Autore Topic: Tic Tac - terza e ultima parte  (Letto 780 volte)

chospo

  • Mucca Dormigliona
  • *
  • Post: 78
  • Karma: +0/-0
    • Mostra profilo
Tic Tac - terza e ultima parte
« il: Settembre 29, 2011, 15:00:31 »
Il vecchio lo rassicurò sforzandosi di sorridere e carezzandogli la testa con aria comprensiva - No caro, stai tranquillo, sei il primo di una lunga lista ad avermi detto una cosa del genere - Quindi lo prese per mano e andò insieme a lui a verificare quella strana storia.
- No ma aspetti.. - gli disse Carl fermandolo sulla porta dello scompartimento di quella carrozza - perché entra li? Non è questo il posto giusto! Dovrebbe essere più in fondo al treno! Qui siamo quasi in testa, ne sono certo! -
Ma il capotreno lo schernì con un cenno della mano e un risolino - Ma ragazzo mio! Tu ti sbagli! Mi hai descritto così bene gli occupanti.. deve essere per forza qua che è successo tutto! Vedi? - gli disse indicando il cappotto nero tra le due gemelle - C'è anche lui! -
Carl si convinse ed insieme entrarono, uno preparandosi al peggio, l'altro preparandosi ad accertare una storia nella quale c'erano punti di verità, di assoluta verità, e altri punti più che oscuri, sicuramente da delineare e verificare.
Il capotreno spiegò la situazione ai passeggeri. - No ma basta! Basta adesso! - disse subito la vecchietta aggredendolo e guardando con astio Carl - Eccolo di nuovo qui! Quest'uomo, signor Capotreno, questo insulso signorino - fece una pausa tremando tutta, con i ferri stretti stretti tra i piccoli pugni, poi aggiunse con tono acido - questo giovanotto, insiste da ore con questa storia! Ma qui non c'è nessun uomo con un cappotto nero, né tantomeno una stramaledetta bomba! Ahhh! Questi giovani d'oggi! - continuava la vecchietta accendendosi sempre più in viso per la collera - Questi giovani d'oggi non sono più quelli di ieri dato che quelli di ieri inevitabilmente non possono essere quelli di oggi! -
Dentro lo scompartimento ci fu un applauso generale e tutti abbassarono e alzarono la testa in segno di tacito assenso.
- Non la ascolti Signor Capotreno! - urlò Carl che ormai aveva perso la ragione e non sapeva più che pesci pigliare - Sono tutti d'accordo! Sono tutti d'accordo con l'uomo nero! Li ho visti! Li ho visti mentre complottavano con l'uomo nero e riparavano la sua diabolica sveglia rossa come il fuoco! -
A quelle parole il gruppo soffocò a stento le risate. La vecchietta, con il riso ormai alla bocca, la lingua a penzoloni, si piegò a terra con il supporto dei bastoncini di metallo - Oddio, oddio, vi prego.. vi prego.. - farfugliava tra il mormorio sommesso dell'incombente risata collettiva.
Carl però non si arrendeva, aveva perso a tal punto la testa che con furia rinnovata indicò il cappotto seduto in mezzo alle gemelle - Ma non lo vede quell'uomo signor capotreno? È là sopra! Seduto! In mezzo a noi! Tiene una bomba sotto il cappotto! Lo controlli! Controlli il cappotto! Vedrà che ho ragione! Come fa, come fate a non vederlo? -
Il capotreno scosse la testa, ormai certo che il ragazzo avesse perso la bussola. Ed effettivamente sulla poltrona non c'era nulla a parte il cappotto nero, sudicio, privo di vita.
- Coraggio, andiamo - disse sconsolato il Capotreno a Carl, prendendolo per una spalla e accompagnandolo verso la porta - voglio evitarti ulteriori pene. A che fermata devi scendere? I tuoi genitori vengono a prenderti alla stazione vero? Sembri un po' troppo piccolo per viaggiare da solo -
Carl non lo sentiva neanche, vedeva solo di fronte a sé le facce diaboliche dei suoi aguzzini: la vecchia, le gemelle, l'uomo mucca e infine l'omino nero avvolto nel grande cappotto; tutti avevano le facce rosse, contratte dalle risate che trattenevano solo per la presenza del capotreno, dell'autorità. Ed egli con tristezza sapeva che una volta uscito da quello scompartimento, da quel treno, quelle risa sarebbero risuonate nella sua testa per l'eternità. Così, scoppiando di nuovo in lacrime, liberandosi con uno strattone dalla presa fraterna del capotreno, gli si inginocchiò davanti agli occhi supplicandolo. - La prego! La prego! Ispezioni l'uomo con il cappotto! Lo faccia per me! Sono anche io umano come loro! Anche io ho i miei diritti! Mi dia una sola possibilità! Una sola la prego! -
Il capotreno, agitato interiormente da quelle suppliche, con gli occhi sbarrati, guardava adesso con curiosità quel cappotto a prima vista inoffensivo.
"Possibile che questo ragazzo si dia cosi tante pene per nulla?" pensò "In fondo, cosa mi costa controllare? Lo farei felice.. almeno credo.. beh.."
Quindi, senza più tentennamenti, si decise e con un gesto secco, veloce, affondò la mano nel cappotto e lo sollevò da terra lasciandolo penzolare in giù.
- Vedi caro? Non c'è nulla! Proprio nulla! - disse a Carl scuotendo energicamente il lurido soprabito; e in quell'istante un oggetto di metallo nero cadde per terra sotto gli occhi increduli di tutti. Il display segnava meno dieci secondi all'esplosione. Tra tutti gli sguardi di orrore, pietrificati dall'impotenza di quella situazione, solo quello di Carl raggiava di inaudita felicità. Ed egli rideva, rideva come un cretino ammaestrato a ridere sin dalla nascita, con gli occhi iniettati di sangue e la bava alla bocca
- Siiii! Siiii! Avevo ragione! Avevo ragione io! A me la gloria! E lei.. lei Signor Capotreno - disse indicandolo sprezzantemente con il suo indice ed esibendosi in uno sfavillante saltello a piedi uniti - Lei che mi ha dato ascolto, lei è proprio un cretino! -
Il capotreno si buttò a terra e guardò il display dell'oggetto metallico. "Possibile? Possibile manchino ancora due secondi? Perché? Perché l'ho fatto?" si disse con le lacrime che gli annebbiavano la vista; poi, un attimo prima dell'esplosione, la vecchia lo guardò sconsolata e con voce tremante gli sputò addosso la sua sentenza:
"Terroristi!"

