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Grahame e il suo mondo animale destinato ai bambini

Pubblicato il 01-03-2009


Kenneth Grahame, noto scrittore inglese di libri per l’infanzia, nasceva in Edimburgo (Scozia) l’8 marzo di centocinquanta anni addietro (1859). Rimasto orfano dei genitori, si trasferì dalla nonna materna sulla riva del Tamigi nel Berkshire e studiò con buoni risultati alla St. Edward’s School di Oxford. Non potendo frequentare l’Università per motivi economici, nel 1879 s’impiegò presso la Banca d’Inghilterra di cui divenne il Segretario (vi rimase sino al 1907). Morì nel 1932 e fu seppellito presso il cimitero di Holywell a Oxford; il cugino e scrittore Anthony Hope - noto per “Il prigioniero di Zenda” (1894), divenuto il bel film che tutti conosciamo - scrisse il seguente epitaffio: «Per la bella memoria di Kenneth Grahame, marito di Elspeth e padre di Alastair, che ha attraversato la riva il 6 luglio del 1932 lasciando, grazie a lui, infanzia e letteratura più felici per sempre».
Grahame raccolse i saggi e i brevi racconti scritti per alcuni periodici in “L’età dorata” e “Giorni di sogno”, dimostrando una grande sensibilità per il mondo dei bambini; questa ultima raccolta conteneva il racconto “Il dragone riluttante” che ha ispirato un film d’animazione della Disney (1941). Del 1908 è il romanzo “Il vento tra i salici”, best-seller e classico della letteratura inglese per ragazzi tradotto in molte lingue, compreso l’italiano; esiste una superba traduzione di Beppe Fenoglio (1922-1963), autore del noto “Il partigiano Johnny”, uscita postuma per Einaudi nel 1982 a cura di John Meddemmen (il relativo manoscritto è custodito presso il Fondo Fenoglio di Alba, la sua città natale). Scritto per il figlio Alastair - di salute cagionevole e morto suicida all’età di 20 anni - , il testo è ambientato nel mondo animale: i principali caratteri sono quelli di un turbolento Rospo, di una Talpa e un Topo d’acqua amanti della vita casalinga, e di un saggio Tasso (e ciascuno di loro mescola atteggiamenti umani con tratti animali). Quando era costretto ad allontanarsi da Londra per lavoro, Grahame scriveva ogni giorno al figlio una lettera raccontandogli le loro incredibili avventure; rielaborata in forma di racconto, questa storia divenne “Il vento nei salici” che, con “Alice nel Paese delle Meraviglie”, è considerato tra i capolavori della letteratura inglese per ragazzi. L’autorevole critica inglese Naomi Lewis scrisse di Grahame: «Ben pochi sono i grandi scrittori per ragazzi che hanno veramente amato i ragazzi». Il romanzo fu trasformato in forma teatrale da A.A. Milne col titolo “Rospo di Rospo Hall”, che in Inghilterra costituisce il testo più utilizzato nelle scuole dai bambini per le recite di Natale. Da questo libro sono stati tratti diversi film, quali la surreale versione cinematografica dei Monty Pyton (1996), un film d’animazione della Disney (1949) e una produzione inglese (1997).
Desidero ricordare qualche particolare del delizioso libro, dedicato ai ragazzi ma amato anche dagli adulti. Sulla riva del fiume vivono in serenità Rospo, Topo, Talpa, e Tasso, che sono buoni amici e che decidono di abbandonare la loro vita tranquilla per le straordinarie avventure nel Gran Mondo. Rospo, divorato dalla passione dei motori e dal piacere di suonare il clacson, coinvolge gli amici nell’avventura di una vita libera nella campagna incontaminata, trasportandoli con un carrozzone: «Ecco! - gridò Rospo, a gambe larghe e petto in fuori. - Vi presento la vostra nuova vera vita! La strada aperta, la via polverosa, le brughiere, i pascoli, le colline ondulate... Oggi qui, e domani via! Altrove! Tutto il mondo davanti a voi!». Inizialmente Topo, che ama il fiume e la sua quiete, dice a Talpa: «Il Gran Mondo è qualcosa che non deve importare né a te né a me. Io non ci sono mai stato, e mai vi andrò, e neppure tu, se hai un granellino di senno.». Topo e Talpa si lasciano poi convincere dal travolgente Rospo e salgono sul suo carrozzone, ma quando Rospo dalla sua cuccetta esclama: «Questa sì che è vita! E non venitemi a parlare del vostro vecchio fiume!», Topo malinconicamente risponde: «Io non parlo del mio fiume, sai che non lo faccio, Rospo. Ma ci penso. Ci penso sempre!». E la Talpa si sporge da sotto le coperte per cercare a tentoni nell’oscurità la zampetta di Topo e stringerla forte.

Di Silvia Iannello


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