Scrittura creativa
Scrittura creativa => Pensieri, riflessioni, saggi => Topic aperto da: Gattina - Ottobre 01, 2012, 23:08:17
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Stasera sono particolarmente triste e immersa in questa tristezza mi sorgono diversi pensieri, e tante domande, le solite, ma che ora non voglio più tenere riservate nel mio cuore ma voglio renderle palesi e le scrivo qui sperando che possano finalmente acquistare un senso, una ragione d'esistere, e trovare magari almeno uno spiraglio di risposte: Quando si diventa importanti per qualcuno? Cosa ci può rendere davvero unici e amabili. Cosa si deve possedere per essere amati così tanto fino al punto che gli altri sentano e soffrano la mancanza. Io credo di aver amato, in tanti modi, in maniera dolce, spesso passionale, a volte aggressiva; ho sempre sentito molto la mancanza poi delle persone a cui ho voluto bene. Ma mai, mai, dico mai, neppure una sola volta in vita mia sono stata amata veramente, ma di quello stesso amare che io invece ho provato per gli altri. E allora mi chiedo... perché? Eppure la gradevolezza fisica c'è, credo di essere sempre stata una persona a modo, e allora cosa mi manca? Perché Cupido non è mai stato al mio fianco scagliando frecce a mio favore?
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Stasera sono particolarmente triste e immersa in questa tristezza mi sorgono diversi pensieri, e tante domande, le solite, ma che ora non voglio più tenere riservate nel mio cuore ma voglio renderle palesi e le scrivo qui sperando che possano finalmente acquistare un senso, una ragione d'esistere, e trovare magari almeno uno spiraglio di risposte
Tristezza = depressione, causata da problemi affettivi e dai rapporti interpersonali; insieme inficiano la tua autostima.
Ti chiedi cosa ti manca. Da quanto scrivi mi sembra che non ti manchi nulla.
Quando si diventa importanti per qualcuno?
quando comincia l’attaccamento, che crea il legame tra due individui, come quello del bambino con la madre o tra due persone che si amano. Nella coppia l’attaccamento avviene nella fase dell’innamoramento.
Cosa ci può rendere davvero unici e amabili?
La propria personalità, con i tratti caratteriali e comportamentali.
Cosa si deve possedere per essere amati così tanto fino al punto che gli altri sentano e soffrano la mancanza?
Per essere amati non si deve possedere nulla di speciale. Si deve essere se stessi. L’amore lo immaginiamo, lo desideriamo, lo speriamo e lo sperimentiamo. Amare una persona significa affetto intenso verso di lei, empatia, attenzione ai suoi bisogni, dedizione, impegno, solidarietà, fedeltà. L’amore non significa dipendenza affettiva.
Io credo di aver amato, in tanti modi, in maniera dolce, spesso passionale, a volte aggressiva; ho sempre sentito molto la mancanza poi delle persone a cui ho voluto bene. Ma mai, mai, dico mai, neppure una sola volta in vita mia sono stata amata veramente, ma di quello stesso amare che io invece ho provato per gli altri. E allora mi chiedo... perché? Eppure la gradevolezza fisica c'è, credo di essere sempre stata una persona a modo, e allora cosa mi manca? Perché Cupido non è mai stato al mio fianco scagliando frecce a mio favore?
A volte si crede che nessuno ci ami, che nessuno sappia apprezzarci. Ci si sente "soli", e nella solitudine cominciamo a farci delle domande ed a colpevolizzarci. Ci allontaniamo dalla nostra spontaneità e non ci amiamo più.
In questo periodo stai attraversando il cosiddetto periodo di lutto per la fine di una tua relazione d’amore ?
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La fine di una relazione? Veramente per me, nelle mie storie, tutto si è fermato sempre al "Prologo" all' "Introduzione", si può passare direttamente dal "Prologo" all'Epilogo" ? Non c'è mai stato un vero e proprio progresso, uno svolgimento dellla storia, quindi non so se si possa vivere anche in questi casi il "lutto" come tu dici, Stranamore.
