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Topics - Crisalide

Pagine: [1] 2
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Anch'io Scrivo poesia! / Gocce di luna
« il: Aprile 26, 2011, 23:27:19 »
Nel buio dell'anima
poche gocce di luna
ed è subito luce.
Una musica antica
a ritmo lento
mi riporta a te.
Ti sento.
Ti ascolto.
Ti vedo.
Da grumo indistinto
diventi una voce
e poi un volto.
Resta con me ora
calmami l'anima
scorrimi dentro.

2
15 minuti per creare / Il mistero della vita
« il: Aprile 24, 2011, 10:34:36 »
Lo guardo e mi perdo nell'azzurro dei suoi occhi. le mani minuscole si agitano come a voler volare. Nudo, con la testa poggiata nell'incavo del mio braccio, mi guarda cercando di capire che cosa sia quella piacevolezza bagnata che lo avvolge durante il bagnetto della sera.
E' vero. Un nipotino arriva quando dei figli ricordi la bellezza di alcuni momenti e lo stress delle mille cose da fare di allora.
Lui ora è qui e fra qualche giorno tornerà a vivere lontano. E tu ti godi il suo essere qui... il suo essere per te... meraviglia della natura che ti blocca la parola...


(Un abbraccio circolare a tutti... sono assente, lo so... ma ubi maior...  ;D e tanti auguri di Buona Pasqua)

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Altro / Vittima e carnefice
« il: Aprile 11, 2011, 15:41:24 »
Ho letto alcune pagine de' "Gli anni rubati" - Le memorie di Settimia Spizzichino...
Leggo ed è tutt'uno sentirmi lei, nuda, avvolta in una coperta, trasportata tremante di paura in un blocco esperimenti...
Tutto apparentemente è bello, diverso dal "campo", quasi un sogno ad occhi aperti...due letti con lenzuola e coperte, un lavandino nella stanza, l'infermiera che non vuole che beva acqua dal rubinetto e mi porta il "latte"... ma c'è un peggio che deve arrivare e che arriva, anche per me... sento sulla mia pelle la pomata spalmata dal medico polacco che fa esperimenti, iniettando batteri... la scabbia, il tifo, dozzine di malattie...

Soffro. Piango. Mi sento dilaniata dal dolore, dalla paura, ma non mi piego, resisto, non chino la testa... in silenzio attuo la mia muta resistenza... non so se ce la farò...di fatto sopravvivo...resisto... fino al giorno in cui riesco a farcela... e poi a raccontare...

Le emozioni scaturite da questa lettura mi spingono a prendere la penna...
Devo scrivere... come spesso mi accade. Ho un bisogno quasi fisico di scrivere, un'impellenza incontenibile...
Non ho idea di quel che scriverò e, come un automa, la mano si muove e la penna incomincia a scrivere...
Ti prendo
ti porto
ti spoglio
ti affamo...

... sto scrivendo da carnefice...

quelle parole messe in fila sul foglio mi sono entrate nell'anima tanto da essere passata, ora, dall'altra parte...come a cercare le ragioni dell'altro...

Scrivo, frettolosamente, quasi come se dovessi portare a termine un compito...
Nessun compito... solo l'urgenza di far fluire le emozioni che, forti, si sono affacciate fra mente e cuore, incrociando all'altezza della gola...

A volte cancello, quando non sento fluidità...
Non sono versi, eppure, quando scrivo qualcosa, devo sentire musicalità...

E’ dura questa musica... ma va avanti, fluida... fino alla fine...


Ti prendo

ti porto

ti spoglio

ti affamo.

Costringo il tuo essere uomo

o donna

o bambino

od anziano
ad essere solo

e null’altro che un numero

involucro privo di essenza.

Ti scavo

privandoti della tua identità

del tuo orgoglio

del tuo essere padre

o madre

o figlio

o nonno.

Diventi un automa

perché ti ho scavato il cervello

ho svuotato il tuo cuore

ho raschiato il tuo corpo.

Cosa!

Tu sei solo una cosa…

anzi no

neanche quella.

