Recensioni libri

La stanza di Emma Donoghue

Pubblicato il 08-02-2024



Il romanzo "Room" di Emma Donoghue racconta la storia di Jack, un bambino di cinque anni, il cui mondo si limita alla "Stanza" in cui è nato e cresciuto insieme a sua madre, Ma'. La Stanza è il loro universo chiuso, dove imparano, mangiano, dormono e giocano. Ma' è imprigionata lì da sette anni da Old Nick.

Nonostante la situazione oppressiva, Ma' crea un mondo straordinario per Jack all'interno della Stanza. Gli oggetti nella Stanza diventano i suoi compagni, come Letto, Specchio, Piumone e Labirinto. La notte, Ma' nasconde Jack nell'Armadio quando Old Nick viene a farle visita.

La Stanza è la casa di Jack, ma per Ma' è una prigione. Nonostante i suoi sforzi nel costruire un ambiente positivo per Jack, Ma' sa che non è abbastanza. Decide di pianificare una fuga, contando sul coraggio di Jack e sulla fortuna. Il romanzo esplora il passaggio da questo universo chiuso al mondo esterno e si sviluppa attraverso gli occhi e la lingua di Jack.

La scrittura di Emma Donoghue è elogiata per la sua capacità di trasformare l'innocenza in orrore e l'orrore in tenerezza. Il rapporto madre-figlio è descritto in modo intenso ed emozionante, creando una storia avvincente che affronta il paradosso e l'assurdità della situazione. Il libro è considerato una lettura coinvolgente che lascia una profonda impressione sul lettore, trasformandolo irrimediabilmente.

"Room", è costruito su due forti vincoli: il punto di vista limitato del narratore, un bambino di 5 anni di nome Jack, e i confini del mondo fisico di Jack, una stanza di 11 x 11 piedi dove vive con sua madre. Entriamo nel libro fortemente radicati in queste restrizioni. Sappiamo solo quello che sa Jack, e il dramma è immediato, così come il nostro senso di disorientamento sul motivo per cui questi personaggi si trovano in questo posto.

Jack sembra essere felicemente immerso in una routine profondamente sicura, in un ambiente dove può vedere sua madre tutto il giorno, in qualsiasi momento. Ha creato per lui un regime strutturato e vivace, che comprende esercizio, canto e lettura. Agli oggetti principali nella stanza vengono assegnate lettere maiuscole - Tappeto, Letto, Muro - una scelta meravigliosa, perché per Jack hanno un nome. In un mondo in cui l'unica altra compagna è sua madre, Bed è suo amico tanto quanto qualsiasi altra cosa. Jack, in questo senso, è una versione potenziata di un ragazzo normale, che porta meraviglia e significato sconfinati in ogni sua attività.

Donoghue si muove magnificamente attorno a queste limitazioni. La voce di Jack è uno dei veri trionfi del romanzo: in lui, ha inventato un bambino narratore che è uno dei più coinvolgenti degli ultimi anni. La sua voce è così pervasiva che potevo sentirlo chiacchierare durante il giorno in cui non stavo leggendo il libro. Donoghue riorganizza il linguaggio per evocare la dolcezza dell'apprendimento di un bambino senza renderlo schivo o eccessivamente caro. Jack è adorabile semplicemente perché è adorabile. Attraverso dialoghi e accenni di intercettazioni sapientemente realizzati, Donoghue ci racconta il mondo di Jack senza mani pesanti o esposizioni goffe. Il lettore impara come impara Jack, e spesso noi impariamo più di quanto lui possa ancora comprendere, ma come con la maggior parte dei libri narrati da bambini, il divario tra la sua comprensione e la nostra è un territorio di potere emotivo.

L'ingegno di Donoghue aumenta anche quando anima lo spazio fisico del romanzo attraverso i rituali dei suoi personaggi: corrono su una pista fatta in casa; guardano la televisione, ma non troppo, perché "ci fa marcire il cervello"; uniscono i gusci d'uovo con un ago per creare una specie di serpente. Giocattoli e libri sono trattati come oro. Un lecca-lecca è una rivelazione.

Jack non si sente intrappolato; che i due vivano nella Room contro la volontà della madre non è qualcosa che il figlio capisce subito, e questo contrasto crea le principali crepe e complessità nel libro.

Jack non ha bisogno di adattarsi; questa è la sua norma. La stanza funziona come un grande grembo materno, lo spazio per molti versi una vera estensione del corpo materno, un’area limitata di totale vicinanza e cura. Per un certo periodo è il paradiso dei bambini e, se dovesse invecchiare lì, sarebbe il suo incubo. A 5 anni, Jack presenta un certo ritardo nello sviluppo, vivendo ancora pienamente nell'unità che sente con sua madre. “Forse sono un essere umano”, pensa, “ma sono anche un io e mia madre”.

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