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Tutto il male viene da fuori

"Tutto il male viene da fuori" si compone di tre testi in continuità tra loro: il primo omonimo, il secondo dal titolo "Donne, bambini, paure", il terzo "Il male che viene da dentro: il tradimento". Nel primo si introduce il concetto delle società umane che, dall'antichità (la Tebe di Edipo) al Novecento (l'Europa prefigurata da Kafka), tendono a trovare in chi viene da fuori il responsabile dei loro mali: decadenza, immoralità, pestilenza o altro. Tra gli estremi, per brevi capitoli, il Medioevo e l'età industriale, con particolare attenzione alle figure dei teatranti. Il secondo saggio riprende il discorso sulle paure collettive, mostrando come esse si centrino in particolare sull'insidia portata a donne e bambini fin dal mito e dalla fiaba, scontornando la figura maledetta dell'ebreo. Nel terzo, dopo una breve presentazione generale del tradimento, si considera come il pensiero romantico-risorgimentale (soprattutto di Berchet e Mazzini) abbia utilizzato il tema per fondare la nazione. Il nemico interno è dunque lo specchio subdolo di quello esterno da additare per il costituirsi e rinsaldarsi della comunità.
 
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