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Recensione Gianni Vullo

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Il cimitero dei cuori battenti

Gianni Vullo Il cimitero dei cuori battenti
Gianni Vullo Il cimitero dei cuori battenti

Metti un paesino di provincia, metti il periodo natalizio che fa respirare un’aria diversa a chiunque e ovunque, metti che quel paesino sia Ricasola, in Sicilia, pochi abitanti ma tali da creare un buon movimento di personaggi per far si che una storia prenda forma, si trasformi.
E’ il 26 dicembre, per la strade non c’è molta confusione, qualcuno fa un giro vedendo le vetrine addobbate, qualcuno apre la saracinesca del proprio locale, un fotografo e un barbiere diventano investigatori per caso. Perché? cosa sta per succedere?
Succede che una mancata telefonata di auguri mette in allarme il giovane fotografo che ogni anno si ripropone di chiamare per primo la Baronessa per farle gli auguri e lei arriva sempre in anticipo su tutto e che quest’anno, per l’ennesima volta, lui si fa sfuggire l’occasione e lei non chiama.
La commessa e fidanzata del fotografo non capisce l’agitazione di lui nel non aver ricevuto la telefonata, salta pure la loro tradizionale gita a Taormina che la manda in collera.
Ma chi può avere informazioni sulla Baronessa se non Cantattuto? Il barbiere della città che sa sempre tutto in anteprima e sa tutto di tutti!
I due dopo aver parlato un po’ e tirato le somme della situazione, si dirigono in caserma per chiedere aiuto a trovare il numero della parente della Baronessa dove si suppone che si trovi, secondo quello che si dice in città.
Dopo lo stupore iniziale dei carabinieri, entrati in casa della Baronessa il perché viene subito svelato: la Baronessa è deceduta e a quanto pare da parecchi giorni.
Tutto sarebbe stato e sarebbe scorso in modo normale se Cantatutto non avesse avuto dubbi in merito. Da lì parte la ricerca della verità, i due, il fotografo e il barbiere, svolgono le loro indagini mentre da parte delle forze dell’ordine il caso viene risolto con un verbale dove si dichiara la morte della Baronessa per cause naturali.
Non continuo nello svolgimento della trama perché toglierei la voglia e soprattutto la suspence che libri gialli come “Il cimitero dei cuori battenti” ha di suo e deve mantenere fino alla fine.
Il libro nel suo complesso mi è piaciuto per i luoghi descritti che sono reali e che conosco. Guardando, poi, le foto nel sito dell’autore, Gianni Vullo, uno scrittore esordiente, ho rivisto i posti così come li avevo immaginati.
La trama del libro è piacevole, c’è la suspence giusta, i personaggi adatti al ruolo, io avrei evitato di utilizzare in modo così marcato un linguaggio italiano sicilianizzato che alla lunga stanca.
Leggendo la prima pagine del libro, ho avuto subito la sensazione che si trattasse di un libro stile Camilleri e del suo personaggio più amato: Montalbano e questo mi aveva già fatto venire voglia di chiuderlo il libro perché non sono una lettrice di Camilleri, ma sono comunque andata avanti per la curiosità di andare fino in fondo. Il capitolo conclusivo mi ha dato conferma del mio pensiero e questo mi ha lasciato un po’ di amaro in bocca perché ritengo che un autore che decida di mettersi a scrivere un libro debba seguire un suo modo di essere e di scrivere, debba essere originale, a suo modo. Sarà che in questo periodo sto conoscendo e apprezzando autori che non sono ancora sulla cresta dell’onda e non vendono migliaia di copie. Ma ognuno con il suo stile, il suo modo, il suo essere scrittore per sé, magari a un altro tipo di lettore questo stile può andare benissimo, sono opinioni personali pertanto opinabili.
Come sempre un libro non mi lascia solo la trama, ma delle considerazioni, e anche in questo caso, le riflessioni sono parecchie, dall’amore vissuto tra due persone che potrebbero stare insieme ma non lo fanno, l’amore di un genitore verso la figlia, l’integrazione dell’omosessuale nella società, ma soprattutto quanto l’uomo può far valere più l’aspetto economico sulla vita.
Un’amara considerazione la mia che trova fondamento nello svolgimento della trama del libro, che trova fondamento nelle vicende di cronaca di cui siamo venuti a conoscenza in questo periodo nella mia provincia nel mondo sanitario.
Io credo che il rispetto della vita propria e altrui vada al di sopra di tutto. Un cenno sull’autore mi sembra doveroso: Gianni Vullo, modicano, giornalista e adesso al suo primo esordio come scrittore di romanzi. [I. B.]

Di Inpress

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