?For I will consider my cat Jeoffry? è un?elegia gattesca ben nota in ambiente anglosassone ma, a quanto mi risulta, ancora inedita ? o comunque sconosciuta - in Italia. L?autore è Christopher Smart, un poeta inglese del XVIII secolo. La sua storia è bella e commovente. Pubblicista e autore di articoli a carattere prevalentemente satirico, e dotato di scarsi mezzi personali, si sottopose a pesantissimi ritmi di lavoro per mantenere se stesso e la propria famiglia. Preso da mania religiosa, pare che si gettasse in ginocchio all?improvviso in mezzo alla strada per pregare, e invitare i passanti a fare altrettanto. Dunque, fu rinchiuso nel manicomio di St. Luke?s a Londra, in isolamento. Qui, si dedicò alla scrittura di opere a carattere prevalentemente spirituale. Aveva come unica compagnia, e unico contatto col mondo esterno, il suo gatto Jeoffry. Durante il secolo scorso, a margine della composizione sacra ?Jubilate Agno? fu scoperta l?elegia che aveva dedicato al suo micio. È una composizione in cui risuonano accenti che ricordano William Blake,il nonsense inglese, i poeti metafisici ? oltre a un panteismo affettuoso che a noi italiani non può non ricordare lo spirito di Francesco d?Assisi. Da semplice lettrice, la trovo tenera, ironica, commovente, geniale e ?stupida? (o per meglio dire ?tonta?, come scriverebbe Garcìa Lorca), bislacca e originale e folle e colta. Una poesia sorprendente e bellissima - certamente una delle migliori opere di argomento gattesco mai scritte. |