Non credo facile stabilire quando le donne si siano messe a dipingere: anche il caso, marginalissimo, di una monaca miniatrice una pura ipotesi. Il Trecento fiorentino, se a qualcuno gli frullasse per il capo, la respingerebbe come suggestione diabolica. Magari carico di prole femminile, mai che un pittore pensasse a farsi macinare i colori da una figlioletta. Pensate: una Laudomia di Bicci, una Ginevra di Fredi? Vengono i brividi solo a pensarlo. E, per carit, nessun nome femminile fra i contemporanei di Pollaiolo, di Botticelli. L'avvento di Michelangelo cancell del tutto la donna e altrettanto segu coi suoi discepoli diretti o indiretti: basta pensare al Pontormo, al Rosso, caratteri lunatici, spauracchi delle pareti domestiche. [...] Fu sulla met del secolo sedicesimo che qualche cosa cambi: certi padri cominciarono a vezzeggiare le loro bambinette, che, furbette, non tardarono a profittarne. |