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Topics - ciro

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16
Anch'io ho scritto un aforisma / Miracoli in corsia
« il: Maggio 02, 2013, 00:39:13 »
Miracoli in corsia

Eppur si muove…. l’urlo di ottimismo svegliò l’ intero reparto di urologia maschile.

 Ciro


17
Anch'io ho scritto un aforisma / Interminabili attese
« il: Maggio 02, 2013, 00:37:51 »
Leo, un minuto e sono da te amore, fai pure con calma … dopo la Gioconda terminò anche l’Ultima Cena


Ciro

18
Anch'io ho scritto un aforisma / Comprendere
« il: Aprile 30, 2013, 04:39:02 »
Comprenderemo tardi, che non c’e nulla da comprendere.

Ciro

19
Anch'io ho scritto un aforisma / La ricerca
« il: Aprile 28, 2013, 03:32:57 »
In mille modi l’uomo cerca la verità, ma Questa va oltre la sua ricerca.

Ciro

20
Anch'io Scrivo poesia! / Non sono dio
« il: Aprile 27, 2013, 21:20:57 »
Non sono dio

Oggi sono io
poco importa
se non sono dio
Urlo alla luna
perché mi mostri infine
la sua faccia segreta
Ho rubato una rosa
non per il suo profumo
ma per sentire le spine
Ho sfidato il tramonto
perché non cedesse alla notte
che giunge triste e molesta
Non seguo i miei pensieri
sfuggenti come fulmini
mentre solo resto indietro
Sono precipitato salendo
e nel rialzarmi scopro ora
di non essermi mai mosso
Ho deriso la morte
oggi non mi turba più,
forse  sono dio


Ciro

21
Anch'io ho scritto un aforisma / La reincarnazione
« il: Aprile 25, 2013, 05:27:46 »
 La reincarnazione non è una seconda possibilità, ma un altro capitolo della stessa storia.


Ciro

22
Anch'io ho scritto un aforisma / Paternità
« il: Aprile 23, 2013, 05:56:23 »
In una folla immensa il bimbo trepidante lo chiamo papà, ma  furono in troppi a girarsi per crederci davvero!

Ciro

23
Anch'io Scrivo poesia! / Vento di Ponente
« il: Aprile 23, 2013, 05:54:06 »
Vento di Ponente

Si alza fiero  il vento di ponente
mentre tutto prende colore e forma
Soffia schietto su antiche rovine
che ancora una volta gli dan voce

T’intrufoli tra i vicoli cercando
uomini, fanciulle e antichi mercanti
da cui ascoltavi leggiadre storie,
le sole che ti quietavano l’anima

Tu che fosti fresco sollievo d’estate
e flagello accanito le notti d’inverno
nessuno ora ti implora o maledice
e secchi arbusti desolati ti ignorano

24
Anch'io ho scritto un aforisma / La vita
« il: Aprile 21, 2013, 07:31:53 »
La  vita ci cattura … rendendoci schiavi

Ciro

25
Anch'io ho scritto un aforisma / Parlamento
« il: Aprile 17, 2013, 21:42:26 »
O con me o contro di me. Nel parlamento ci furono momenti di panico indescrivibile.

Ciro

26
Pensieri, riflessioni, saggi / Ricordo personale di Califano
« il: Aprile 17, 2013, 07:44:23 »
Ricordo personale di Califano

