Visualizza post

Questa sezione ti permette di visualizzare tutti i post inviati da questo utente. N.B: puoi vedere solo i post relativi alle aree dove hai l'accesso.


Post - serena.gobbo

Pagine: 1 [2]
16
Altro / WAKA (questa non è una poesia!)
« il: Luglio 29, 2011, 17:14:28 »
Niou osservava la rugiada sulle foglie di bambù. Per quanto piccole e leggere, quelle gocce avevano scelto una dimora tra le più effimere: un solo pensiero di brezza e la loro condanna sarebbe stata pronunciata, un soffio e la morte le avrebbe attese nel fango.
Niou si sentiva come quei cristalli tremanti. Aspettava solo che la divinità del monte concepisse quel pensiero di brezza. Perché Niou sapeva di aver mancato.
Il viaggio durava da tre giorni quando arrivarono a quel monte. Erano stati giorni estenuanti; il carro si era impantanato più volte, avevano rotto una ruota e un bue era morto di fatica. Tutti cattivi presagi. Ma Niou non poteva permettersi ritardi: il suo signore lo aveva chiamato a sé; ignota la ragione, quel desiderio doveva essere esaudito, e in fretta. Era partito nel cuore della notte, Niou. Pioveva. Non poteva andare a salutare la moglie, la casa era lontana e una visita a quell’ora avrebbe fatto nascere pettegolezzi, ma la fece avvisare dalle serve: il viaggio era lungo e pericoloso, bisognava che la donna si dedicasse ai riti di protezione. Fino al suo ritorno non si sarebbe pettinata, né avrebbe pulito la casa; non avrebbe mancato di preparare il pasto quotidiano per lui, né di mettere una bottiglia di saké sul suo guanciale dopo averla fatta purificare. Per nessun motivo le preghiere e i rituali dovevano essere trascurati, pena il suo non ritorno: la donna avrebbe rispettato tutto ciò, ubbidiente, metodica, nella paura di trascorrere il resto dei suoi giorni a cercare il riflesso di chi non è più in vita negli occhi di coloro che l’avevano conosciuto.
Altri doveri attendevano Niou lungo la strada. Aveva pregato nell’attraversare il ruscello dell’Hototogisu, aveva meditato prima di entrare nel boschetto del Glicine; aveva recitato il Sutra del Loto allo stagno di Suwa. Ma, arrivato al monte, sfinito dalla stanchezza e dalla fame, si era addormentato nel carro, senza comporre alcun waka per placare lo spirito che là dimorava.
Quando si destò era troppo tardi: inutile prendersela con i servi che non lo avevano svegliato, niente avrebbe cancellato la sua colpa. La disperazione gli permise appena di vedere quel bambù e la rugiada che lo accarezzava. Fu in quel momento che comprese cosa doveva fare.
Una volta arrivato al palazzo, raccolse tutto il suo coraggio per condensarlo in un’unica, ultima richiesta; il suo signore chiese del tempo per pensarci: Niou era un buon servitore, però doveva redimersi perché la divinità del monte era stata oltraggiata. Così il signore acconsentì e Niou fu dispensato dal servizio.
Non tornò a casa. Mandò dei servi dalla moglie: non si sarebbero rivisti mai più. Regalò le sue spade, abbandonò i suoi eleganti abiti, si spogliò dei ricordi del passato e salì in cima al monte: diventò un intonsha, un asceta, e gli anni che gli rimasero da vivere divennero le strofe di quel waka che non aveva scritto.

