La scrittrice indiana Arundhati Roy ha vinto il Booker Prize nel 1997 con Il dio delle piccole cose, suo romanzo d’esordio che è stato tradotto in tutto il mondo e l’ha consacrata come una delle maggiori autrici contemporanee.
L'autrice si è poi dedicata all’impegno sociale e politico diventatando una delle figure di spicco della protesta in India. Con una raccolta di saggi Guerra è pace, ha incendiato l’opinione pubblica indiana. I temi dei saggi sono la politica nucleare indiana, la guerra in Afghanistan, la questione delle grandi dighe progettate per irrigare e dar luce ad alcune grandi città, che la Roy e molti esperti considerano invece una devastazione del territorio.
Dopo l'impegno civile a cui si è dedicata in questi anni Arundhati Roy ha deciso di ritornare alla fiction.
La Roy afferma: "Mi sento imprigionata dai fatti. Non voglio più giocare al gioco delle statistiche. L'ho fatto e non voglio rimanere imprigionata dai fatti e dalla moralità che ci si aspetta dagli attivisti."
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