Recensioni libri

Le Memorie di un generale d’Armata

Pubblicato il 03-05-2007


Martedì 8 maggio 2007, alle ore 17.30, nella sede della Fondazione Marco Besso (Roma, Largo di Torre Argentina, 11, tel. 06.6865611), sarà presentato il volume:

Mario Caracciolo di Ferroleto, Memorie di un generale d’Armata. Mezzo secolo nel Regio Esercito, Padova, Nova Charta, 2006 (Collana Cimelia).

Interventi di Giovanna Caracciolo Scotto, Giuseppe Cucchi, Luigi Goglia. Coordinamento di Lucio Caracciolo.

La pubblicazione delle Memorie finora inedite di Mario Caracciolo (1880-1954) getta una luce nuova sugli eventi politico militari della prima metà del Novecento di cui l'autore fu testimone e diretto protagonista: dalla guerra di Libia all'8 settembre 1943. Composta clandestinamente tra l'agosto e il settembre 1944 durante la prigionia inflittagli dalla Repubblica di Salò, la narrazione non manca di stile e di una dolente, pensosa ironia. Trascrizione e cura di Giovanna Maria Caracciolo Postfazione di Lucio Caracciolo.

«Le Memorie di un generale d’Armata di Mario Caracciolo di Ferroleto (Napoli, 1880 – Roma, 1954) ripercorrono a ritroso tutte le tappe di una carriera militare che sembra procedere di pari passo con le sorti della nazione, aprendosi con la conquista di Tripoli “bel suol d’amore” e chiudendosi bruscamente con la dissoluzione della Quinta armata, ultimo disperato presidio dello stato monarchico. La narrazione spazia quindi dagli anni di formazione – per così dire, tra scapigliatura e crepuscolarismo – nelle scuole militari, alla fase eroica della guerra di Libia, alla ferita riportata nella Grande Guerra; quindi Caporetto e la ritirata del Friuli descritta con rara obbiettività. Seguono un’intensa attività diplomatica in Grecia e Turchia nell’immediato dopoguerra, l’attività di ricerca storiografica e scientifica che caratterizza gli impegni di Caracciolo negli anni Venti-Trenta, fino al comando del XXI Corpo d’Armata assunto in Cirenaica nel 1937. È il momento culminante della carriera di Caracciolo, e quello nondimeno in cui i suoi metodi e le sue competenze tecniche si traducono in prediche inutili. Come nel caso delle sue osservazioni inascoltate sulle fortificazioni di Tobruk, rivelatesi fatalmente azzeccate di lì a pochissimo tempo. L’apologia che l’autore autobiografico fa di se stesso cela, con difficoltà in questo caso, l’elegia per la fine di un mondo e, nel contempo, il rammarico di essere stato un uomo di quel tempo fino al fondo delle sue insanabili contraddizioni. Dunque il testo, finora inedito e ignoto al redattore della voce “Caracciolo, Mario” del DBI, indugia sull’antefatto delle vicende più note, successive all’8 settembre, che vedranno coinvolto Caracciolo in modo clamoroso. Redatte tra l’agosto e il settembre 1944, mentre Caracciolo scontava la pena di morte commutata a quindici anni di carcere inflittagli dalla Repubblica di Salò, indirizzano la sua ampia autodifesa non al tribunale che l’ha condannato, ma verso un immaginario uditore dal volto ancora indefinito e talora parlando esplicitamente alla figlia.»
Tratto da: Alessandro Scarsella, Mario Caracciolo Memoria storica ed elegia della fine di un mondo, in: “Charta”, a. 16, n. 87 (marzo-aprile 2007), p. 52

Le Memorie di Mario Caracciolo (325 pp., 18 ill b/n) sono in vendita al prezzo di 30,00 euro. Per ordini e informazioni: Nova Charta s.a.s., Ufficio Abbonamenti e Diffusione, tel. 049-656380, fax 049-8780842, diffusione@novacharta.it.

Info:
Fondazione Marco Besso
Largo di Torre Argentina, 11
Roma
tel. 06.6865611

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