17
Altro / LA LANCETTA
« il: Luglio 29, 2011, 17:13:29 »
I miei avi si accoppiavano col sole e partorivano ombre, figli che li accompagnavano come cani stretti al guinzaglio e che morivano col giorno insieme ai propri genitori.
I miei figli, invece, sono i minuti, li partorisco da sola, uno alla volta, e muoiono tutti, l’uno alla nascita dell’altro, prematuri ed acerbi come frutti che marciscono sul ramo. Io vado avanti, non mi volto nemmeno a guardarli, me li lascio cadere alle spalle e ignoro il loro ticchettio d’agonia, che è come lo scoppio di una bolla sulla superficie dell’acqua sopra uno dei miei figli che annega.
La mia esistenza coincide con la morte della mia discendenza, è per questo che non posso fermarmi, al capolinea nessuno mi aspetta: io sono il viaggiatore, il treno, i binari e le stazioni. Io do la vita e la tolgo, perfino le stelle cadono davanti a me. Che io sia Dio?
Tutti mi seguono, corrono per raggiungermi, eppure la mia velocità non muta, la ripetitività sfuma nella lentezza. Tutti mi guardano, mi portano con sé, sono il protagonista ed il regista dei loro pensieri, e loro sono i maggiordomi al mio servizio.
I miei antenati erano radicati al loro posto come alberi alla terra e un minimo spostamento ne causava la morte o, peggio, la pazzia. Io sono in moto perpetuo, giro in un mondo che ha per centro il mio stesso cuore, e il mio moto è la mia vita, sono come un pesce, se mi fermo perdo il respiro e muoio.
Ecco perché ora ho paura: man mano che i miei figli muoiono, io divento sempre più pesante. Lo sento. È il fardello delle loro anime che mi rallenta? Se avessi un petto su cui posare questo peso, sentirei il fiato troncarsi; se il fiato avesse braccia, le vedrei tese verso di me in cerca di aiuto. Se avessi piedi, li vedrei rallentare, ogni passo più fiacco del suo gemello, come se le suole si fossero impregnate di polvere di ferro. Un ferro che, se avesse occhi, bramerebbe i miei piedi, come colui che è stato avvelenato brama l’antidoto.
Ma io non ho polmoni che possano privarsi d’aria, non ho piedi che possano stancarsi o desiderare una sosta per le troppe vesciche. Non ho neanche un viso su cui graffiare le rughe di questa paura. È una paura che ho visto tante volte, innumerevoli volte sulle facce degli umani, facce troppo gonfie, o troppo secche, facce screziate di rughe o vellutate di giovinezza, facce bollenti di rabbia o zittite di rassegnazione, facce tutte rivolte a me, come se io fossi stata il loro Dio.
No, io non sono Dio. Mi sto fermando. I miei figli vogliono vivere a mie spese, ognuno più a lungo del fratello che l’ha preceduto, finché l’ultimo minuto vincerà su tutti, non ci saranno altri fratelli a mozzargli l’esistenza, e lui resterà là, immobile ed eterno, mentre io sarò morta a causa della sua immobilità.
I miei antenati morivano ogni sera, ma risorgevano il giorno successivo. E io? Vedo i loro spiriti ridere della mia boria che si sfalda sotto il ticchettio dei minuti.
Mi sto fermando, sto morendo, qualcuno mi aiuti.

La mano è apparsa ed ha girato una rotellina che non sapevo neanche di possedere, e io sono rinata. Ho ritrovato le mie forze, nessun figlio mi sopravvivrà. Non sento più gli spiriti dei miei avi godere della loro rivincita. Ma chi mi ha ridato la vita?
Il mio maggiordomo, un servo. Lo ha fatto con noncuranza, per caso, si è tolto un pilucco dalla manica, mi ha vista sfiancata e moribonda, e mi ha salvata. Dunque non sono non sono un dio, ma dipendo dal mio servo. Nessuno mi guardava per adorarmi, nessuno provava soggezione in mia presenza. Mi guardavano solo per controllarmi; per vedere se svolgo ancora il mio compito. Ma quale è questo compito?
Allora la paura che vedevo nei loro volti non proveniva da me, ma da qualcosa che io rappresento. Sono solo un simbolo, niente altro? Sono un significato che non conosce la propria origine? A cosa servo, io?
Ho paura.

18
Altro / Re: Sandali
« il: Luglio 29, 2011, 15:45:16 »
Sì, decisamente finale a sorpresa, e ben riuscito pure. Quando sono arrivata alla fine, ho ricominciato per vedere se qualcosa non tornava, e invece è tutto indirizzato allo scopo di sorprendere il lettore: ben scritto.
solo un dubbio:
"disordinatamente ma, leggera come tu sei".
Io avrei scritto: "disordinatamente ma leggera, come tu sei".
Insomma, a parte una virgola, lascerei tutto così perchè è davvero carino!

19
Altro / Re: la scrittura
« il: Luglio 29, 2011, 15:40:41 »
condivido al 100% eppure qualche volta c'è bisogno di un confronto a quattr'occhi con le persone. finchè scrivo e tengo per me quello che metto su carta, rimane morto. qualche distorsione posso notarla solo se me la fanno notare gli altri.
e ora un appunto a questo forum: i commenti sono sempre generici. mi piace, non mi piace, mi sembra di essere là, come sei bravo/a... non si scende mai nei dettagli. non dico criticare, ma ANALIZZARE sì. tenendo sempre a mente che gli scritti postati qui dentro meritano rispetto, per il solo fatto di aver trovato il coraggio di farli leggere al mondo, secondo me i commenti non aiutano gli scrittori a migliorarsi. sembra una vetrina in cui ognuno può mettere quello che vuole, tanto il vetro mantiene le distanze con i passanti.
possibile che nei lettori non nasca mai un dubbio, una domanda? mi sembra quasi che facciano commenti solo per far presenza.
Forza! questo forum potrebbe davvero essere un workshop di scrittura da far invidia alle scuole di scrittura creativa americane!  :top:

20
Altro / Re: Capitan Libeccio e Rosaspina
« il: Luglio 29, 2011, 15:33:26 »
la fantasia merita, complimenti. solo che finchè non lo hai scritto, non si capiva che si parlava di due pappagalli e non di altri tipi di uccelli. la fantasia visita mi si è subito messa in modo ma mi mostrava due canarini! chissà perchè.
posso fare una domanda: ad un certo punto scrivi che il tempo passava ma che loro non sentivano la mancanza della gabbia. questo non è ovvio?

