Il movimentato passaggio dalla Grande guerra alla pace spesso associato, in Italia, all'immagine di un Paese che virava senza freno verso quel "sacro egoismo" sempre pi incarnato dall'esperienza dell'occupazione di Fiume e dal mito della "vittoria mutilata". Instancabile artefice di un progetto di pace europea e mondiale di ampio respiro fu invece Francesco Saverio Nitti, al governo dal 1919 al 1920, che prov a fare dell'Italia postbellica un elemento importante dei nuovi equilibri di pace mondiali. Sostenitore fin dalla prima ora di un necessario revisionismo dei trattati di pace in senso democratico, affront i nodi gordiani della rifondazione europea, dalla necessit di una pace equa con la Germania al reinserimento della Russia bolscevica nel sistema internazionale, e oper in prima persona per garantire le basi di una pace duratura in un Mediterraneo ormai in fiamme. La prematura caduta del suo governo, spesso interpretata come vera e propria fine del liberalismo italiano, signific anche la fine di un'alternativa identitaria nazionale che fino a quel momento aveva fatto da solido contraltare al montare del nazionalismo e al fascismo incipiente. |