Scrittura creativa
Scrittura creativa => Pensieri, riflessioni, saggi => Topic aperto da: Doxa - Aprile 22, 2023, 16:16:22
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Reinhard Pummer, professore emerito di studi religiosi all’Università di Ottawa, in Canada ha recentemente pubblicato un suo libro, titolato “Samaritani”, nel quale argomenta di storia, religione, letteratura e cultura dei Samaritani del passato e del presente.
Questo libro è stato preceduto da due altre monografie:
una dedicata ai Samaritani e il samaritanesimo nella letteratura cristiana antica,
l’altra, ai Samaritani in Giuseppe Flavio (38 circa – 100 circa), scrittore e storico ebreo. Il suo nome in ebraico Yosef ben Matityhau (= “Giuseppe figlio di Maria”); egli assunse il nome in latino Titus Flavius Iosephus dopo la sua liberazione dalla prigionia e conseguente conferimento della cittadinanza romana da parte dell’imperatore Tito (Flavio Vespasiano).
In “Antichità Giudaiche” Giuseppe Flavio racconta la storia del popolo ebraico dalle origini fino all'epoca precedente la guerra giudaica del 66 70 d. C.. Questo testo contiene notizie relative ai movimenti religiosi del giudaismo del I secolo, come gli Esseni, i Farisei, e gli Zeloti.
In un breve passo nel Libro XVIII menziona anche la predicazione e la morte di Gesù, ma questo passo è considerato una falsificazione inserita in epoca cristiana. La maggioranza degli studiosi odierni ritiene che Giuseppe Flavio abbia effettivamente menzionato Gesù, ma poi furono aggiunti dettagli da un interpolatore cristiano.
I suoi scritti sono considerati importanti come fonte di informazioni sulla Giudea del I secolo dell’era cristiana.
(https://www.cortiledeigentili.com/wp-content/uploads/2023/04/Screenshot-2023-04-17-alle-12.59.27.png)
Un sacerdote solleva un rotolo della Torah samaritana durante le preghiere all'alba sul Monte Gerizim in Cisgiordania.
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Anche chi ha poca pratica cristiana, quando sente parlare del “buon samaritano”, sa che è una persona misericordiosa, dedita agli emarginati o ai bisognosi.
Gesù racconta questa parabola narrata dall'evangelista Luca per spiegare l'attenzione che bisogna avere verso il prossimo e per evidenziare che è preferibile un "eretico", come un samaritano, che si comporta con amore verso chi i bisognosi anziché i sacerdoti e i leviti, che hanno convinzioni religiose ortodosse ma si comportano senza carità verso il loro prossimo.
“Ed ecco, un dottore della Legge si alzò per metterlo alla prova e chiese: "Maestro, che cosa devo fare per ereditare la vita eterna?". Gesù gli disse: "Che cosa sta scritto nella Legge? Come leggi?". Costui rispose: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua forza e con tutta la tua mente, e il tuo prossimo come te stesso". Gli disse: "Hai risposto bene; fa' questo e vivrai".
Ma quello, volendo giustificarsi, disse a Gesù: "E chi è mio prossimo?". Gesù riprese: "Un uomo scendeva da Gerusalemme a Gerico e cadde nelle mani dei briganti, che gli portarono via tutto, lo percossero a sangue e se ne andarono, lasciandolo mezzo morto. Per caso, un sacerdote scendeva per quella medesima strada e, quando lo vide, passò oltre. Anche un levita, giunto in quel luogo, vide e passò oltre. Invece un Samaritano, che era in viaggio, passandogli accanto, vide e ne ebbe compassione. Gli si fece vicino, gli fasciò le ferite, versandovi olio e vino; poi lo caricò sulla sua cavalcatura, lo portò in un albergo e si prese cura di lui. Il giorno seguente, tirò fuori due denari e li diede all'albergatore, dicendo: ‘Abbi cura di lui; ciò che spenderai in più, te lo pagherò al mio ritorno". 36Chi di questi tre ti sembra sia stato prossimo di colui che è caduto nelle mani dei briganti?’. 37Quello rispose: ‘Chi ha avuto compassione di lui’. Gesù gli disse: ‘Va' e anche tu fa' così’ “ (10, 25 – 37).
Questo racconto è ambientato sulla strada che da Gerusalemme (800 mt di altitudine) scende fino a Gerico (nella valle del fiume Giordano), che è a 300 mt sotto il livello del mare.