Sei un’ombra.

Ti prendo

ti schiaccio

ti umilio

ti scortico vivo

ti piago

rendendoti cavia.

Ti guardo

ti osservo

ti scruto

ti studio

ti porto a pregare

a sperar di morire

o, forse, a far solo finta di voler morire.

Sei furbo

sei forte

anche quando ti credo già vinto.

Hai dentro un potere che io credo di avere

e che, invece, tu hai per davvero.

Tu

creatura che il cielo vuole sopravvissuta

per poter raccontare

la morte della ragione

il trionfo della malvagità.

Ma tu

sai io chi sono?

Quest’io

mille volte crudele

mille volte clonato

in cento angoli della terra

in ogni tempo rinato?!

Strumento del male

capace di meschinità e sevizie

privato della ragione e del cuore?!

Armato di corda e fucile

di gas e batteri?!

Nasco

e rinasco

e rinasco ancora

come uno strumento

lucidamente inconsapevole

polverosamente volitivo

esattamente come te

perché il mondo sappia

che male e bene

esistono

l’uno in funzione dell’altro

esattamente come

il caos reclama ordine

l’irrazionalità richiama la ragione

il buio evidenzia la luce

l’odio esalta l’amore.

4
Introspettivo / Un'altra sigaretta
« il: Aprile 09, 2011, 20:01:10 »


Portò la sigaretta alle labbra. L’accese. Aspirò, a lungo, consapevolmente. Guardò il fumo uscire dalla bocca a piccoli cerchi bianchi, netti, diventare evanescenti e poi sparire in alto dove non li avrebbe più seguiti.
Sapeva di dover aspettare prima di rivederlo. Quel viaggio aveva costituito un’ennesima occasione per guardarsi dentro e cercare di capire. Ma che cosa c’era da capire in realtà? Nulla se non che lui era sicuramente una costante nella sua vita. Una boa alla quale si era aggrappata pur nella consapevolezza che non sarebbe mai affogata. La boa le dava sicurezza. Certezza che le entrava nelle vene e scorreva dandole una piacevolissima sensazione di familiarità.
Fra un po’ avrebbe sentito la chiave nella serratura girare. La porta si sarebbe aperta. Il suono conosciuto dei suoi passi sarebbe diventato sempre meno lontano. E lei avrebbe aspettato le sue mani sul collo e poi le sue labbra posarsi lievemente sostituendo le dita. Avrebbe chiuso gli occhi per assaporare ogni sensazione più intensamente. Poi, con un impercettibile movimento continuato, avrebbe ruotato il corpo sulla sedia fino ad incontrare con le sue le labbra di lui.
No, non c’era nulla da capire. Solo aspettare. Il suo ritorno sarebbe stato, come sempre, una piacevole sorpresa.
Un’altra sigaretta per aspettare ancora.

5
Introspettivo / Il senso del vivere...
« il: Aprile 08, 2011, 16:14:55 »

a giorni sarà pubblicata una silloge di racconti (non conosco ancora gli altri) fra i quali ce n'è anche uno mio, scritto un paio di anni fa e presente, ad ora, solo nel mio blog...


C'è un tempo anche per cogliere il senso del vivere

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15 minuti per creare / In attesa di Morfeo
« il: Aprile 06, 2011, 19:29:48 »
Mi sono messa comoda. Sdraiata sul divano a guardare il soffitto.
Cercavo di non pensare a nulla, ma i pensieri non ascoltano quando hai voglia di mandarli via. E allora mi sono resa conto di pensare a te. Era un pensiero dolce e amaro. Ti vedevo comparire, come in un sogno. Una sorta di nebbia ti avvolgeva, fitta. Non riuscivi a parlare. Mi imploravi con gli occhi, ed io sentivo tutta la tua pena, senza poter fare nulla per alleviarla. Non riuscivo a raggiungerti e avvertivo un senso forte di impotenza che mi bloccava, arti e parole.
Una farfalla piccola, dapprima ferma, ha preso forma a metà strada fra il soffitto e il mio viso. Aveva colori forti, scuri. Marrone, nero, viola.
Ha mosso le ali. Ha avviato il suo volo, dapprima incerto, poi sempre più sicuro. Si è posata sul mio naso, rimanendo immobile.
Quasi senza respiro per il timore che volasse via, l'ho osservata a lungo.
Finalmente il sonno mi ha raggiunto, spazzando via la tua immagine sospesa e l'alito della farfallina scura.

