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Forme di attesa

«Nella poesia di Enzo Ragone il transito dell'arte nasce dalla lucida e stoica consapevolezza della irriducibilità del frammento, dell'impossibilità di riportare unità, di ritotalizzare ciò che si può soltanto sospettare e mai più raggiungere. Ma il frammento non significa poetica del frammento e perdita della visione, bensì coscienza di operare attraverso la pratica poetica, del linguaggio che costituisce l'opera. In questo senso l'opera "forme di attesa" è indispensabile, in quanto ristabilisce concretamente rotture e squilibri del sistema sociale che invece tende ottimisticamente a rendere sintomatico il quotidiano, per riconvertire il frammento in termini di totalità. La poesia di Ragone è sensibilità armata di un'esperienza intransitiva che rivolge le proprie armi dentro il proprio ambito, che affonda i propri utensili all'interno di una produzione che rimuove la piramide del pensiero logocentrico partendo dalla posizione del frammento e approdando infine a quella nomade che coincide con l'atteggiamento dell'errare, dello spostamento metonimico del desiderio costituito dall'opera d'arte. Cioè la poesia. Sulla parola vigila la pittura, in questo caso di Nicola De Maria che mette in evidenza il valore dell'autonomia di un linguaggio che evita di identificarsi con la vita ed esalta, anche esso, attraverso il frammento il confine che separa l'arte e la vita». (Dalla Prefazione di Achille Bonito Oliva). Con opere di Nicola De Maria.
 
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