Scrittura creativa
Scrittura creativa => Anch'io Scrivo narrativa! => Altro => Topic aperto da: presenza - Luglio 08, 2012, 13:20:06
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-E' così, e non puoi farci niente.
-Sei sicuro che non posso farci niente?
-Se avessi potuto fare qualcosa l'avresti già fatto.
-Forse non voglio.
-Non è vero, non puoi e domandati: posso fare qualcosa, adesso?
-Adesso posso solo aspettare che il tempo passa e sistema ogni cosa.
-Sì, e intanto ti sei persa il momento! Se continui a far passare le ore aspettando, quel momento anche se arriva non ti troverà mai uguale a quella che sei adesso.
-Vuoi dire che sto solo inseguendo?
-Voglio dire che se puoi fare qualcosa, la puoi fare solo adesso.
-Ma lui non c'è più e cosa posso fare se non aspettare che ritorni?
-Non aspettare! Con lui o senza di lui la vita scorre comunque.
-Ah! E' così che dovrei fare?
-E' così che puoi fare, dire sì a questo momento, e vivere ogni momento.
-Ma io lo so che lui prima o poi tornerà.
-Ti stai ripetendo, come un disco rotto su un grammofono dell'ottocento. Non suoni più, fai solo rumore fuori e dentro di te. Non brilli più e non profumi. E tutto intorno sei circondata soltanto da vecchie cose che non puoi più usare . Scorgo solo polvere e ragnatele e chi ti circonda è come te, in attesa.
-Mi offendi, offendi me e lui, non hai fiducia come me e sei senza scrupoli nel dire tutto questo.
-Tu e lui non siete più, adesso. E vivere in un tempo che non c'è non te lo ridarà. Illuditi di vivere così, chiama questo momento fiducia e avrai niente. Invece vivi senza niente e godi di ciò che c'è e avrai tutto.
... e così l'essere si allontana lasciando il non- essere.
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Interessante. Ricorda un po' il dialogo che si svolge nella testa di una donna dopo la fine di una storia... Attendo il seguito! ;)
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mmm...sono anch'io curiosa del proseguo...
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credo che si possa aspettare, ma solo fino ad un certo punto, poi bisogna riprendere l'esistenza con ciò che è rimasto.
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Io, invece, questo lui fuggito (e che forse si ripaleserà, prospettiva inquietante; non il ritorno ma la sua possibilità) lo prenderei a sberle; e non da questo post ma dai molti che lo precedettero.
Come si fa a lasciare, anche per un attimo, una tal presenza (con la minuscola!), e lasciare di sè una scia imperitura? similes mi suscitano invidia mista a commiserazione per l'incapacità, loro non nostra, di cogliere il presente. E andiamo avanti, passando accanto a esseri meritevoli di attenzione, inseguendo la scia impalpabile del nostro trasfert. Siamo noi che creiamo la realtà (come dicono i giovani: ci facciamo un film) o esiste davvero? e, se sì, è conoscibile o ci rifiutiamo di conoscerla? per me è uno str e, se fossi Dante nostro, lo condannerei all'eterna attesa.