(http://www.corsiadeiservi.it/public/content/rubriche/PADRE%20KONRAD/buon_samaritano.jpg)
Il samaritano soccorre il viandante ferito dagli assalitori
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Nei Vangeli un’altra famosa parabola è quella della samaritana, descritta dall’evangelista Giovanni.
Narra che Gesù con i discepoli dalla Giudea andarono verso la Galilea, attraversando la Samaria (in ebraico Shomron) regione montuosa situata tra la Giudea a Sud e la Galilea a Nord.
Giunsero in una città della Samaria chiamata Sichem (Sycar in aramaico), citata:
sia in Genesi (12, 6; 33, 18; 34, 2) come luogo dove il popolo d'Israele, terminato l'esodo, rinnovò l'alleanza con il suo Dio prima di entrare nella “terra promessa”,
sia nel capitolo 24 del Libro di Giosué: "Giosuè adunò pure tutte le tribù d’Israele in Sichem, e convocò gli anziani d’Israele, i capi, i giudici e gli ufficiali del popolo, i quali si presentarono davanti a Dio" (24, 1);
"E le ossa di Giuseppe (il patriarca Giuseppe) che i figli d’Israele avevano portate dall’Egitto, le seppellirono a Sichem," (24, 32).
Nel Nuovo Testamento Sichem o Sycar è la località dell’incontro di Gesù con la samaritana (Gv 4, 5), come tale considerata miscredente o pagana dai Giudei, invece è capace di comprensione e di aiutare, mentre i credenti ortodossi, che pure hanno avuto l'educazione necessaria per comprenderle, non arrivano a capire.
Gesù chiese da bere alla donna che si era recata al pozzo per prendere l’acqua, e questa rimase sorpresa che egli, essendo giudeo, le rivolgesse la parola.
“Era circa mezzogiorno. Giunge una donna samaritana ad attingere acqua.
Le dice Gesù: ‘Dammi da bere’. I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. Allora la donna samaritana gli dice: ‘Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana ?’. I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. Gesù le risponde: ‘Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: ‘Dammi da bere!’, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva’. Gli dice la donna: ‘Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest'acqua viva? Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?’. Gesù le risponde: ‘Chiunque beve di quest'acqua avrà di nuovo sete; ma chi berrà dell'acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l'acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d'acqua che zampilla per la vita eterna’. "Signore - gli dice la donna -, dammi quest'acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua. Le dice: ‘Va' a chiamare tuo marito e ritorna qui’. Gli risponde la donna: ‘Io non ho marito. Le dice Gesù: ‘Hai detto bene: "Io non ho marito". Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero. Gli replica la donna: ‘Signore, vedo che tu sei un profeta! I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare’. Gesù le dice: ‘Credimi, donna, viene l'ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. Ma viene l'ora - ed è questa - in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità. Gli rispose la donna: ‘So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa’. Le dice Gesù: ‘Sono io, che parlo con te’.
In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: ‘Che cosa cerchi?’, o: ‘Di che cosa parli con lei?’. La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: ‘Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?. Uscirono dalla città e andavano da lui” (Gv 4, 6 – 30).
Nel dialogo citato la donna samaritana dice a Gesù: “I nostri padri hanno adorato questo monte; voi invece dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”.
E evidente il contrasto tra le due fedi, una legata al tempio sul monte Garizim e l’altra al Tempio di Gerusalemme sul monte Sion.
La replica di Cristo è netta: “Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre… Viene l’ora in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità” (Gv 4, 19 – 24).
(https://www.bibbia-it.org/wp-content/uploads/2021/05/Gesu%CC%80-e-la-samaritana.jpg)
Gesù e la samaritana al pozzo
Oggi Sycar è soltanto un sito archeologico nei pressi di Nablus, città a 65 km a nord di Gerusalemme.
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Il cardinale Gianfranco Ravasi in un suo articolo titolato “Vi spiego chi sono i Samaritani”, pubblicato sul settimanale ”Domenica” del quotidiano Il Sole 24 Ore del 16 aprile scorso, dice che i Samaritani sono un’etnia particolare che affiora a più riprese nella Bibbia.
Ciò che può sorprendere è la loro sopravvivenza attuale: sono meno di un migliaio, distribuito tra Nablus (Neapolis romana), centro principale della Samaria, e Holon non lontano da Tel Aviv.
