano la mente e tutti i sensi.
Lei si fermò come decisa a cambiare rotta. Si fece scivolare dal divano sul tappeto ruotando il corpo, che da supino si ritrovò di fronte a lui ancora vestito. Gli sbottonò la camicia e incominciò a baciargli il torace. Scese lentamente fino alla vita. Si sollevò. Lo guardò mentre con le dita incominciò a percorrergli il contorno del sesso gonfio di un desiderio evidente che reclamava di venire alla luce.
Sorrise mentre gli guardava l'espressione concentrata, con le ciglia aggrottate e la bocca aperta in una smorfia di piacere che ogni momento cambiava, modellandosi sulle sensazioni che quelle dita, sfiorandolo, gli provocavano.