Quella mattina, mi pare fosse un lunedì di marzo, ero in classe con i miei compagni tremebondi e angosciati come me, aspettando l’arrivo del professor Stronati docente di italiano e gran cacacazzo. Alle interrogazioni era severissimo e se avevi studiato studiato riuscivi a prendere al massimo un sei più.
Invece del malefico insegnante comparve sulla porta il bidello Menchione, vestito come un pescatore fallito col suo puzzolente e lercio maglione blu, il quale ci comunicò che quella mattina il professor Stronati non sarebbe venuto perchè indisposto.
Dopo la grande notizia noi tutti levammo alte grida di giubilo che per poco non fecero andare i vetri delle finestre in frantumi.
Appena il bidello fu andato via la classe subì il solito processo di metamorfosi: la formazione di vari gruppetti.
C’era il gruppetto che parlava di calcio, quello che cianciava di politica, quello che spettegolava sui flirt (inesistenti) tra i ragazzi e le ragazze. Il gruppo più cospicuo e rumoroso, però, era quello che si riuniva per giocare al nomi cose città.
Io non facevo parte di nessun gruppetto, semplicemente me ne stavo seduto al mio banco fantasticando su qualsiasi cosa mi venisse in mente.
Mentre guardavo fuori scrutando il cielo blu blu blu, si venne a sedere vicino a me la lettera ZETA.
Era di un bel rosso fuoco, con gli occhietti azzurri e un fiocchetto lilla sullo spigolo superiore.
“Ciao LeD!!”
“Uè, ciao Zeta, qual buon vento?”
“Eh, LeD, la solita storia. I ragazzi mi hanno escluso dal foglio delle lettere perchè asseriscono che con me non c’è sfizio a giocare dato che trovare parole con la mia iniziale è impossibile”
“Bè, non è vero. Sono forse più rare e difficili, ma esistono. Solo che lo sai come son fatti i giovani d’oggi. Non hanno nessuna voglia di spremere un po’ le meningi, vogliono tutto facile”
“Sì, hai proprio ragione caro LeD. Ma forse ripensandoci non hanno tutti i torti. Già il nome, per esempio, è così difficile. A me non me ne viene in mente nessuno”
“C’è Zoroastro”
“Uhm. E una cosa?”
“La zattera”
“Ah. E la città?”
“Zafferana Etnea”
“E il mestiere?”
“Lo zappatore”
“E uno scrittore?”
“Emile Zola”
“E il calciatore?”
“Zoff”
“Wow, manca solo l’animale!!”
“E’ facile, la zebra”
“Eh eh eh, conoscendoti credevo avresti detto la zoccola!!”
“No no, altrimenti dicono che trombo poco perchè parlo sempre di mia sorella”