Era una mia riflessione dovuta alla tristezza, stato d'animo che ci consente di scavare più a fondo nelle cose, di analizzarle. E non è vero che tristezza vuol dire depressione. Sono due differenti stati d'animo; nella depressione può esserci tristezza ma nella sola tristezza non c'è depressione. Inoltre da quanto ho scritto mi pare sia chiaro che non si tratta del dispiacere di un amore finito ma di una sorta di destino che ha imprigionato la mia vita e la mia anima.
Basta essere sé stessi per essere amati? Bene, allora è la conferma che così come sono non sono per niente amabile. Si può convivere con questa realtà?
Mi piacerebbe sapere, poi, se esiste qualcuno che vive la mia stessa situazione, la mia stessa realtà, perché, come si suol dire: "mal comune, mezzo gaudio".
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La fine di una relazione? Veramente per me, nelle mie storie, tutto si è fermato sempre al "Prologo" all' "Introduzione", si può passare direttamente dal "Prologo" all'Epilogo" ? Non c'è mai stato un vero e proprio progresso, uno svolgimento dellla storia, quindi non so se si possa vivere anche in questi casi il "lutto" come tu dici, Stranamore.
L’amore di coppia, anche se forse può sembrarti strano, segue un iter. Comincia con la reciproca attrazione, l’avvicinamento, l’approccio, il dialogo, il feeling, l’infatuazione (che è la prima fase dell’innamoramento) e dopo l’innamoramento l’amore.
Di solito in quale tappa del processo amoroso ti accade la rottura della relazione ?
Basta essere sé stessi per essere amati? Bene, allora è la conferma che così come sono non sono per niente amabile. Si può convivere con questa realtà?
Dipende da te. Se sei consapevole delle tue “zone erronee” perché non cerchi di modificarle ? Ti consideri seducente o “respingente” ?
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Perché dovrebbe sembrarmi strano l'iter amoroso? Diciamo che il 99 per cento delle mie storie, d'amore e d'amicizia, si fermano e non vanno oltre al feeling, feeling poi che è quasi sempre da parte mia; non c'è quindi l'infatuazione, non c'è l'innamoramento, e quindi l'amore. Dunque, dove sia l'intoppo, più passa il tempo e meno lo capisco. E sai quante volte ho cercato di individuare e cambiare le mie "zone erronee"? Tante, ma sempre più o meno con lo stesso risultato. Come mi considero? Seducente di primo acchito, respingente per tutto il seguito, qualsiasi sia il mio comportamento.
Ti ringrazio per il tuo tentativo di aiutarmi, non è facile trovare persone veramente disponibili al dialogo costruttivo.
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Mi piacerebbe sapere, poi, se esiste qualcuno che vive la mia stessa situazione, la mia stessa realtà, perché, come si suol dire: "mal comune, mezzo gaudio".
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Nell’attesa delle opinioni di altri possibili interlocutori virtuali, continuo per dirti la mia, se la gradisci.
Il feeling non è facile, implica fattori psicologici che si concatenano.
Il feeling può proseguire se l'intesa prosegue: man mano che ci si conosce si scopre se c’è l’affinità, anche nella scelta dei valori, se c’è l’empatia. “Entrare” in sintonia col possibile partner significa comprendere le sue emozioni, i suoi sentimenti, gli stati d’animo, il suo modo di essere .
E’ importante la tolleranza, la flessibilità aiuta a creare punti di contatto.
Quanto pesano sul tuo presente i ricordi negativi dei possibili amori inconclusi ?
Il proprio passato ricicla segmenti di memoria sul presente, e diventa contemporaneo. Influisce anche sul pensiero immaginativo del proprio futuro, perciò dici una sorta di destino ha imprigionato la mia vita e la mia anima.
Inoltre chiedi se Si può convivere con questa realtà?
La realtà è ciò che la mente crea in se stessa in un determinato momento. Un secondo dopo la realtà diventa ricordo.
La parte emozionale del cervello è subordinata alla parte cognitiva e crede a questa. Pensando al passato, presente o futuro, il cervello cognitivo può sbagliare. Se costruisce cose errate il pensiero emozionale può allertare la paura, se immagina l’Eden il cervello emozionale risponde con la gioia.