Una decina di anni fa andai con la mia compagna ad uno spettacolo di Califano, il cantante poeta maledetto. Da ragazzo avevo ascoltato i suoi grandi successi ma  mi ero fermato al motivetto orecchiabile, nient’altro.
Di recente avevo invece riascoltato le parole di “ Tutto il resto è noia” , “Io non Piango” ed altre e l’interesse per tale personaggio era cresciuto. Lo spettacolo era organizzato da una mia carissima amica che spesso  mi aveva invitato a concerti di artisti con brani  ancora ai vertici della hit parade ma non sempre ciò che piaceva a tutti in quel momento mi trovava interessato e quindi avevo declinato vari inviti.
Accogliemmo Califano e la sua band e andammo in un ristorante dove avemmo la prima sorpresa. La tavola era imbandita all’inverosimile e quando il proprietario del locale gli chiese qualcos’altro di suo gradimento noi non ci saremmo stupiti e avesse chiesto un cinghiale arrosto e chissà quali vini e superalcolici ma chiese solo un brodino vegetale ed in bicchiere d’acqua, non consumò altro.
Si mostro’ subito simpatico e disponibilissimo, a differenza di tante meteore che pure avevo conosciuto e dimenticato l’anno dopo, e su mia proposta fu felice di organizzare uno scherzo telefonico al proprietario del locale dove si sarebbe esibito comunicandogli in romanesco che non aveva voglia di fare lo spettacolo e che non gli doveva rompere … . Subito dopo il proprietario, che aveva fatto il pienone, in stato di panico telefonò alla mia amica, seduta al tavolo, che stette al gioco che durò fino all’inizio del concerto tra fischi e proteste dei suoi fans per l’annunciata assenza. Sembrava uno scherzo goliardico organizzato con un vecchio amico di liceo che conosci dall’infanzia e non il Califfo, uno dei re di Roma, che aveva infranto ogni confine, compreso droga e collegio, come lo aveva affettuosamente chiamato lui.
La cena finì alle ventdue ma lo spettacolo non sarebbe iniziato prima di mezzanotte e questo divenne un problema , un problema serio. Lui era abituato a spettacoli che terminavano a mezzanotte e quindi era innervosito da questa lunga attesa, altro che le “quattro” di Fiorello quando lo imitava splendidamente.
Io e la mia compagna cercammo di ovviare a questo imprevisto improvvisando una lunga chiacchierata a tre, tipo intervista, e forse all’inizio ci scambiò per giornalisti, ma comunque rispose a tutte le domande tranquillamente. Parlammo per quasi due ore e ne emerse un personaggio ben diverso da quello che vuole, o vogliono, apparire.  Una grande sensibilità d’animo, generosità verso ragazzi deviati e chi in “una vita guadagna meno di un mio concerto”, ma soprattutto una grande solitudine che si accende quando le luci del palco si spengono.
Ci dichiarò tranquillamente che aveva avuto un numero impressionante di donne ma avemmo la certezza che erano state loro ad usare lui, non certo il contrario.
Quando la confidenza divenne quelle di vecchi amici gli chiedemmo cosa avrebbe voluto da una delle tante donne conosciute e non aveva avuto. La risposta fu immediata come chi ce l’ha sulla punta della lingua e sul cuore e non aspetta altro che tirarla fuori.
“ Avrei voluto che svegliandomi una notte mi accorgessi che a fianco a me nel letto ci  fosse un vuoto e cercare questa donna, magari di cui non conoscevo il nome o non glielo avevo neanche chiesto, nella casa e trovarla nel mio studio a leggere le mie poesie.”
Gli avevano chiesto di tutto ma non la cosa più importante.
Si accesero le luci e il Califfo, che commosso aveva quasi pianto qualche minuto prima, scomparve. Grande artista, intrattenitore di pubblico, e stuzzicato aveva sempre la meglio, davvero brillante. Spesso mentre cantava ci guardava seduti sul divanetto poco distante e nelle pause si sedeva in mezzo a noi due abbracciandoci  affettuosamente.
Non dimenticherò mai i suoi occhi quando vide il divanetto vuoto e con la sguardo ci cercava. Era quello del cane vagabondo di un suo celebre ritornello.
Addio Franco, quello che abbiamo conosciuto noi, grande poeta maledetto.

Ciro

27
Anch'io ho scritto un aforisma / La caduta degli dei
« il: Aprile 17, 2013, 06:48:21 »
La caduta degli dei dall’olimpo non fu riportata da nessun cronista dell’epoca.
Tutti impegnati ad accoglierne nuovi.

Ciro

28
Anch'io ho scritto un aforisma / Luci ed ombre
« il: Aprile 16, 2013, 09:14:18 »
Il sole ci dona la luce, ma anche le ombre.