Essi prediligono l’endogamia con matrimoni tra cugini che ha l’inevitabile conseguenza genetica dei bambini che nascono con malformazioni.
L’appartenenza è patrilineare ed etnica, così da scoraggiare matrimoni misti, prassi contro cui si è battuta tempo fa una nota conduttrice samaritana della televisione israeliana, innamorata di un ebreo.
I samaritani vengono classificati come ebrei eterodossi, frutto delle unioni avvenute secoli fa, quando Samaria, capitale del regno scismatico di Israele (staccatosi da quello di Giuda con capitale Gerusalemme), fu conquistata dagli Assiri nel 722 a.C.
I discendenti sono oggi nella Samaria (regione ormai a prevalenza musulmana) e si distanziano dagli Ebrei, pur avendo in comune non pochi elementi religiosi, sia pure declinati secondo tipologie differenti.
Bastino solo queste due citazioni bibliche per marcare l’antico divario.
Dal libro del Siracide, sapiente ebreo del II secolo a.C.: “Non sono neppure un popolo quelli che abitano sul monte di Samaria, un popolo stolto” (50,25-26).
Dal Vangelo di Giovanni: “I Giudei non hanno rapporti coi samaritani” (4,9).
Si comprende, quindi, la provocazione di Gesù quando nella parabola pone un samaritano a emblema di amore nei confronti di una persona percossa con violenza e derubata.
Il cosiddetto “Pentateuco samaritano”, parallelo alla Torah ebraica, sia pure con varianti proprie, viene mostrato ai fedeli solo nei sabati delle tre festività di pellegrinaggio, nello Yom Kippur (il giorno ebraico dedicato alla preghiera e alla penitenza) e nella festa che commemora il dono divino della Legge.
Questa scrittura sacra è conservata in una sinagoga sul monte Garizim, (in ebraico Gherizim), considerato sacro dai Samaritani. E' in Palestina a ovest di Sichem, antica città biblica, oggi sito archeologico, vicino alla moderna città di Nablus, 65 km a nord di Gerusalemme.
La testimonianza biblica parla sin dall'antichità del carattere sacro di questa località (Deuteronomio 11,29).
Separatisi dai Giudei, i Samaritani costruirono sul Garizìm un tempio (2 Maccabei 6,2), nel luogo sul quale - secondo una loro tradizione - avvenne il sacrificio di Abramo.
Ai piedi del monte, ancora la tradizione situa il pozzo di Giacobbe (vedi parabola della Samaritana che offre da bere a Gesù)
Il tempio sul Garizìm, costruito all'epoca di Alessandro Magno (328 a.C.) a imitazione del tempio di Gerusalemme, fu distrutto nel 128 a.C..
Nei Samaritani rimase la convinzione che su quel monte bisognava adorare Dio (Gv 4,20).
Nel 36 d. C. su questa montagna ci fu una rivolta dei Samaritani contro il potere di Roma, ma fu repressa
dalle truppe comandante da Ponzio Pilato, all'epoca prefetto della Giudea.
Nel 67 d.C. i Samaritani furono sconfitti dall'esercito romano comandato dal "legatus legionis" dell'imperatore Vespasiano, Sesto Vettuleno Ceriale.
Il monte Garizim è ancora considerato sito sacro. I riti religiosi vengono officiati dai sommi sacerdoti samaritani. Ai suoi piedi sorge l'ultimo villaggio interamente samaritano, Kiryat Luza.
Nel dialogo citato nel precedente post la donna samaritana dice a Gesù: “I nostri padri hanno adorato questo monte; voi invece dite che è Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare”.
E evidente il contrasto tra le due fedi, una legata al monte Garizim e l’altra al monte Sion, dove c’era il Tempio di Gerusalemme.
La replica di Cristo è netta: “Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre… Viene l’ora in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità” (Gv 4, 19 – 24).
Nei secoli sul Garizim sono state edificate le sinagoghe samaritane; sulla sua vetta si celebra la Pasqua col sacrificio dell’agnello. Su questa montagna si sale per i pellegrinaggi nelle varie festività e si officiano matrimoni e funerali.
Sopravvissuti a persecuzioni, a discriminazioni politiche e sociali, a conversioni forzate e ad apostasie, queste poche persone reggono ancora alto il vessillo della loro identità, nella convinzione di essere gli unici autentici rappresentati dell’antico Israele biblico.