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Un pò troppo evanescente è il tuo concetto di realtà. Stando a quello che dici del feelig, allora sono io che ho difficoltà od incapacità di capire l'altro? E allora è una mia carenza, magari innata, in questo caso non c'è nulla da fare...
Tutti siamo influenzati dal passato.
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Un pò troppo evanescente è il tuo concetto di realtà.
Hai ragione. Forse è più chiaro se dico che la realtà è una prospettiva, un'implicazione spazio-temporale. La nostra mente ci permette di differenziare tutto ciò che possiamo concepire come realtà e di poterne avere diverse interpretazioni.
Stando a quello che dici del feelig, allora sono io che ho difficoltà od incapacità di capire l'altro? E allora è una mia carenza, magari innata, in questo caso non c'è nulla da fare...
Nello step del feeling sono importanti l’assertività e l’empatia. In questa fase spesso ci si domanda se si vuole una relazione a breve o a lungo termine.
Forse i tuoi possibili partner miravano ad un rapporto a breve termine ? Tu t’immaginavi una relazione duratura e dicevi loro il tuo intento ?
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Non ho mai pensato, calcolato, una relazione a breve termine; di solito sono spontanea, non calcolo nulla, anche se le avventurette non mi piacciono, non ne sono portata, sento di più il bisogno di rapporti sostanziosi, arricchenti, duraturi. E comunque, per quale motivo dovrei incontrarli tutti io quelli che cercano o poi vogliono rapporti a breve termine? Anche se non so che senso abbia e mi pare proprio squallido pensare e decidere prima di avere un rapporto a breve termine; sarebbe un rapporto utilitaristico, finalizzato al nostro egoismo senza rispetto dell'altro; sarebbe un voler manipolare e strumentalizzare l'altro a proprio vantaggio, come quando si possiede e ci si serve di un oggetto finché ci fa comodo. Ma le persone sono oggetti?
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zone erronee? allopra hai letto quel libro!
gattina cara, non so quanti anni tu abbia, forse aiuterebbe a indirizzare i nostri post. Diciamo così, anch'io mi sono trovata nella tua situazione, e un giorno mi sono detta che le mie aspettative forse erano troppe, pretendevo dalla vita ciò che ero disposta a dare, ma spesso 2+2 non fà 4.
Allora smisi di aspettare. E Cupido si presentò.
Forse è un tipo timido, vuole presentarsi a sorpresa.
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"zone erronee"? Qual è il libro? Voglio leggerlo anch'io ! Ditemelo anche in mp se credete...
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E’ un libro d’antan, pubblicato nel 1976 col titolo “Le vostre zone erronee”.
Fu scritto dallo psicoterapeuta statunitense Wayne W. Dyer.
Da tale saggio, elaborato nello stile americano con numerosi esempi, puoi forse trarre qualche riflessione sui condizionamenti mentali, gli atteggiamenti ed i comportamenti.
Puoi trovare il volume nella collana della BUR
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io l'ho letto, l'ho trovato geniale e dentro c'erano tutti i miei parenti. Io...boh, non ricordo. ;D
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Stranamore, forse ti ha scioccato la mia penultima risposta? Hai bloccato i tuoi insegnamenti ! Voglio aggiungere in proposito che gli altri con me arrivano al massimo all'assertività ma non c'è empatia o voglia di venirmi incontro. Ultimamente si sta verificando che sono sempre io a cercare il contatto, la comunicazione con l'altro, mentre l'altro sembra poter fare bene a meno di me; e parlo più o meno di amicizia, figurati il resto ! Un disastro ...
Grazie per le indicazioni sul libro; lo comprerò.
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Cara Gattina, prova, ad ogni incontro, a non aspettarti nulla, a non crearti aspettative, a non mostrarti ansiosa di approfondire il rapporto; sii semplice, spontanea, realista e forse così potrà nascere quel feeling che prelude ad un rapporto più profondo e concreto.
