E quanto sei accogliente, silenzio!
Per le cicale innanzitutto, l'acqua delle cascate e poi tra gli alberi e le foglie.
Sei, tra le montagne e tetti delle case,
tra i passi dove non ci passa mai nessuno,
in mezzo alle panchine che ascoltano gli uccelli, nelle mattine d'estate
e tra i colori e i sapori della cucina di un cuoco stellato.
Sei, tra i ciottoli uno dopo l'altro
tra i ruderi di terme, abbandonato,
e in quel castello lassù in cima
che per arrivarci non si sente fatica.
E sei immenso, silenzio, profumo e volto senza nome e senza tempo e di te adesso
porto con me il tuo senso.