Autore Topic: La critica  (Letto 372 volte)

presenza

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La critica
« il: Febbraio 09, 2012, 23:38:30 »
Ebbene sì, a quest'ora della notte mi sorge spontanea l'idea di parlar di “critica”. Leggo spesso e sento da ogni dove che una buona critica aiuta a correggere e correggersi ma, ci sono veramente “buone” critiche? Meglio ancora, veramente si riesce a fare una buona critica o piuttosto non scatta nell'individuo chiamato a “criticare” il meccanismo perverso e quanto mai vero di “dare addosso” all'opera altrui, per sminuire e far risaltare la propria opera con orgoglio?
E' un mestiere delicato, far critiche, e ancor di più quando viene affidato a principianti. Di contro è altrettanto difficile che chi riceve una critica non ponga tutto su un piano personale arrivando addirittura ad offendersi. E qui ci si trova dunque tra l'incudine e il martello, da un lato “il critico” dall'altro “il criticato”, colui il quale certo del suo lavoro e della validità della sua opera,  se alla proposta:  “ … la tua opera sarà sottoposta a giudizi, critiche e suggerimenti” risponde prontamente: “ certo”, al momento di leggere i giudizi, le critiche e i suggerimenti salta “tre metri sopra il cielo” perché il più delle volte li ritiene inadeguati e assolutamente ingiusti.
In verità chi critica è sempre una persona e porta avanti il suo operato influenzato dalle proprie letture, dalle proprie idee e dal proprio stile personale, anche se il “super partes” in questo caso dovrebbe essere d'obbligo. Chi è criticato invece,  nonostante l'apertura apparente ad ogni forma di giudizio, riporta quest'ultimo sempre su un piano personale sentendo sconforto e in casi estremi rabbia e collera.
E' un mestiere duro quello di chi critica, è un mestiere raro quello di chi va oltre!

nihil

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Re:La critica
« Risposta #1 il: Febbraio 10, 2012, 09:49:35 »
concordo in linea di massima, in zam però non mi pare che la critica sia così arrogante. Credo che per far critica vera, ci voglia una grande cultura, il poter paragonare certe cose ad altre, insomma essere talmente di vasti orizzonti, da poter realmente criticare. Le nostre critiche qui sono prevalentemente bonarie, almeno così mi pare, anche perchè essendo tutti o quasi dilettanti, nessuno può presentarsi come professorino.
La critica spesso è saccenza, e questa è cosa antipatica, inoltre uno scritto può non piacere, non perchè sia deficitario, ma perchè il lettore-critico ha altri gusti.  ahuh :)

presenza

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Re:La critica
« Risposta #2 il: Febbraio 10, 2012, 13:25:06 »
Cara nihil,
il mio scritto non voleva riferirsi assolutamente all'ambiente di Zam dove regna il rispetto e la delicatezza. Ma alla critica in generale, a quella che, specie in ambienti letterari purtroppo è d'obbligo con le conseguenze del caso. E concordo con te quando affermi che per far critica bisogna essere "all'altezza".

nihil

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Re:La critica
« Risposta #3 il: Febbraio 10, 2012, 16:41:06 »
Lo avevo capito, Presenza, ma ne ho approfittato per parlare di zam, perchè a volte ci sono state le critiche alle critiche. ;)
Di sicuro per criticare bisogna essere super partes, invece spesso, a livello professionale, i critici magari non hanno nemmeno letto il libro o visto lo spettacolo, ma cedono alla simpatia per l'autore o alle convenienze economiche. Un mio amico recitava in teatro e scoprì una critica molto brutta sul suo lavoro, ma sapeva benissimo che quel critico non era nemmeno presente.
Di Tullio Kezich ( mi pare che si scriva così) mi fidavo a occhi chiusi, se diceva che il libro o il film era buono, era vero!
 :)