E' vero che, nell'epoca attuale, si assiste spesso ad un impoverimento dei sentimenti a vantaggio di rapporti superficiali ed utilitaristici, ma, credimi, non è sempre così e noi non siamo nè migliori nè peggiori degli altri, siamo soltanto noi stessi e seguiamo il nostro percorso, spesso difficile.
E' stato detto che è più importante avere tanta capacità di amare più che essere amati e io credo che sia una grande verità.
Ma non ti nascondo che mi è difficile accettare questa verità.
Claudia
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Cara Claudia, se avessi letto tutti i miei post prima di scrivere ti saresti accorta che ho detto che sono sempre spontanea, possibilmente anche sincera quando inizio un qualsiasi rapporto e non penso e non mi aspetto nulla. È vero che oggi c'è una maggiore superficialità in tutto ed anche nei rapporti umani, ma, sì, almeno in questo, ho la speranza di incontrare persone più solide sotto l'aspetto, morale ed affettivo.
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Gattina, hai mai provato ad essere semplicemente sincera, a presentarti come sei in realtà? forse anche le risposte interpersonali migliorerebbero. Non puoi presentarti sotto molteplici prospettive e pensare di essere credibile. ;)
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Nihil, ma ce l'hai con me? Ma li leggi i miei post? Ho appena finito di dire a Claudia di leggersi i miei post prima di rispondere. Se ho detto e ridetto che SONO spontanea, sincera e non mi aspetto nulla specialmente all'inizio di un rapporto ! Si è arenata la conversazione? DottorStranamore ha finito di aiutarmi a capire quale può essere il mio problema? Forse perché ho scritto che non non sono portata alle relazioni a breve termine? Come diceva Andreotti: "A pensar male si fa peccato ma si indovina quasi sempre" ! :)
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Certo che li ho letti. Chiedo a te se hai capito ciò che ho scritto tra le righe. Sarà un caso, ma filologicamente parlando sei riconoscibilissima.
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"filologicamente parlando sei riconoscibilissima" ...
E che significa?
Cosa vorrebbe essere, un'offesa?
Perché non parlate come mamma vi ha fatto?
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“Ragazze”, usate me come oggetto dei vostri strali. Tra voi dovete solidarizzare contro i biechi maschi.
Gattina ma nel penultimo post la tua era una domanda od una affermazione ?
Hai detto che non gradisci le relazioni a breve termine. O. K. Cosa debbo consigliarti ? Nulla !
Quasi tutte le donne preferiscono le relazioni durature. Ma nel nostro tempo sono da condannare le giovani che desiderano fare delle esperienze prima di poter scegliere il partner definitivo con la speranza che sia per sempre ?
Pensa al passato, non lontano, fino agli anni ’50 dello scorso secolo. Per i giovani di entrambi i sessi erano difficili gli approcci. Non era facile incontrarsi da soli. E molti entro pochi mesi si sposavano col primo che capitava. Ma era amore o soltanto affetto ?
Gattina ha scritto: DottorStranamore ha finito di aiutarmi a capire quale può essere il mio problema? Forse perché ho scritto che non non sono portata alle relazioni a breve termine? Come diceva Andreotti: "A pensar male si fa peccato ma si indovina quasi sempre" !
Un altro proverbio dice che "La curiosità è femmina"...
“Badi bene lo predicatore a scansare lo demonio desiderio sessuale, asservendosi al giogo del pensier impuro.” Infatti rifuggo dal pensiero “impuro”, anche perché alla mia età la natura mi concede poche erezioni, non mi permette performances nell’attività sessuale, cedo alla copula con malcelata riluttanza e solo per il tempo necessario. :o ??? Vero o falso ?
Il pigro ed egoista lord Philip Chesterfield, dopo aver molto amato in gioventù, nella tarda età si era convinto che “Non conviene fare sesso: la fatica è tanta, il godimento è breve e la posizione è ridicola.
:mah:
Ma allora, mi domando, perché le persone non pensano ad altro ?
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Gattina, filologicamente significa che il tuo modo di scrivere è uguale al solito, perciò identificabile, e infatti ti abbiamo riconosciuta. Di più non dirò.
