Autore Topic: Shylock - Monologo  (Letto 3911 volte)

vasco spagnoli

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Shylock - Monologo
« il: Maggio 09, 2014, 15:52:46 »
Il primo nome che ci viene in mente quando sentiamo parlare de "Il mercante di Venezia" è Shylock, quasi fosse lui il mercante del titolo. Il mercante invece è Antonio. E' Antonio il commerciante, il titolare di una ditta di import-export, più import che export. Shylock è l'usuraio, lo strozzino, il cravattaro, che per giunta è anche ebreo: aggravante non da poco nella Venezia del quindicesimo secolo e in tutto il mondo cristiano per almeno altri cinque secoli. Usura ed ebraismo sono sempre stati sinonimi, dire ebreo o strozzino era la stessa cosa. Intendiamoci, non è che per gli ebrei l'usura fosse una vocazione, una predisposizione genetica scritta nel DNA, era semplicemente l'unica attività che le autorità cattoliche dei vari paesi consentivano loro di esercitare. Gli ebrei non avevano diritti, nemmeno doveri, erano sottoposti soltanto a obblighi e divieti. Dovevano fare questo e quest'altro ma non potevano fare tutto il resto. Era loro concesso di esercitare l'usura, la più infame delle attività legali, perché era considerata il brodo di coltura delle inimicizie e li isolava dalla società. Lo strozzino non aveva e non ha amici per una semplice ragione: l'amico prima o poi la stoccata te la dà. Chi non ha mai ricevuto una stoccata da un amico? E chi non l'ha mai data? Senza amici e con molti nemici era più facile tenerli sotto controllo. Sugli ebrei gravava l'accusa, unica in tutto il mondo, di deicidio. Si erano macchiati dell'assassinio di Gesù figlio di Dio, quindi dovevano scontare questa sorta di "reato originale" nei secoli dei secoli e cos' sia. Un reato, se di reato si può parlare, che in duemila e passa anni è stato commesso una sola volta e che forse, anzi, senza forse, nessuno lo commetterà più. Ma come, un popolo, un intero popolo ha ucciso una persona, sia pure il figlio di Dio fatto uomo, ma uomo? Insomma, diverse migliaia di persone avrebbero ucciso tutte insieme e contemporaneamente un solo uomo? Non è possibile. Anche perché non è credibile che quel giorno nella piazza del Pretorio ci fosse tutto il popolo ebraico, Gerusalemme non era una città-stato. E poi la responsabilità in un caso di omicidio è sempre individuale, anche se la partecipazione è collettiva. Sarebbe stato o no un terribile errore incolpare tutti i tedeschi per i campi di sterminio? Perché allora condannare tutti gli ebrei presenti e futuri per un delitto provocato da quattro scalmanati? Provocato, badate bene, non commesso. Gesù fu crocifisso da romani, non da ebrei. L'accusa, in definitiva, si basa essenzialmente su una frase. "Il sangue di costui ricada su noi e i nostri figli", pare abbiano gridato coloro che quel giorno si trovavano sotto il balcone del Palazzo Pretorio, a un titubante Ponzio Pilato. Pare...Pare...Pare, perché ad affermarlo c'è soltanto l'evangelista Matteo. Non è poco ma non è nemmeno molto, se pensiamo che già i giuristi dell'antica Roma dicevano "Un testimone, nessun testimone". Ma anche ammettendo che quella frase sia stata pronunciata, non è una barbarie usarla per colpire esseri umani la cui colpa è quella di discendere da un branco di sconsiderati? Ma come, tu hai voluto la morte di Gesù e io dopo mille-duemila anni io dovrei scontare la pena che avrebbero dovuto infliggere a te, testa di rapa?

nihil

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #1 il: Maggio 10, 2014, 17:19:46 »
premetto che sono geneticamente atea, in un certo senso sopra le parti. Ammetto che un giorno mi è venuto in mente...ma chi era questo Gesù... e mi sono letta qualcosa di storico su di lui, il che me lo ha fatto amare ed accettare. Oggi sarebbe un figlio dei fiori, socialista probabilmente e probabilmente finirebbe ora come allora in galera!
Il fatto che gli ebrei abbiano ucciso il figlio di Dio sarebbe storicamente da rivedere, ma non è il cristianesimo che li ha condannati, erano sfigati anche prima e anche prima perseguitati, altrimenti non sarebbe giustificata la loro ricerca della terra promessa, diventata quasi un gratta e vinci.
L'ebreo del Mercante di Venezia è semplicemente un personaggio squisito, e Shakespeare credo abbia spezzato una lancia in favore degli ebrei, perchè il dialogo che spara Shylock nella sua arringa è semplicemente spettacolare. Insomma l'ebreo fu reso ebreo non per caso, ma a causa degli altri popoli che da sempre lo hanno perseguitato. Verrebbe da dire che Dio ce l'avesse con lui in anteprima, e a questo punto mi viene il sospetto che ci fosse un disegno proprio di Dio, se ci credessi, altrimenti non si capisce perchè le cose siano sempre andate così.
Alla tua ultima domanda, rispondo con un'altra: perchè se Adamo ed Eva si sono dati alla mela, noi dobbiamo continuare a pagare con sto peccato originale del cavolo? E la faccenda è antecedente a Ponzio Pilato and Company!   :dsew: :ehi: :heart:

Doxa

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #2 il: Maggio 11, 2014, 00:13:20 »
Chi insistette per la condanna a morte di Gesù ?

Nelle risposte dei vangeli ci sono delle differenze.

Secondo l’evangelista Giovanni furono i “Giudei”, ma questi non erano tutto il popolo di Israele. Giovanni era israelita, come lo erano Gesù e i suoi discepoli. In Giovanni la parola Giudei indica l’aristocrazia del tempio, come i sommi sacerdoti Anna e Caifa.
 
Nel vangelo di Marco, nel contesto dell’amnistia pasquale (Barabba o Gesù) gli accusatori sono di più, compare l’”ochlos” (la massa), ma non l’intera popolazione ebraica. Per l’amnistia pasquale l’ochlos scelse di salvare Barabba. Molti erano sostenitori di Barabba, rivoltoso contro il potere romano,  mentre i discepoli di Gesù per paura rimasero nascosti.

Un’amplificazione dell’ochlos di Marco è nel vangelo di Matteo (27, 25) che indica “tutto il popolo”, attribuendo ad esso la crocifissione di Gesù. Ma Matteo non esprime un fatto storico.

Il gruppo degli accusatori di Gesù erano i sacerdoti del tempio, contestati da Cristo, e nel contesto dell’amnistia pasquale si associò ad essi la “massa”dei sostenitori di Barabba.  Secondo il teologo ed esegeta Joachim Gnilka l’evangelista Matteo andò oltre i fatti storici e formulò una eziologia teologica con cui spiegarsi il destino di Israele nella guerra giudeo-romana. Anche se secondo Matteo “tutto il popolo” avrebbe detto: “Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli” (27, 25),  Gesù insegnò a non vendicarsi. La storia del cristianesimo ci fa sapere che le cose andarono diversamente e gli Ebrei, purtroppo, furono trasformati nei "capri espiatori".     

Per l’accusa sinedriale Gesù si sarebbe dichiarato re dei Giudei, ma Pilato sapeva che Egli non aveva creato un movimento rivoluzionario, forse aveva violato gli ordinamenti giudaici riguardanti il diritto e la fede, ma non gli ordinamenti romani concernenti la giurisdizione ed il potere.

Pilato presentò Gesù come candidato per l’amnistia pasquale, cercando in questo modo di liberarlo, ma alla folla spettava il diritto d’acclamazione, e scelse di salvare Barabba, definito da Giovanni un “brigante” (18, 40); nel contesto politico di allora la parola greca usata da questo evangelista aveva anche il significato di “terrorista”, oppure di “combattente della resistenza” contro i Romani.  Che questo fosse il significato è evidente nel racconto di Marco: “Un tale, chiamato Barabba, era in carcere insieme ai ribelli che nella rivolta avevano commesso un omicidio” (15, 7). Per quanto detto è evidente che Pilato avrebbe preferito salvare il non violento Gesù anziché Barabba, ma come suddetto, la cosiddetta aristocrazia del tempio ed i seguaci di Barabba vollero una diversa soluzione.             

vasco spagnoli

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #3 il: Maggio 11, 2014, 14:55:44 »
Se non mi fosse stato cancellato il mio "La verità di Pilato" avreste potuto leggere il mio pensiero completo su "quel giorno". Spero che la redazione faccia in modo che il mio testo possa venire letto e commentato.

vasco spagnoli

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #4 il: Maggio 11, 2014, 15:46:06 »
II)Shakespeare scrisse  Il mercante di Venezia tra il 1594 ed il 1596, ma la vicenda dell'ebreo ingannato da un mercante veneziano che per imbrogliarlo si valse della dabbenaggine del Doge e della faccia tosta di un avvocato farlocco è molto più antica, risale a un paio di secoli prima. Boccaccio scrisse il suo Decamerone - cento novelle, dieci giornate, eccetera eccetera - verso il 1350. Trent'anni dopo un altro toscano, Ser Giovanni Fiorentino, scrisse Il Pecorone, cinquanta novelle suddivise in venticinque giornate. Protagoniste due persone: una suora ed un giovane. Il luogo: un convento di Forlì. La suora si chiamava Saturnina ed era bellissima, il giovane si chiamava Auretto ed era di Firenze. Auretto sentì parlare di quella suora bellissima e volle conoscerla. Prese i voti e si fece nominare cappellano del monastero in cui era rinchiusa Saturnina. Naturalmente i due giovani si innamorarono uno dell'altra e per potersi almeno vedere e stare un po' insieme, decisero di trovarsi ogni giorno a una data ora nel parlatorio. E qui viene il bello. Auretto e Saturnina sono giovani, innamorati persi, si guardano negli occhi, si sfiorano le mani, i loro corpi bruciano di desiderio e loro cosa fanno? Per frenare i bollenti spiriti...si raccontano una novella ciascuno, tutti i gorni, per venticinque giorni. Lui le racconta una novella, lei gli racconta una novella e poi? Ciao, ci vediamo domani, stesso posto stessa ora? Mah! Sarà! Comunque il Giovanni Fiorentino ce la racconta così e noi non abbiamo motivi per non credergli. C i piacerebbe sapere cosa successe il ventiseiesimo giorno. Continuarono a vedersi? Decisero di fare quello che fanno tutti i giovani innamorati? Non si sa. Di quel grande e per qualche verso strano amore ci sono rimaste le novelle che si sono raccontati, raccolte e pubblicate da Giovanni Fiorentino. Una di queste novelle, intitolata Giannetto, parla di un mercante veneziano, di un usuraio ebreo, di un falso avvocato e di un processo burla che finisce con la rovina dell'ebreo. Shakespeare la lesse nella traduzione inglese e ne trasse una splendida dark comedy, che intitolò Il Mercante di Venezia.
Il fatto è questo. Bassanio, giovane gentiluomo veneziano, ha sperperato in bagordi tutto il patrimonio ereditato da suo padre, partecipando attivamente alla rutilante vita dell'allora godereccia Serenissima. Il gioco d'azzardo, le feste, le donne: un tritacarne capace di macinare in poco tempo ben più d'un cospicuo patrimonio. Ed ora il povero Bassanio si trova senza un soldo e pieno di debiti. Le idee però non gli mancano. "Se riuscissi a conquistare il cuore di Porzia..." Pensa. "Forse...forse..." Porzia è una ricchissima, bellissima e corteggiatissima dama del jet set veneziano. Conquistarne il cuore significherebbe anche poter mettere le mani sul suo patrimonio. Ma una donna del genere non si sognerebbe mai di accettare la corte di un morto di fame. Vogliamo scherzare? Suoi pretendenti, tanto per citarne alcuni, sono il Principe del Marocco e il Principe d'Aragona, che sarebbe come dire l'Aga Kan e Rokefeller. Bassanio è belloccio, palestrato, sempre abbronzato, sa vestire e sa come comportarsi in società, ma senza grana è come se non esistesse. No money? No Porzia. Solo chi è in grado di frequentare l'Olimpo può sperare nel sorriso di una dea. Basanio poi, oltre ad essere belloccio, palestrato, eccetera eccetera, è anche un formidabile piantatore di chiodi. Deve soldi a mezza Venezia, nessuno ormai gli farebbe credito nemmeno sotto tortura. Pensa e ripensa,il bel Bassanio riesce ad estrarre dal suo logoro cilindro un ultimo coniglio: Antonio. Antonio è l'amico che tutti vorremmo: fidato, generoso, disponibile, leale, ha un cuore grande come una casa e un patrimonio sufficiente a reggere la stoccata che Bassanio ha intenzione di infliggergli. L'incontro fra i due inizia con un assolo di violoncello di Bassanio. "Tu non ignori Antonio quanto io abbia decimato il mio patrimonio, pur conservando nelle mie abitudini quel lusso che i miei deboli mezzi non mi potrebbero a lungo consentire". E fin qui ci siamo, sembra il discorso di uno che abbia deciso di mettere la testa a posto. "Non mi lamento di dover abbandonare un così alto tenore di vita, ma la mia preoccupazione è di riscattarmi onestamente dai grandi debiti nei quali la mia giovinezza, forse troppo prodiga, mi ha impelagato". Bene. Cosa fa uno che vuole riscattarsi onestamente dai debiti? Li paga.

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #5 il: Maggio 11, 2014, 18:50:37 »
rimetti il testo di Pilato, che si fa prima, non se  la redazione abbia la possibilità di ritirarlo fuori. Se c'era qualcosa di contestabile, al massimo lo ricancelleranno. :dsew:

vasco spagnoli

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #6 il: Maggio 11, 2014, 18:58:38 »
Non c'è niente di contestabile. Ma per qualche strano meccanismo non mi viene accettato il testo completo. Dovrei riscrivere anche quello a rate.

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #7 il: Maggio 11, 2014, 20:36:54 »
OK postalo a rate e magari cambia il titolo, magari se è gia stato pubblicato, non lo accetta più. :mah:

vasco spagnoli

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #8 il: Maggio 12, 2014, 10:20:26 »
III) Tutto il contrario di ciò che ha in mente di fare Bassanio. Il quale Bassanio abbandona il violoncello per ll violino ed esegue una sviolinata che dovrebbe ammorbidire il cuore di Antonio. "La maggior parte dei debiti li ho con te, amico Antonio. Tu mi sei affezionato, mi hai dato molte prove della tua amicizia. Con me ti sei sempre comportato più da fratello che da amico". Ma Antonio non si commuove. Anzi, gli fa cenno di stringere e, magari senza volerlo, gli porge un magnifico assist per la conclusione. "Non farla tanto lunga Bassanio. Sai bene che tutto quello che ho è a tua disposizione. Fossero tutti così gli amici.
"Vorrei conquistare una donna molto ricca...Sai com'è, dovrei fare bella figura per un po' di tempo..."
"Va bene, va bene", taglia corto Antonio. "Quanto ti occorre?"
E parte la stoccata! "Tremila ducati":
"Azz..!" Altro che stoccata, questa è una vera e propria pugnalata. Con l'equivalente di 3000 ducati oggi si comprerebbe un podere con annesse casa colonica e villa padronale. Ma per Antonio l'amicizia è un totale senza errori ed omissioni. Se la richiesta l'ha tramortito non lo dimostra. Ha già messo a disposizione dell'amico tutto ciò che possiede e non intende tirarsi indietro. Purtroppo tutto ciò che possiede è letteralmente in alto mare. Ha investito fino all'ultimo ducato in quattro navi cariche di merci preziose, che dovrebbero arrivare a Venezia fra un paio di mesi. Nel frattempo anche lui è costretto a vivere a credito. E' ricco ma non ha un soldo. Questa Bassanio proprio non se l'aspettava. Porzia non è mica Penelope. Prima che le navi di Antonio arrivino, se arriveranno, lei avrà già preso il volo, magari a bordo di un tappeto volante guidato dal Principe del Marocco. Le speranze di Bassanio sembrano naufragare, ma Antonio gli lancia una ciambella di salvataggio. E' vero che non ha un soldo e sta facendo debiti a destra e a manca, però in città ha ancora un certo credito: è sempre stato un commerciante onesto, leale, non ha mai piantato chiodi...In poche parole, all'amico non può dare soldi, ma può offrire se stesso. Bassanio trovi qualcuno disposto a prestargli 3000 ducati ed egli si renderà garante per lui. E bravo Antonio! Non potendo dargli niente, gli offre il nulla. Che garanzia sono quattro vascelli carichi di mercanzie in mezzo all'oceano e per di più senza marò a bordo che li difendano da pirati ferocissimi? E i tifoni? E gli uragani? E gli ammutinamenti? Su dieci navi che partono, è grasso che cola se ne arrivano indenni quattro o cinque. Provate voi a chiedere un prestito a una banca - gli strozzini moderni hanno questo nome - portando come garanzia la sola parola di un commerciante onesto. Gli strozzini sono le levatrici del denaro, i capitali nelle loro mani devono partorire altri capitali. Se così non fosse si chiamerebbero benefattori, non strozzini. Nessuno accetta l'onestà di Antonio come garanzia. Quando arriveranno, se arriveranno, le navi di Antonio se ne riparlerà, ma per ora nisba. Non si fanno prestiti senza solide garanzie. Bassanio è distrutto, è andato in pellegrinaggio da tutti gli strozzini...Un momento, non da tutti. Non ha bussato alla porta di Shylock. Ma Shylock è conosciuto come il più strozzino di tutti gli strozzini, il più esoso, il più gretto, il più avido; pretende interessi stratosferici e garanzie più solide di un blocco di marmo. Per questo Bassanio l'aveva lasciato per ultimo, come extrema ratio: se avesse fallito con tutti gli altri, si sarebbe rivolto a lui, ma senza alcuna speranza. Possiamo immaginare con quale entusiasmo Bassanio si reca ad incontrare Shylock. Sa che non combinerà nulla, ma non vuole avere il rimorso di non aver giocato anche quell'ultimo scartino..

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #9 il: Maggio 13, 2014, 09:39:58 »
credo che il vero peccatore sia Bassanio, che non ha remore a mettere nei guai Antonio.


vasco spagnoli

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #10 il: Maggio 13, 2014, 10:30:34 »
(IV) Shylock, per come ce l'hanno presentato gli attori che nel tempo lo hanno interpretato, è il prototipo del giudeo usuraio: naso aquilino, labbra carnose, sguardo grifagno, dita adunche, schiena curva, il corpo insaccato dentro una logora palandrana nera. Bassanio avanza la sua richiesta corredata dalla stessa garanzia che ha proposto agli altri e...sorpresa! La risposta di Shylock lo fa restare di gesso.
"Tremila ducati? Va bene. Per tre mesi? Va bene. Antonio è garante? Va bene".
Ma questo è un santo! Bassanio quasi si inginocchia per baciargli le slabbrate babbucce. Tutto ciò che chiede gli viene concesso! Chi avrebbe mai pensato che potesse accadere un simile miracolo? Va di corsa a chiamare Antonio per la firma del contratto e lo porta nell'antro di Shylock. Antonio non è mai stato tenero con quell'ebreo: lo ha sputtanato in pubblico,lo ha chiamato cane rognoso, in pieno Rialto gli ha sputato addosso ed ra viene a chiedere un prestito per il suo amico. Shylock non si lascia sfuggire l'occasione.
"Signor Antonio, a Rialto mi avete spesso rinfacciato i miei quattrini e gli interessi che pratico. Io ho sempre risposto con un'alzata di spalle perché la rassegnazione è il marchio della mia razza. MI avete chiamato miscredente e strozzino, mi avete sputato addosso ed ho sempre taciuto. Ora avete bisogno del mio aiuto e sono pronto a darvelo, in cambio naturalmente di un'adeguata garanzia. Un affare è sempre un affare, anche se trattato con un nemico".
Antonio è arrogante, presuntuoso, sprezzante.
"Insomma, volete darmi o no quel denaro?"
"Certo, certo..."
"Tremila ducati?"
"Tremila ducati".
"Per tre mesi?"
"Per tre mesi".
"A quale interesse?"
"Nessun interesse. Non voglio il vostro denaro".
I due postulanti cominciano a chiedersi dove stia la fregatura. Non è da Shylock, ma nemmeno da qualsiasi altro usuraio, un simile comportamento simile. Un prestito così alto, senza interessi e con una garanzia che sta ballando sulle onde dell'oceano. No, no...sotto deve esserci qualcosa. Ma cosa? Shylock continua  a tenere gli occhi bassi e la schiena curva.
"Voglio solo la vostra firma. Venite con me dal notaio, stenderemo un regolare contratto con cui voi vi impegnate, nel caso che nel giorno fissato non mi possiate rendere la somma che vi presto, a pagarmi con una libbra della vostra carne".
"Una libbra di che?"
"Una libbra di carne che vi sarà presa dalla parte che mi piacerà scegliere nel vostro corpo".
Una libbra di carne? Ma che razza di imbroglio è mai questo? Una libbra di carne umana vale meno di una libbra di carne di montone, meno di un fico secco...non vale niente. Che senso ha rifiutare qualsiasi garanzia che abbia un seppur minimo valore, per un pezzo di carne umana? Eppure sembra tutti in regola. (Continua)

vasco spagnoli

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #11 il: Maggio 13, 2014, 16:07:29 »
(V) Un contratto formato dai contraenti davanti a un notaio è un atto legale, un impegno formale garantito dalla legga. Bassanio ora vorrebbe tirarsi indietro Una libbra di carne da prelevare da quella parte del corpo di Antonio che più piacerà a Shylock è una clausola che nessuna persona sana di mente accetterebbe di sottoscrivere. Insiste per far desistere l'amico; è perfino disposto a rinunciare a Porzia, purché Antonio non firmi quel contratto. Ma Antonio è feroce nel suo odio verso quell'ebreo che si è arricchito con l'usura alle spalle di onesti commercianti. Vuole un motivo per sputtanarlo definitivamente e nello stesso tempo aumentare il proprio prestigio, dimostrando un coraggio non comune. In un certo senso, agli occhi dei veneziani, Antonio risulterà vincitore, comunque vadano le cose.
Tre mesi dopo le navi di Antonio sono disperse, non si sa dove siano. Potrebbero essere in fondo al mare, oppure alla deriva nell'immensità dell'oceano. Nessuno sa, né potrebbe sapere la verità: i mezzi di comunicazione allora erano piuttosto scarsi. Nel frattempo a Venezia sono successe un sacco di cose. Le più importanti però per noi sono due: Bassanio ha sposato Porzia e la figlia di Shylock, Jessica, è scappata di casa per andare a vivere con un cristiano.
Alla scadenza del contratto, Shylock cita Antonio in tribunale per inadempienza contrattuale, vuole giustizia. Il Doge, il più alto magistrato della Repubblica, è chiamato a far rispettare i termini del contratto sottoscritto da Antonio e da Shylock. Se non lo facesse, come si dice oggi, sarebbe un vulnus nelle leggi di Venezia che metterebbe in serio pericolo i suoi traffici internazionali.. Shylock non è cittadino della Serenissima Repubblica - probabilmente non gli è stata concessa la cittadinanza in quanto ebreo - se non ottenesse giustizia, ogni straniero sarebbe autorizzato a giudicare poco credibili le leggi di Venezia. E questo, per uno Stato che vive di commercio sarebbe un colpo micidiale.
Il Doge tenta di mediare, di smussare gli spigoli, di mettere pace fra i due nemici. Rivolge a Shylock un accorato appello affinché abbia pietà per il povero Antonio, già duramente provato dalla perdita delle navi. Gli chiede di avere compassione e misericordia, di ridurre le pretese, di usare, insomma, un po' di umanità. Proprio così, gli chiede di essere umano con chi non si è mai dimostrato umano nei suoi confronti. Ma come si fa a chiedere alla vittima di essere misericordioso? Non tutti sono disposti a porgere in eterno l'altra guancia. Provate a distruggere un uomo, ad avvilirlo, a maltrattarlo, a sputargli addosso tutte le volte che lo incontrate, a soffocare il suo valore più importante che è la giustizia. Quest'uomo potrebbe anche diventare un santo, ma il più delle volte diventa una belva, perché la violenza chiama violenza e spesso ha radici lontane e profonde. Shylock rifiuta qualsiasi accomodamento, resta sordo a qualsiasi offerta di denaro: il doppio, il triplo...non gli interessa, fosse pure tutto l'oro del mondo. La giustizia, sembra dire, non ha prezzo. Ora non è più la vittima, è il carnefice. Ha portato perfino con sè un affilatissimo coltello che intende usare su Antonio per prelevargli una libbra di carne in prossimità del cuore, quella libbra di carne che per legge gli appartiene. Tutti aspettano che il Doge pronunci la sentenza, ma il Doge prende tempo, cincischia, è indeciso, non se la sente di decretare la morte di un ricco commerciante veneziano per mano di un giudeo. Ma siamo matti? Un giudeo che uccide un cittadino veneziano con la complicità del Doge? Non si può nemmeno pensarla un'eresia del genere. Ma che dico eresia? Si tratterebbe di una vera e propria bestemmia. D'altra parte il Doge non può invalidare un contratto sottoscritto in piena libertà da ambo le parti. Allora, che si fa? A questo punto arriva Porzia: il deus ex machina dell'antica tragedia greca, il dio che appare all'ultimo momento per risolvere le situazioni ingarbugliate create dall'autore. (Continua)

vasco spagnoli

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #12 il: Maggio 14, 2014, 10:27:35 »
(VI) Porzia è travestita da avvocato e nessuno la riconosce. Ora, che il Doge e Shylock non la riconoscano passi, magari non l'hanno mai vista o sono poco fisionomisti. Ma che non la riconosca nemmeno Bassanio, che è suo marito, beh, questa ci sembra un po' grossa. Porzia dunque si presenta come un giovane avvocato mandato da un altro avvocato che s'è messo a letto con una di quelle malattie diplomatiche che colpiscono quando uno non se la sente di andare in un determinato posto, dopo aver assicurato la sua presenza. Strano che nessuno trovi nulla da obiettare all'apparizione di questo pseudo avvocato. Si presenta in tribunale, dice che l'ha mandato un altro avvocato - che non si sa chi sia  - e, con il beneplacito del Doge, prende in mano la causa. Mah!...Non facciamoci troppe domande, siamo a teatro. E a teatro chi più mente, più è verosimile. Porzia inizia dando ragione a Shylock. Antonio dovrà rispettare il contratto, no sussistono ragioni legali per cui non debba farlo. Ma...Parentesi: Porzia per tutto il processo chiamerà Antonio con il suo vero nome, mentre Shylock lo chiamerà "ebreo" oppure "giudeo", mai con il suo vero nome. E' fin troppo evidente per chi dei due parteggi. Chiudiamo la parentesi e torniamo al ma che abbiamo lasciato sospeso. L'ebreo ha ragione ma...dovrebbe dimostrarsi misericordioso. Ancora? Ma non l'aveva appena detto il Doge? Possibile che tutti si sentano in dovere di dirgli ciò che deve o non deve fare? Chi mi obbliga, chiede Shylock, chi mi costringe? Qui Porzia si produce in una lunga tirata sulla clemenza di cui Shylock dovrebbe far sfoggio nei confronti di Antonio. "La clemenza per sua natura, non s'impone per costrizione. Essa è paragonabile a una dolce pioggia che scende benedetta dal cielo e benedice chi la riceve e chi la concede"...e bla, bla, bla... "Dunque pensaci ebreo, benché sulla giustizia poggi la tua richiesta. Ricordati che applicando il diritto con severità, nessuno di noi si salverebbe. Se perseveri questa corte, secondo la legge, dovrà condannare il mercante". Certo che lo deve condannare. Per quale motivo non dovrebbe farlo? Qualcuno forse s'è mosso in difesa di Shylock quando veniva pubblicamente vilipeso, insultato, oltraggiato? Quando lo chiamavano cane e gli sputavano addosso? Shylock pretende un atto di giustizia per sé e per tutti gli ebrei di Venezia.
"Non ha forse occhi un ebreo? NOn ha mani, organi, membra, sensi, affetti e passioni? Non si nutre forse dello stesso cibo di cui si nutre un cristiano? Non viene ferito dalle stesse armi? Non è soggetto alle stesse malattie? Non è curato e guarito dagli stessi rimedi? E non è infine scaldato e raggelato dallo stesso inverno e dalla stessa estate che un cristiano? Se ci pungete non versiamo sangue e se ci fate il solletico non ci mettiamo a ridere? Se ci avvelenate non moriamo? Se ci fate un torto non dobbiamo rifarci con la vendetta? Se siamo uguali a voi in tutto il resto, perché non dobbiamo somigliarvi anche in questo? Se un ebreo fa un torto a un cristiano, il cristiano è forse misericordioso nei suoi confronti? Perché allora se un cristiano fa un torto a un ebreo, l'ebreo non dovrebbe vendicarsi? Io praticherò la stessa malvagità che voi ci insegnate. La praticherò anche in nome e per conto della mia gente. Sta a voi imparare la lezione".
Imparare la lezione da un ebreo? E la superiorità della razza dove la mettiamo? Porzia gli dà ragione. "L'obbligazione è scaduta, l'ebreo può reclamare con pieno diritto una libbra di carne e tagliarla di propria mano presso il cuore del mercante". Sembra non ci sia proprio più niente da fare. Antonio si denuda il petto, Shylock gli si avvicina con in mano il lungo affilato coltello che s'è potato da casa, sta per immergerlo nel petto di Antonio quando Porzia lo ferma e fa scattare la tagliola dell'inganno. Nel contratto si parla di carne ma non di sangue. Shylock ha diritto a una libbra di carne ma se nel tagliarla verserà anche una sola goccia di sangue, tutti i suoi beni verranno confiscati a favore dello Stato, secondo le leggi della Serenissima. (Continua)