Ciro

29
Anch'io Scrivo poesia! / Veli di rugiada
« il: Aprile 14, 2013, 05:36:27 »
Veli di rugiada

Scivolo su pensieri  lievi
vestiti da veli di rugiada
Rientra l’antico fuoco
dopo aver lambito il sole
Tutto è fermo, immobile
immerso in questa luce
Nulla è mai accaduto
perché mai accadrà

30
Pensieri, riflessioni, saggi / Crocifissi
« il: Aprile 13, 2013, 06:49:11 »
Crocifissi

Loro ci crocifiggono, sulla nostra terra arsa, tra i nostri sassi, sui nostri legni, sotto un cielo cupo che inghiotte l’aria amara. Anche il mio popolo prevede che si punisca con la morte chi viola le leggi del dio di Abramo e Mosè, leggi  che  sacerdoti ci ricordano puntualmente nel tempio del Signore, ma la lapidazione al confronto è un atto di pietà per il peccatore.
Sono qui su questo cumulo di sterco e fango maleodorante privo  anche di un arbusto secco, evitato  anche delle serpi e dagli scorpioni. Un solo filo d’erba sembrerebbe un fiore.
Soldati dell’imperatore sorvegliano annoiati  che le condanne a morte siano eseguite lasciando ai servi del posto i lavori più sporchi. Chiodi che profanano membra e urla strazianti squarciano questo silenzio gelido ed io vedo tutto, da tutti i lati , da ogni altezza. Assassini, stupratori ma anche pezzenti ladri per  di un tozzo di pane o annunciatori di messia o nuove divinità che porteranno pace e amore su questo inferno o paradiso profanato.
Non so perché mi trovo qui, non appartengo a nessun giustiziato né ho altri compiti che giustifichino la mia presenza. Non so come sono arrivato in questo tempo e luogo lontano, non so come andarmene.
Fianco a fianco madri, spose, figli di chi urla in croce e  assetati di giustizia che vedono placata in tale gesto la loro sete di vendetta, anche se per mano di un popolo straniero, con tanti dei e forse in fondo in fondo nessuno.
Guardo questi volti svuotati di sembianza umane e i loro corpi insanguinati che hanno subito il supplizio della flagellazione ma che solo ora conoscono l’apice della crudeltà umana. Mai la morte fu così invocata, desiderata, amata. Per una misera moneta un soldato accelererà la supplicata morte spezzando loro le gambe con un sasso, per due si degnerà di infilzare la sua nobile lancia in quel cuore che si ostina a pulsare. Anche la morte ha un prezzo!
Il sole sta calando su questa interminabile giornata di dolore ferendo gli occhi svuotati di ogni lacrima. Non vedranno la prossima alba, ma in questo ultimo addio è il minore dei mali. Anzi.
Uomini crudeli e sognatori di eden perduti  e mai più ritrovati, non vedo più la differenza. Non c’è differenza. Il dolore che li accomuna è così immenso che esce dai loro corpi e raggiunge il mio come se improvvisamente le nostre pelli fossero state bruciate da quest’ultimo raggio di sole. Sento le carni straziate, i muscoli strapparsi da ossa lacere, i polmoni sul punto di esplodere, i loro pensieri che combattano contro l’oblio con sempre minore forza, il loro ultimo respiro.  Un solo corpo, una sola mente, niente ci separa ormai, questo siamo adesso. Lo siamo  da  sempre  ed io lo scopro solo adesso, su quest’altare senza dio, senza misericordia, senza preghiera, senza niente.


Quanto raccontato non è un racconto o un’esercitazione letteraria, è semplicemente il tentativo maldestro di descrivere quanto provato moltissimi anni fa  in un sogno diverso da  altri sogni. Forse non era neanche un semplice sogno o incubo  ma ormai ciò ha poca importanza. Il dolore universale figlio di questa umanità disumana per pochi istanti ha vibrato intensamente in me marchiandomi a fuoco per sempre come nessuna meditazione, preghiera o barlume di luce aveva mai fatto prima.

Ciro


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