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Ah vabbè, Nihil, se siete così contorti meno dite e meglio è .
Dottorstranamore forse sono ingenua o peggio ma continuo a non capire. Cioè, io parlavo di relazioni in generale, cioè anche di amicizie. Quindi vorresti dire che una donna oggi deve stare al gioco delle relazioni superficiali per poter essere considerata? Mah, spero tanto che non sia davvero così altrimenti sarebbe meglio suicidarsi che vivere in un mondo così banale e insensato.
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Gattina, la tua precedente domanda non era limitata ai rapporti con i possibili partner ma ti riferivi alle relazioni interpersonali ? In tal caso vorrei capire cosa t’interessa sapere in particolare, ad esempio il problema amicizia o amore ? Oppure la comunicazione nella coppia ? L’insufficiente ascolto da parte del/la partner ?
Quindi vorresti dire che una donna oggi deve stare al gioco delle relazioni superficiali per poter essere considerata?
Assolutamente no ! Ho detto che per scegliere il/la partner a tempo indeterminato forse è meglio avere delle precedenti esperienze, per poi confrontare e decidere.
Se invece si aspetta il cosiddetto “principe azzurro” può capitare che non sia azzurro e ci si deve accontentare. Ma dopo alcuni anni di matrimonio o di convivenza può subentrare nel menage la noia della routine oppure la crisi di coppia. In questi casi si comincia a pensare di aver sbagliato a non aver fatto delle precedenti esperienze, di non aver scelto il/la partner in modo convinto.
La parola crisi di coppia di solito la usiamo con una connotazione negativa, col significato di ripensamento destinato a una conclusione sfavorevole, invece non è vero o non sempre è così. E’ solo un problema di scelta. Infatti la parola “crisi deriva dal greco “krìsis” e significa “scelta”.
In psicologia il termine “crisi”viene usato per indicare nel rapporto di coppia il divario tra ciò che si vorrebbe e la realtà. La situazione d’incertezza, lo stato transitorio di turbamento emotivo-sentimentale possono preludere a dei cambiamenti nella relazione, a delle scelte.
Si sceglie per autorealizzarsi o per restare dove si è, insieme ai rimorsi ed ai rimpianti.
Ognuno nel percorso della propria vita ha delle crisi. Sono stati d’animo che fanno riflettere, che inducono l’individuo a farsi delle domande: chi sono ? cosa voglio ? Tali stati d’animo ci avvertono che nel percorso della propria vita ci sono dei tornanti e dobbiamo andare avanti con prudenza. L'importante è riconoscere i “segnali”.
Dire che la “coppia è in crisi” significa quindi che tra i partner ci sono problemi relazionali rispetto alle condizioni iniziali. Le modalità non sono più adeguate o non sono più accettate da uno o da entrambi.
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Ma io non riesco ad andare oltre la conoscenza, tutto si complica e finisce in maniera non bella, in maniera offensiva, sia se si tratta di probabili amicizie sia se si tratta di probabili amori, perché? Sono stupida io ? Non riesco ad avere rapporti amicali e costruttivi con nessuno, nasce prima o poi conflittualità e tutto viene troncato malamente! Sto male per questo !
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Gattina lo comprendi da sola che nessuno di noi in questo forum può aiutarti fattivamente, perché siamo lontani. Possiamo darti dei consigli, entrare in empatia con te. Ma le nostre sono soltanto parole.
Vorrei capire perché non riesci ad andare oltre la conoscenza. Come comincia ? Con quale scopo ? Per amicizia oppure è motivata dall’attrazione fisica? Questa è necessaria per cominciare l’iter amoroso, invece non serve se la conoscenza deve condurre all’amicizia.
Ti va di dirmi quanti anni hai ? Abiti in una città o in un piccolo luogo ? Fai parte di una comitiva ? Ti senti integrata in essa oppure pensi di aggiungerti ad altri gruppi amicali ?
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Mi dispiace ma sembra che non stiamo sulla stessa lunghezza d'onda, mi sembra che parliamo due lingue diverse.