8
Letteratura che passione / Pablo Neruda - SE TU MI DIMENTICHI
« il: Aprile 02, 2011, 20:29:58 »

Voglio che tu sappia
Una cosa.
Tu sai com’è questa cosa:
se guardo
la luna di cristallo, il ramo rosso
del lento autunno alla mia finestra,
se tocco
vicino al fuoco
l’impalpabile cenere
o il rugoso corpo della legna,
tutto mi conduce a te,
come se cio’ che esiste
aromi, luce, metalli,
fossero piccole navi che vanno
verso le tue isole che m’attendono.

Orbene,
se a poco a poco cessi di amarmi
cesserò d’amarti poco a poco.
“Se d’improvviso
mi dimentichi,
non cercarmi,
chè già ti avrò dimenticata “

Se consideri lungo e pazzo
il vento di bandiere
Che passa per la mia vita
e ti decidi
a lasciarmi sulla riva
del cuore in cui ho le radici,
pensa
che in quel giorno,
in quell’ora,
leverò in alto le braccia
e le mie radici usciranno
a cercare altra terra.

Ma
se ogni giorno,
ogni ora
senti che a me sei destinata
con dolcezza implacabile.
Se ogni giorno sale
alle tue labbra un fiore a cercarmi,
ahi, amor mio, ahi mia,
in me tutto quel fuoco si ripete,
in me nulla si spegne né si dimentica,
il mio amore si nutre del tuo amore, amata,
e finchè tu vivrai starà tra le tue braccia
senza uscire dalle mie.

(Pablo Neruda)



9
Cinema e Tv / A single man
« il: Marzo 29, 2011, 21:49:18 »
l'ho visto tre giorni fa su sky e l'ho trovato delicato, profondo, realizzato molto bene nella scelta degli attori, nella fotografia, nei dialoghi.
Solo apparentemente lento, mostra in maniera singolare, quanto possa celarsi, in termini di sofferenza, nell'animo umano di fronte ad un lutto improvviso che determina  una situazione di equilibrio infranto per sempre.

Chi lo ha visto?

A single man - trailer


10
L'URLO




Sentiva arrivare da lontano una sorta di domanda che si affacciava alle labbra senza che riuscisse ad articolare una sola parola. La sentiva salire da dove si era localizzata, fra lo stomaco e le costole. Era una sorta di creaturache aveva incominciato a crescere senza che lui potesse nulla per opporsi.
Era una presenza che, da estranea e nemica, aveva incominciato a far parte della sua struttura fisica, ma più ancora di quella mentale.
Più cercava di focalizzare da che cosa avesse avuto origine, quanto sarebbe ancora cresciuta e che cosa gli avrebbe provocato e meno riusciva a trovare risposte.
Quel giorno riuscì ad essere inequivocabilmente lucido. Fu un solo momento. Una frazione di secondo. Capì che se non fosse riuscito a mettere fuori da sè quella sorta di escrescenza estranea che si nutriva dei suoi tessuti, ne sarebbe morto. Era una sorta di cancro la cui forza era alimentata dalla sua PAURA.
Ecco, in quel momento, salì alle labbra una parola, una sola... PAURA...
Aprì la bocca e con uno sforzo sovrumano decise di darle voce.
I muscoli dell'addome si tesero. La volontà si unì alla forza. L'alieno che lo aveva invaso, occupato, radicandosi nei suoi muscoli, nelle vene, nella linfa, fu risucchiato in un vortice incontrollato, una sorta di ciclone proteso verso l'alto.
Un urlo sovrumano, mortalmente terrificante, proiettò la PAURA fuori, lontano, lanciandola nell'etere con una tale forza che mai sarebbe stato possibile rivederla tornare.

