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“Il Fantasma dell’Opera” di Leroux Gaston

Pubblicato il 06-05-2008


Gaston Leroux, interessante giornalista e scrittore francese, nasceva a Parigi il 6 maggio del 1868 (140 anni addietro). Egli è per il poliziesco francese quel che Edgar Allan Poe è stato per il “noir” americano e Sir Arthur Conan Doyle per quello inglese. Il suo vero grande capolavoro è “Il fantasma dell’opera (Le fantôme de l’Opéra)” (1910), un poliziesco sui generis, un “feuilleton” gotico e ricco di horror, che rivela tutta la passione di Leroux per la musica e il canto.
Il romanzo è ambientato al tempo di Napoleone III nel teatro dell’Opéra di Parigi - i cui particolari (sala, palchi, strutture e macchine teatrali) sono raccontati in modo accurato e ben documentato - e narra di Erik, un mostruoso recluso che vive nei vasti sotterranei del teatro, di cui conosce i cunicoli, i labirinti, i trucchi, i passaggi segreti e le botole. Costretto sin dalla nascita a portare una maschera spaventosa sull’orribile volto, Erik è pieno d’amore per la musica lirica, sa cantare a piacere con voce di tenore o di basso, e sta componendo un geniale capolavoro operistico. S’innamora in modo ossessivo di Christine, cantante piena di talento (la sola che a suo giudizio potrebbe cantare la sua opera), e provoca diverse morti per lanciare la sua carriera; riesce ad attrarla con la pietà per la sua triste condizione esistenziale e la conduce nel suo mondo segreto. Di Christine, è innamorato anche Raoul, buono e nobile, che cerca do sottrarre l’amata all’incantamento e alla prigionia di Erik che è pieno di rabbia e di odio per il mondo, privo di pietà e desideroso di vendetta, ma che alla fine si sacrifica lasciando che Raoul e Christine realizzino il loro sogno d’amore.
Erik fa pensare a Quasimodo di Victor Hugo, a Dracula, a Batman o all’Uomo Ombra, esseri sfigurati o al di fuori della norma che vivono nascosti, protetti dal segreto e dall’oscurità. Fa pensare anche alla Bestia della famosa fiaba, innamorato di Bella; ma fa pensare pure all’eterna lotta tra il Bene (Raoul) e il Male (Erik). E Christine, come Bella, è piena di amorevole compassione per l’escluso, il reietto costretto all’isolamento per non suscitare l’orrore negli altri.
Il romanzo non ebbe un particolare successo né di critica né di pubblico sino al 1925, quando l’attore americano Lon Chaney ne trasse uno stupendo film muto. Da allora non si contano film, sceneggiati e serie televisive ispirati a questo melodramma. Il noto omonimo musical del 1987, con la musica di Andrew Lloyd Webber e le parole di Charles Hart, è rappresentato a Broadway da decenni sempre con lo stesso successo travolgente.

Di Silvia Iannello


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