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Forse la verità è un altra e spesso non la teniamo in considerazione.
L'amore è darsi senza aspettare di ricevere. Sii contenta per ciò che hai dato e non triste per quanto non hai ricevuto altrimenti il tuo diventa un discorso egoistico o di tornaconto.
Ma se vogliamo spendere altre due parole direi allora: perchè affidiamo tutta la nostra felicità a questo sentimento, a questo capriccio che chiamiamo amore? Capriccio, si perchè mai l'altra persona può provare la nostra medesima intensità. A volte può essere di più ma spesso è meno della nostra e quindi non possiamo chiamarlo più sentimento in quanto una parte di esso è volontà che può volgersi a capriccio facendo leva sulla nostra debolezza. Quale? L'amore.
Tutto governiamo e tutto abbiamo schematizzato eppure ancora ci facciamo deviare da questo "amore".
Come dici? E' una delle cose, anzi forse l'unica che ci rende umani?
E dove sta il vantaggio? L'amore rende deboli, non forti.
Basta leggere le tue parole.
O scorrere i miei pensieri.
O quelli di mille altri.
In magnis et voluisse sat est.
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Ma io non riesco ad andare oltre la conoscenza, tutto si complica e finisce in maniera non bella, in maniera offensiva, sia se si tratta di probabili amicizie sia se si tratta di probabili amori, perché? Sono stupida io ? Non riesco ad avere rapporti amicali e costruttivi con nessuno, nasce prima o poi conflittualità e tutto viene troncato malamente! Sto male per questo !
Lo so che stai male ! Hai anche detto che la sofferenza t’induce alla preghiera per ritrovare la pace interiore.
Ora ti racconto di una persona che soffriva di una particolare “sociopatia” causata da stress traumatico dopo la perdita di una persona cara. In psicologia viene definito “disturbo post traumatico da stress”, il quale causa forti sofferenze psicologiche. E’ compreso nei disturbi borderline di personalità ed è caratterizzato anche dall’instabilità delle relazioni interpersonali, dell’immagine di sé e del comportamento.
Fra i sintomi tipici di questo disturbo c'è la paura dell’abbandono ed i comportamenti autodistruttivi e distruttivi delle loro relazioni interpersonali. Il disturbo antisociale di personalità spinge l’individuo a comportamenti impulsivi e ad essere indifferente nei confronti dei sentimenti altrui. Il dato psicodinamico fondamentale è la mancanza del senso di colpa o del rimorso.
Comunque quella persona con le cure mediche è poi tornata alla normalità.
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Bene, adesso mi è chiaro dottorstranamore tutto il tuo cambiamento e giri di parole. Mi ritieni una malata di mente. Grazie del bellissimo aiuto e del delicato complimento.
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malata di mente? no, dott cerca solo di venirti incontro. Ti sei esposta pubblicamente, la tua è una palese richiesta di aiuto o suggerimenti. Ti stupisci poi se ciò accade? Accettali, nella parte che ritieni consona al tuo carattere. Tutti abbiamo bisogno di aiuto, e se non riusciamo a metabolizzare certe cose, è un bene che qualcuno ci indichi la strada. :rose:
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(http://m.cdn.blog.hu/pl/plantsandbeasts/image/kacsa/daffy_duck_14.jpg)Ehi tu! Dottor house...per mille papere spennate! hai fatto arrabbiare la mia gattina...La prossima volta che ci riprovi: Ti do un destro, poi un sinistro, anzi prima un sinistro, poi un destro, insomma....
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(http://www.salimbeti.com/paperinik/images/donald15.jpg)
Ciao D@ffy, un bel saluto dal "dottor house" stranamore.
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(http://sphotos-c.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-prn1/148855_10151115760560892_288268933_n.jpg)
ecco qua un bel suggerimento per tutti noi e per gattina.
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(http://sphotos-a.ak.fbcdn.net/hphotos-ak-snc7/426988_137886796333109_1447354917_n.jpg)
queste parole sono del grande Zeb, poeta di murales. lo potete trovare anche in FB
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... come a dire: siate assertivi!