11
Anch'io Scrivo poesia! / Sola
« il: Marzo 29, 2011, 18:56:13 »
Sola
sfreccio in direzione contraria
al flusso di persone che vanno
tornano
corrono
rallentano.
Qualcuno mi urta.
Schivo.
Vado
senza una meta
inseguendo pensieri
rincorrendo sogni
incontrando incubi
seppellendo speranze.

12
Anch'io Scrivo poesia! / Vieni
« il: Marzo 26, 2011, 20:24:59 »
Vieni

dammi la mano

tranquillo, non la stringerò troppo

nè troppo poco

non ti sentirai prigioniero

ma sarai sicuro di non perderti

sentirai il calore che emano

e un po' i battiti.

Vieni

dammi il tuo cuore

tranquillo, non lo stringerò troppo

nè troppo poco

non ti sentirai soffocare

ma sarai certo di poterti affidare

sentirai che il mio batte col tuo

per gli stessi amori

per le stesse passioni.

Vieni

13
Cassonetto differenziato / Voglio un topic tutto per me...
« il: Marzo 25, 2011, 18:39:46 »
in cui mi si faccia la festa come la si intende fare al 100 utente... ecco...



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Erotico / L'incontro
« il: Marzo 23, 2011, 22:24:00 »
Aprì la porta. La vide bella, sorridente, disinvolta. Aveva i lunghi capelli neri legati al di sopra della nuca che facevano risaltare il lungo collo adorno di un unico filo di perle. Indossava un tailleurino rosso scuro. Era perfetta, col tubino che le sfiorava il ginocchio, la camicetta panna che sblusava sotto la giacca sfiancata. La guardò così intensamente e così a lungo che lei, sorridendo, portò una mano su di un fianco e reclinando la testa da un lato gli disse:

- Restiamo qui? -
Come svegliandosi da un sogno che gli aveva fatto perdere il senso del tempo, sorrise anche lui. Si scostò da un lato e, accennando, un inchino, rispose:
- Mais non, Madame. Je suis enchanté! -
Risero entrambi e si ritrovarono l'una nelle braccia dell'altro, a guardarsi negli occhi. E nient'altro. Solo un profondo, reciproco sguardo, teso a carpire la profondità dell'anima.
Le prese una mano e s'incamminò verso il divano, mentre lei si divertì a seguirlo, un passo distante. Era divertita, affascinata e sicura di piacergli.
Sedettero. La musica, in sottofondo, dolcissima  contribuiva a creare, insieme alle luci soffuse, un’atmosfera d’incanto.
Sul tavolino due bicchieri. Non le chiese nulla. Li riempì. Li sollevò, porgendone uno a lei che accettò quel liquido scuro, aromatico. Ne sentì il profumo, prima ancora di gustarne il sapore.
- E' questo... -
-Sì. E' questo. Ti piace?-
- L'odore sì, molto. -
-Assaggialo allora. -
-Sì.-
E, invece, continuò a passarlo ancora sotto le narici. Chiuse gli occhi quasi a mostrarsi visibilmente inebriata. Finalmente si decise a portare il bicchiere alla bocca. Con gli occhi ancora chiusi si fece sfuggire solo un:

- mmmmmmmmmmmmmm… -
- Ti piace?-
-mmmmmmmmmsì molto -
- Ne vuoi ancora?-
- No grazie -
- Hai fame?-
- Non... non saprei... forse sì - disse ridendo.
- Bene! Sono un ottimo cuoco, lo sai, vero? -
-Lo so perché me lo hai detto tu. Stasera sono qui per verificare - disse ancora sorridendo.
Il vino le aveva fatto venire caldo. Si decise a togliere la giacca. La camicetta le lasciava gli omeri leggermente ossuti, scoperti. La seta, appena trasparente, faceva intravedere chiari i contorni del reggiseno. L’incavo del braccio che sfiorava il seno certamente bello e la disinvoltura dei suoi gesti era una piacevole visione.
- Hai proprio fame?- le chiese raggiungendola, mentre con un unico movimento l'attirò a sé, costringendola, ancora una volta, a guardarlo.
-Sì... – si decise a rispondere con gli occhi profondi e provocanti.
Labbra dolci di vino, rosse di baci e di piccoli morsi ripetuti, alternati alla lingua che cercava e trovava l'altra, pronta a fondersi in un bacio lungo, profondo, coinvolgente.
- Come sei bella! -
Le mani accolsero quel viso, accarezzarono la nuca e sciolsero i capelli, che, lisci, le coprirono spalle e collo. Li scostò, piano. Incominciò a percorrerle il collo con la lingua. Aveva un'ansia di sentirla tutta che corrispondeva solo alla voglia che aveva lei di essere percorsa e assaggiata in ogni lembo di pelle. La vide allontanarsi ma solo per disfarsi, rapidamente, della camicetta.
Che strana ragazza! Bella, elegante, decisa, sicura di quel che voleva. Quante ragazze aveva conosciuto così? Ognuna si era mostrata bella ma indecisa, sicura ma scialba, decisa ma inelegante. Lei riusciva a prendergli la mente prima ancora dei sensi, tutti. La voleva, non solo per possederla. Voleva penetrarle la mente e il cuore. Conoscere di lei tutto arrivando a percepirle l'anima. Invece era sfuggente. Non nello sguardo, che rimaneva fisso nel suo. Anzi, era proprio quella  capacità di sostenere il suo sguardo che lo inquietava fino a sconvolgergli i sensi.

La guardò mentre, ancora una volta sorprendentemente, si disfece della gonna. Dio com'era bella! La pelle, liscia, nuda, profumava. Aveva ancora il reggiseno e lo slip color panna e i sandali di vernice nera che le impreziosivano i piedi dalla caviglia sottile.
La spinse piano fino a farla sedere sul divano, mentre, inginocchiato avrebbe incominciato a percorrerla dai piedi. Sfilò prima un sandalo, poi l'altro. Con le mani percorse, in una sensuale carezza le lunghe gambe nude. Voleva ogni parte di lei, ogni profumo, ogni goccia del suo piacere, ogni gemito. E non avrebbe risparmiato alcuna energia...

I baci correvano lenti e profondi ad assaporare un piacere che diventava sempre più intenso. Tutt'intorno nascevano nuovi odori producendo crescenti umidità e turgori che inebriavano la mente e tutti i sensi.

Lei si fermò come decisa a cambiare rotta. Si fece scivolare dal divano sul tappeto ruotando il corpo, che da supino si ritrovò di fronte a lui ancora vestito. Gli sbottonò la camicia e incominciò a baciargli il torace. Scese lentamente fino alla vita. Si sollevò. Lo guardò mentre con le dita incominciò a percorrergli il contorno del sesso gonfio di un desiderio evidente che reclamava di venire alla luce.

Sorrise mentre gli guardava l'espressione concentrata, con le ciglia aggrottate e la bocca aperta in una smorfia di piacere che ogni momento cambiava, modellandosi sulle sensazioni che quelle dita, sfiorandolo, gli provocavano.

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Enogastronomia / Pizze e pizzette
« il: Marzo 20, 2011, 23:00:12 »
RUSTICA ALLA MIA MANIERA

Foderare una teglia rettangolare a bordo alto con della pasta sfoglia. Versare un composto realizzato con funghi precedentemente cotti in padella con olio, aglio, sale,  un’abbondante manciata di uva passa, vino rosso.
Sopra lo strato di funghi versare tre quarti di litro di besciamella (burro, latte, farina, sale, noce moscata). Ancora una spolverata di parmigiano grattugiato (non pecorino o rodez perché coprirebbe il sapore delicato dei funghi addolciti dall’uvetta), e in ultimo 7-8 noci sbriciolate. Chiudere con un altro foglio di pasta sfoglia, spennellata con tuorlo d’uovo e infornare a 180° per circa mezz'ora.
 

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