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Come Romeo e Giulietta...

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Regina D'Autunno:
Giulietta e Romeo avevano subìto una maledizione, non potevano entrare in Paradiso perchè nessuno degli attori del Teatro di Verona si amavano veramente...
Un giorno avvenne che arrivò una compagnia teatrale dove vi erano Karl e Johanne due bellissimi giovani che si amavano ma erano troppo timidi per dichiararsi l'un l'altro, allora Romeo e Giulietta decisero di aiutarli...
Per prima cosa quando ci fu il famoso monologo di Giulietta lei entrò nel corpo di Johanne e lo interpretò così bene che tutti si commossero soprattutto Karl, e mentre Johanne scendeva dal balconcino scendendo rischiò di farsi molto male per le scale se Romeo entrando nel corpo di Karl non l'avesse aiutata. Allora Karl le dichiarò il suo amore per lei e anche Johanne disse che anche lei lo amava, e quando ci fu lo spettacolo al Teatro di Verona con la loro eccezionale interpretazione dei due amanti veronesi, videro su una scala d'oro due giovani che erano Romeo e Giulietta salire per poter accedere finalmente in Paradiso, loro compresero che erano stati loro a dare ad entrambi il coraggio di manifestare i loro sentimenti, e si baciarono davanti a loro giurandosi amore eterno.
 :dffd:

mr.blue:
Mostrare i propri sentimenti, specialmente quando sono veri e profondi, richiede molto coraggio.

Regina D'Autunno:
Anche io la penso come te, specialmente se questi sono limpidi e puri. Ciao

Doxa:
Qui piove ! La mattina in casa è uggiosa, allora mi dedico alla mia amata “Regina d’Autunno”,  la quale brama sentimenti d’amore “limpidi e puri”.

Un esempio ? la foto qui sotto !  :)



Come sono i sentimenti “limpidi e puri” ?

L’aggettivo “limpido” può avere diversi significati, dipende dal contesto. In quello amoroso allude al sentimento che non lascia dubbi, che non è tortuoso.

E la “purezza” ?  Chi ha la “purezza generale” ? Chi è un “depurato”  dall’impurità dell'amore carnale ?  :)

Il sostantivo “carne”,  viene evocato continuamente dalla Chiesa, anche  come sinonimo del peccaminoso incontro sessuale dei  genitali maschili e femminili. Per l’ecclesia solo la castità introduce all’unione con Dio, per chi crede nella sua esistenza. 

L’evangelista Matteo nel “discorso della montagna” fa dire a Gesù: “Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio” (5, 8. La parola usata da Matteo per la purezza fu “katharòs”, che significa “pulito”, ma dove ? Nel cuore ! Nel passato si credeva che fosse il luogo dei sentimenti, dei desideri, della volontà, ecc.. 

Puliti nel cuore  significa  sia purezza intesa come dominio della sensualità e della sessualità sia  “purezza di intenzione”, cioè essere onesti, non avere secondi fini.

“Pietà di me, o Dio, nel tuo amore; nella tua grande misericordia cancella la mia iniquità. Lavami tutto dalla mia colpa, dal mio peccato rendimi puro”, grida verso Dio un peccatore pentito (vedi Salmo 50, versi 3 – 4).

Purificati dal perdono e dalla misericordia di Dio  gli illusi credenti possono continuare a vivere la beatitudine della “purezza di cuore”, con la “coscienza depurata”, pronta  ad accogliere subito altri peccati, come quello della lussuria.

Aforisma di Roberto Gervaso: “Un tempo il corpo nudo di una donna m’ispirava sfrenata lussuria. Oggi, m’ispira una celestiale rassegnazione”.

Doxa:
Nel precedente post l’aforisma di Gervaso evidenzia la dinamicità della libido, del desiderio sessuale, che varia nel tempo e può subire disfunzioni, in particolare nelle persone anziane.

Se il desiderio sessuale è iperattivo, ossessivo, viene definito lussuria, ispirata dall’immaginazione.

L'eccesso di desiderio sessuale è un disturbo compulsivo. La patologia è denominata in lingua inglese “sexual addiction” (letteralmente significa “sessuale dedicazione”, nel senso di “dipendenza sessuale”), tradotta in italiano in modo più adeguato con la frase: “dipendenza da sesso”.

I cosiddetti “dipendenti dal sesso” pensano che questo sia il loro bisogno primario ed agiscono in risposta al bisogno imperioso ed irrinunciabile di eseguire l’attività sessuale. Considerano il/la possibile partner come un “oggetto” finalizzato al proprio compiacimento, a prescindere dai risultati negativi che il loro comportamento può arrecare a sé stessi ed agli altri. Se non riescono a placare il desiderio sessuale diventano ansiosi. Solo la soddisfazione del bisogno che genera l'impulso procura piacere. Ma dopo la reazione orgasmica si sentono depressi, irrequieti e sono costretti a cercare sollievo con la ripetizione della stimolazione erotica, stabilendo un circolo vizioso difficilmente gestibile, con conseguenze psicofisiche (anche malattie veneree) e sociali (problemi familiari e lavorativi).

Un esempio contrario del desiderio sessuale iperattivo è quello ipoattivo, oppure l’inibizione sessuale.

Cosa può aver causato a Lancillotto, eroe di romanzi, il rifiuto dei tentativi di seduzione da parte di una bella dama ? Il desiderio ipoattivo o l’inibizione sessuale ?


Immagine tratta dal “Livre de Lancelot du Lac”. Lancillotto rifiuta la richiesta di una dama di entrare nel suo letto, Parigi, Bibliothèque de l’Arsenal (1405).

Nel romanzo "Lancillotto del Lago, dell'inizio del XIII secolo, egli si mostra insensibile  alla richiesta di amplesso da parte  della  donna, che vuol far svestire il cavaliere e  farlo coricare nel suo letto sontuoso.

Lui si mette a letto ma non si fida di lei. Non si toglie le brache e camicia, si adagia ma non dorme.

Non vuole unirsi alla damigella che gli si offre con insistenza.

Seguono un animato dialogo e persino la colluttazione tra i due.

La ragazza strappa la camicia di Lancillotto e lo accusa di essere sleale, perché un cavaliere che si sottrae alla richiesta di una dama è disonorato.

La ragazza, in realtà, aveva soltanto avuto l’incarico da Morgana, sorellastra del re Artù, di provare la fedeltà di Lancillotto, uno dei cavalieri della “Tavola rotonda”.

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