E l'esplosione fu tale che il corpo di Carl, tutt'ora, diviso in svariati pezzi, si aggira di notte tra le porte delle città, strisciando al campanello per rendere tutti partecipi della sua vittoria. "Avevo ragione, avevo ragione" sibila un suo orecchio o una sua gamba, quando qualcuno gli apre incautamente e lo invita ad entrare sulla soglia di casa.

Ed io caro lettore, alla fine di questo racconto vorrei chiederti un unico favore: se anche solo il suo cervello dovesse venire alla tua porta, per quanto egli si sforzi accanto al campanello, tu non permettergli mai di entrare. 

presenza

  • Visitatore
Re: Tic Tac - terza e ultima parte
« Risposta #1 il: Settembre 29, 2011, 23:28:45 »
Ascolterò il tuo consiglio, caro scrittore, e di contro vorrei farti una domanda. Ma perché sono così sempre surreali e inquietanti i tuoi racconti?
Per il resto, prosa perfetta, e fantasia a mille!

chospo

  • Mucca Dormigliona
  • *
  • Post: 78
  • Karma: +0/-0
    • Mostra profilo
Re: Tic Tac - terza e ultima parte
« Risposta #2 il: Settembre 30, 2011, 01:52:26 »
Grazie  dharmas
Beh, la tua non è una domanda facile. Da una parte non riesco a scrivere nulla di "realistico", coi piedi per terra, perché non ne sono assolutamente capace; è un mio grande limite: non riesco a descrivere nella realtà. Data questa mia incapacità, ecco che mi trovo a raccontare attraverso immagini, metafore, assurdità e sogno. Poi boh, se sono "inquietanti" credo dipenda dai miei personaggi (e dalla sensibilità di chi legge), sempre abbastanza passivi, indifferenti, pronti a battersi o ad obliarsi per cause apparentemente senza senso. In questo racconto volevo puntare su un protagonista che inizialmente apparisse vittima e che infine si rivelasse nella sua vera natura di carnefice. Carl non è interessato a ciò che gli succede attorno, non è interessato a quello che vede, sente, non si preoccupa minimamente di chi lo circonda, non lo preoccupa nemmeno morire; vuole solo farsi sentire, vuole solo aver ragione, vuole trovare uno scopo a quel viaggio in treno che - a suo vedere - non lo conduce da nessuna parte.

nihil

  • Mucchine
  • Drago
  • *****
  • Post: 5581
  • Karma: +82/-72
    • Mostra profilo
Re: Tic Tac - terza e ultima parte
« Risposta #3 il: Ottobre 02, 2011, 11:28:43 »
questo racconto mi è piaciuto molto, anche se un poco lunghetto.Il ritmo non cede mai, l'improbabilità è sempre più improbabile ma nasconde la profonda incomunicabilità tra le persone. E' angosciante al punto giusto e la chiusa è perfetta, non poteva essere diversa.
E meno male che scrivi fuori dalla realtà! non è un limite ma un pregio, l'autore che riesce a farlo, apre una porta sul mitico altrove. Perchè un altrove c'è! :rose:

Brunello

  • Mucchine
  • Pucca yo yo
  • *****
  • Post: 2274
  • Karma: +46/-15
    • Mostra profilo
Re: Tic Tac - terza e ultima parte
« Risposta #4 il: Ottobre 02, 2011, 13:40:51 »
Io lo trovo bello e ben scritto...bravo!

chospo

  • Mucca Dormigliona
  • *
  • Post: 78
  • Karma: +0/-0
    • Mostra profilo
Re: Tic Tac - terza e ultima parte
« Risposta #5 il: Ottobre 02, 2011, 14:52:18 »
Grazie ancora  dharmas

Citazione
ma nasconde la profonda incomunicabilità tra le persone.

Mi fa piacere che tu abbia colto questo aspetto del racconto  :rose: