Vanitas

[Doxa]

François  de La Rochefoucauld: ”Quel che ci rende insopportabile la vanità degli altri è il fatto che offende la nostra”.


Léon Bazile Perrault: “Vanitas”, 1886

Capita di ironizzare sulla vanità altrui tenendo aperta la raggiera del proprio pavoneggiarsi, per esempio dicendosi: “Io, sì, che avrei ragione di vantarmi per quello che faccio”.

La vanagloria è il sontuoso abbigliamento della persona vanitosa.

Peggio quando la vanità diventa superbia, presunzione sprezzante, millanteria arrogante.

Vanità: in lingua ebraica “habel”.

“Habel habalim ‘amar qohelet, habel habalim, hakkol habel": "Vanità delle vanità, dice Qohelt, vanità delle vanità, tutto è vanità" (Qohelet 1, 2; 12, 8 ).

Tipici simboli della Vanitas sono il teschio come “memento mori”, la clessidra e la candela che si consuma e simboleggia il trascorrere del tempo.

Nella composizione simbolica possono inoltre comparire i simboli del potere (tiara e corona), del sapere (libri, strumenti scientifici), dei piaceri effimeri (fiori appassiti, frutti maturi), della vacuità (bolle di sapone, farfalle). 

[piccolofi]

Osservazione azzeccatissima, molto ironica e deliziosamente discendente da conoscenza dell'animo umano, quella che hai citato. Forse la " vanitas" cerca anche, inconsapevolmente, di contrastare l'inesorabile scorrere del tempo col significato che si porta dietro : è un affermare la propria esistenza e la sua ritenuta importanza a dispetto di tutto. Il vanitoso si sente superiore agli altri e a quel misero destino comune, e lo fa col continuo affermarsi, mettersi in mostra, dire in sostanza che c'è e sempre continua ad esserci. La sua " vanitas" fondata sul nulla gli renderà terribile il momento in cui scoprirà di non essere né diverso, né eterno. E, nel frattempo, troverà insopportabile che altri, altri come lui, evidenzino in sé la stessa presunzione, che solo in loro lui riconoscerà. "O vana gloria de l'umane posse!"

[Regina D'Autunno]

Ciao Doxa e anche a te PiccoloFi! Concordo su quello che dite entrambi, però vi voglio dire questo: siamo tutti un pò vanitosi sia nell'essere che nell'apparire perciò è giusto esserlo un pò ma senza farne una ragione di vita.

[Doxa]

Regina d'Autunno

siamo tutti un pò vanitosi sia nell'essere che nell'apparire...

Lo scrittore e militare francese Antoine  de Saint-Exupéry (1900 – 1944) nel suo famoso romanzo “Il piccolo principe” afferma che “On ne voit bien qu’avec le cœur. L’essentiel est invisible pour les yeux” (= “Si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi).


Autore anonimo di scuola caravaggesca

Il genere del dipinto è meditativo, invita alla riflessione sul tempo che corre veloce, sull’instabilità della fortuna e l’ineluttabile memento mori.

La donna indica un teschio, mentre con la sinistra regge uno specchio oscuro nel quale non si vede il cranio ma il riflesso di una lampada ad olio con la fiammella destinata a spegnersi. 

La lampada è collocata su una clessidra e su dei libri chiusi.  Da notare in primo piano è la bilancia, memento del giudizio finale.

Oltre alla Vanitas da non dimenticare è Narciso: hanno in comune il simbolo dello specchio  come monito alla caducità della vita.

[Regina D'Autunno]

Condivido in pieno sia il tuo pensiero che quello di Antoine de Saint-Exupery, di cui io ho letto il libro: "il Piccolo Principe", e la frase che hai citato “si vede bene solo con il cuore. L’essenziale è invisibile agli occhi", è una delle mie preferite e più vere che siano mai state scritte!