100 anni dalla nascita di Ian Flemming, autore dell'inossidabile James Bond
Pubblicato il 27-05-2008
Ian Fleming, scrittore inglese e creatore dell’agente segreto James Bond (affascinante e imitato eroe scozzese, play-boy dalle mille avventure, dai mille incontri erotici e dalle mille risorse), nacque a Londra cento anni addietro, il 28 maggio 1908. Appartenente ad un’aristocratica famiglia scozzese, era il figlio di un deputato e il nipote di un banchiere. Perduto il padre giovanissimo, portò a lungo le conseguenze di questo lutto e si sentì oscurato da un fratello più grande, ottimo in tutto. Amò gli sport e ad Eton si distinse soprattutto per meriti sportivi. Tentò senza successo l’Accademia militare, fu poi giornalista per Reuters, inviato estero (conosceva bene le lingue che aveva studiato in Germania e in Svizzera), agente di borsa, e alto militare della Marina inglese oltre che agente segreto durante la II Guerra mondiale. Proprio alle vicende e alle Operazioni d’intelligence vissute, s’ispirò per il suo immortale personaggio e per le sue storie di spionaggio internazionale, piene di humour, intrighi, azione e raffinata violenza. Dopo la guerra, lavorò a Londra presso il “Sunday Times”, che lasciò nel 1959 per dedicarsi completamente alla scrittura che lo aveva reso ricchissimo e per trasferirsi in Giamaica, in un “buon ritiro” che chiamò Goldeneye, incantato dalla lettura di “Riflessi in un occhio d’oro (Reflections in a Golden Eye)” di Carson McCullers. In Giamaica, nel 1952, aveva sposato Anne Geraldine Charteris, figlia di un Lord e prima moglie del Visconte di Rothermere, e proprio durante il viaggio di nozze scrisse “Casino Royal” (1953), la prima storia di spionaggio dedicata al suo agente segreto (nome in codice “007”). I suoi primi romanzi non avevano suscitato né una grande attenzione di pubblico né i consensi della critica, ma John Kennedy - che durante la convalescenza per un intervento chirurgico nel 1955 aveva letto con vero piacere i racconti di Fleming - confessò pubblicamente di considerarli i suoi libri preferiti, incrementando così l’interesse per l’autore e le vendite dei suoi libri (sono stati venduti più di 18 milioni di libri, tradotti in almeno 11 lingue). A James Bond (vero e proprio “alter ego”, cui aveva dato il nome di un apprezzato ornitologo) dedicò 12 racconti, diversi dei quali ispirarono film memorabili, interpretati all’inizio da un altro grande scozzese, Sean Connery, attore dal fascino almeno pari a quello del suo personaggio. Tra questi romanzi, i più noti sono: “Dalla Russia con amore” (1957), “Dr. No” (1958), “Goldfinger” (1959), “Operazione tuono” (1961) e “Si vive solo due volte” (1964). Fleming scrisse anche un surreale romanzo per bambini (anch’esso divenuto un film di cult), dal titolo “Chitty Chitty Bang Bang” (1964). Dotto bibliofilo e interessato sia alla scienza che alla tecnologia (della quale ha infarcito i suoi libri), Fleming moriva a Canterbury nel 1964, ad appena 56 anni, per un infarto cardiaco probabilmente provocato dall’eccesso di fumo e alcol. Ebbe un figlio, Casper, che purtroppo morì suicida per una overdose nel 1975.
Di Silvia Iannello
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