"Calligrafici venivano chiamati tutti i registi che non erano comunisti. C'era bisogno di un'etichetta, tutto lì" (M. Soldati). "Il calligrafismo era il cinema italiano che rappresentava la piccola e media borghesia, e ci faceva abbastanza sorridere" (G. De Sanctis). Queste due recenti affermazioni dimostrano come le divergenze, le critiche e le revisioni su questi registi chiamati con disprezzo "calligrafici" non siano state ancora sanate, a distanza di cinquant'anni. Questo volume intende riaprire il dibattito gettando i germi di un futuro approfondimento. |