21
Altro / Re: Il Tram
« il: Luglio 27, 2011, 18:04:49 »
originale questo accostamento!
ma sai che mi hai fatto venire il dubbio se "va", terza persona singolare del verbo andare, va con l'accento o senza? io l'avrei messo senza, così, in automatico. ma ora mi tocca andare a controllare??? no, stasera faccio la pigra. se mi aiutate voi è meglio.  :kiss:

22
Altro / Re: Fin che morte non vi separi
« il: Luglio 25, 2011, 11:21:45 »
Non lo trovo tetro: la vendetta fa parte del bagaglio di ognuno, sia che si riesce a portarla a termine, sia che si abbandonino i propositi per strada. La storia va avanti da sola, è ben motivato il gesto di Anita. Però perchè all'inizio si parla di "discorsi brillanti e sagaci che anni fa lo avevano reso  una tanto gradita compagnia"? questa frase sembra (sottolineo: sembra) in contrasto con la vitaccia che la donna ha dovuto sopportare.
da lettrice, poi, non ho "sentito" i dolori del marito. ci sono solo un paio di frasi che ne accennano, forse (risottolineo: forse) passano in secondo piano rispetto alla storia di anita...


23
Anche io ho partecipato. Non ho molta fiducia tuttavia nella successiva distribuzione di questa antologia. Si tratta di PrintOnDemand: credo che contino più sull'acquisto da parte degli autori di una o due copie, che sulle effettive capacità letterarie degli autori stessi.
ma - ripeto - ho partecipato pure io. Se non altro, è un esercizio di scrittura.

24
Presentazioni / Wow questo forum!
« il: Giugno 30, 2011, 09:37:08 »
Il modo migliore per presentarmi è lasciarvi il link del mio blog:
http://blog.libero.it/librini/view.php?ssonc=50450211&ssonc=1110473760

ci trovate un ulteriore link, quello alle mie recensioni su sololibri.net

cerco nuovi modi per ravvivare il blog, e ultimamente pubblico interviste e recensioni a scrittori esordienti, dunque, se tra di voi ce n'è qualcuno - contattatemi!!

25
"Fuga dalla libertà" di Fromm. applicabile sia alle vite dei singoli individui che alle grandi masse.

26
Letteratura che passione / Re: Il primo libro della nostra vita
« il: Giugno 30, 2011, 09:24:28 »
I ragazzi della via Pal.

27
Letteratura che passione / Re: Che cosa sto leggendo...
« il: Giugno 30, 2011, 09:23:59 »
"Stupore e tremori" della Nothomb. Ma sono ancora presa da "Cecità" di Saramago, lo tengo sul tavolo.

28
Cassonetto differenziato / Recensisco libri autori emergenti
« il: Giugno 29, 2011, 17:57:28 »
Ciao a tutti!
Sul mio blog trovate il link dove ci sono le mie recensioni. Fino ad oggi le recensioni di autori emergenti sono solo due, ma sto pubblicizzando la cosa solo da appena una settimana. Inoltre, sempre previo invio della copia del libro, possiamo pubblicare un'intervista sul mio blog.
Se vi interessa, contattatemi!

29
Pensieri, riflessioni, saggi / Re: Piccolo saggio sulla maternità
« il: Aprile 15, 2011, 09:15:39 »
Magari potessi restare a casa!!! da un mese abbiamo scoperto che mio figlio (due anni e 3 mesi) ha la spina bifida, e sono qua che mi sento in colpa a chiedere permessi all'azienda per portarlo dalla fisioterapista o dagli specialisti. ho perfino paura di dire alla titolare che sto richiedendo l'applicazione della legge 104 per usufruire di 3 giorni al mese pagati dall'inps per la malformazione. l'ultima volta che le ho parlato per spiegarle i motivi di così tanti permessi, mi è saltata su perchè ho rifiutato di farmi una settimana di fiera a milano: le avevo detto, con una scusa (che scema, scema, scema: mi vergognavo di informarla della malattia del bambino...), che non mi "conveniva" andare in fiera se doveva prendermi una baby-sitter per una settimana. scema io: perchè dovevo dirle subito il vero motivo per cui rinunciavo alla fiera!
comunque, tornando all'argomento iniziale, quando una donna diventa madre, smette di essere donna dotata di raziocinio, almeno così la pensa tutta la gente che le gravita attorno. ognuno ha la sua da dire, non si rendono conto che anche se si è al primo figlio, questo bombardamento di commenti non fa altro che far confusione. ti fanno sentire incapace, inadeguata, infantile, vittima della depressione... ormai la maternità è diventata un "problema", ma non per colpa del bambino. :mah:

30
Pensieri, riflessioni, saggi / Re: Minorenne? No grazie!
« il: Aprile 15, 2011, 09:04:11 »
sono d'accordo con tutto quello che scrivete... tuttavia, magari comprando i parlamentari, magari ricattandoli, magari in altri mille modi diversi, riusciranno a fare quello che vogliono, perchè ormai sono svincolati dall'elettorato che li ha mandati là. La maggioranza è incontrollabile e la minoranza non è all'altezza.

Pagine: 1 [2]