vasco spagnoli

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #13 il: Maggio 14, 2014, 17:03:55 »
(VII) Che minchiata! Nessuno conosce quella legge, nemmeno il Doge! Chiaro come il sole che Porzia se l'è inventata per infinocchiare Shylock. Shylock capisce di essersi comportato come un cieco in un campo minato, ora cerca di tornare indietro. Rinuncia alle sue pretese e chiede la pura e semplice restituzione del denaro prestato. Ma Porzia non lo molla, non s'accontenta della mera vittoria, vuole stravincere. L'ha azzannato alla gola e aumenta la stretta mortale: "Tu ebreo avrai soltanto ciò che ti spetta secondo il contratto, cioè una libbra di carne". Capito che stronza quella Porzia? Siccome Shylock non può avere quella libbra di carne senza versare sangue, non gli verrà nemmeno restituito il suo denaro. E non è finita. Porzia si inventa un'altra legge, secondo la quale uno straniero che attenti direttamente o indirettamente alla vita di un cittadino della Serenissima, si vedrà confiscato tutto il suo patrimonio. Metà del quale andrà al cittadino offeso e l'altra metà allo Stato. Roba da manuale delle esse esse! Shylock non ha attentato alla vita di nessuno, Antonio non l'ha nemmeno sfiorato ed ora si vedrà derubato di tutto ciò che possiede. E il Doge? Il Doge fa il pesce in barile, guarda con occhi benevoli chi gli ha levato le castagne dal fuoco. A Shylock non resta altro che cercare di salvarsi la vita. Ci prova, chiede di essere lasciato andare a quella casa che gli hanno sottratto e che ora non è più sua. Ma Porzia è più feroce di un pit-bull incazzato. Afferma che un comma di quella legge, che s'è inventata, stabilisce che il reo, se è di un'altra religione, abiuri la propria fede e si converta al cattolicesimo. Pure! Manca solo che sia scuoiato vivo quel povero diavolo che ha osato chiedere giustizia.
E' una commedia razzista Il Mercante di Venezia, come qualcuno sostiene? Non credo. Caso mai è vero il contrario. Un uomo è stato umiliato, perseguitato, derubato dei suoi beni e dei suoi diritti umani. Quest'uomo si chiamava Shylock ed era ebreo, ma avrebbe potuto essere un emarginato di colore, oppure far parte di una qualsiasi minoranza oppressa dal potere, un diverso insomma. Credo sarebbe giusto offrirgli se non la nostra pietà, almeno la nostra solidarietà.

nihil

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Re:Shylock - Monologo
« Risposta #14 il: Maggio 14, 2014, 17:12:36 »
In questo pezzo Wlliam racconta LA VENDETTA! l'ebreo vessato per secoli, esercita il suo potere! mi avete voluto così? e così sarò!
'
Forse S. rapprenta l'umanità calpesta da sempre, come non negargli questa sadica rivalsa? In essa c'è tutto l'odio subito e quindi il desiderio di renderlo. Antonio fa la parte del buono, sì va bene, anche un poco stolto. Bassanio dell'approfittatore.
Io parteggio per S.
Questo testo è uno dei miei preferiti di Shakespeare, e il film con Al Pacino è semplicemente grandioso. Ho anche il dvd. :D
Le donne ovviamente sono argute e Shakespeare spesso le applaude.