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(https://www.conformingtojesus.com/images/pagineweb/palestina-israele_ai_tempi_di_gesu.jpg)
La Palestina al tempo di Gesù, era parte dell’impero romano
Causa il loro sincretismo religioso i Samaritani fin dall’antichità sono contestati dagli Ebrei ortodossi. Della loro scambievole avversione ci sono tracce anche nei Vangeli.
Gesù mentre insegnava nel Tempio di Gerusalemme venne accusato dai suoi nemici di essere posseduto dal diavolo e di essere un samaritano. Egli rispose loro: ”Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete? Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non ascoltate: perché non siete da Dio.
Gli risposero i Giudei: 'Non abbiamo forse ragione di dire che tu sei un Samaritano e un indemoniato?'. Rispose Gesù: 'Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me. Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica' " (Gv 8, 46 – 50).
Dai racconti evangelici si desume che Gesù nei confronti dei Samaritani aveva atteggiamenti contrastanti.
Dal Vangelo di Matteo sappiamo che Gesù ordinò ai 12 apostoli: “Non andate fra i pagani e non entrate nelle città dei Samaritani; rivolgetevi piuttosto alle pecore perdute della casa d'Israele (10, 5 – 6). In quel tempo i samaritani erano considerati scismatici.
Dal Vangelo di Luca si apprende che Gesù per recarsi a Gerusalemme passò al confine tra la Samaria e la Galilea. Entrò in un villaggio e gli si fecero incontro dieci lebbrosi gridando da lontano: ‘Gesù, Maestro, abbi pietà di noi!’ Lui miracolosamente li guarì e li mandò dai sacerdoti per farli vedere sanati, ma soltanto uno di loro tornò per ringraziarlo, ed era un samaritano.
Gesù disse: 'I dieci non sono stati tutti mondati? E i nove altri dove sono? Non si è trovato alcuno che sia tornato per dar gloria a Dio fuori che questo straniero? E gli disse: Alzati e vai la tua fede t’ha salvato' " (17, 11 – 19).
Nel nono capitolo del Vangelo di Luca si narra anche del cammino di Gesù con i suoi apostoli per andare a Gerusalemme: “mandò messaggeri davanti a sé. Questi si incamminarono ed entrarono in un villaggio di Samaritani per preparargli l'ingresso. Ma essi non vollero riceverlo, perché stava andando a Gerusalemme. Quando seppero ciò, i discepoli Giacomo e Giovanni dissero: ‘Signore, vuoi che diciamo che scenda un fuoco dal cielo e li consumi?’. Si voltò e li rimproverò. E si misero in cammino verso un altro villaggio” (Lc 9, 52 – 56).
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Negli Atti degli Apostoli si narra che gli apostoli domandarono a Gesù: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di Israele?. Ma egli rispose: ‘Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo che scenderà su di voi e mi sarete testimoni (= predicate il Vangelo) a Gerusalemme, in tutta la Giudea e la Samaria e fino agli estremi confini della terra’ “(At 1, 6 – 8.
Ancora dagli Atti degli Apostoli viene citato l’apostolo Filippo in Samaria:
“Filippo, sceso in una città della Samaria, predicava loro il Cristo. 6E le folle, unanimi, prestavano attenzione alle parole di Filippo, sentendolo parlare e vedendo i segni che egli compiva. 7Infatti da molti indemoniati uscivano spiriti impuri, emettendo alte grida, e molti paralitici e storpi furono guariti. 8E vi fu grande gioia in quella città” (8, 5 – 8;
“Frattanto gli apostoli, a Gerusalemme, seppero che la Samaria aveva accolto la parola di Dio e inviarono a loro Pietro e Giovanni. Essi scesero e pregarono per loro perché ricevessero lo Spirito Santo; non era infatti ancora disceso sopra nessuno di loro, ma erano stati soltanto battezzati nel nome del Signore Gesù. Allora imponevano loro le mani e quelli ricevevano lo Spirito Santo.
(Simone (che praticava la magia) vedendo che lo Spirito veniva dato con l'imposizione delle mani degli apostoli, offrì loro del denaro dicendo: ‘Date anche a me questo potere perché, a chiunque io imponga le mani, egli riceva lo Spirito Santo’. Ma Pietro gli rispose: ‘Possa andare in rovina, tu e il tuo denaro, perché hai pensato di comprare con i soldi il dono di Dio’ (At 8, 14 – 20).
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