"Vi abbondano spicchi di luna e ci che comunemente e quasi turisticamente (siamo, tuttavia, nel 1935) circola nel bazar orientale. Molti colori indaco, pavone, oro, verdi profondi e molte manciate di pietre che non giureremmo preziose. Ma l'atmosfera c': quel nescio quid, quel qualche cosa di morbido, di incosciente, di vizioso e di oppiaceo, di aromatico e di inebriante che parve entusiasmare lettori come Gide, Malraux e Camus... quell'aria da narghil, da oppio e da vizi segreti gira a spirale intorno a tutto il libro e lascia forse pensare che il successo ottenuto non ne sia estraneo. Ma tant', il nostro interesse di lettore dato da un particolare profumo artificioso, ma non artificiale e ormai assolutamente introvabile oggi. Questo profumo l'esotismo, merce distrutta dal calpestio dei nuovi asiatici, delle orde di coloro che non sanno pi sognare, immaginare e nemmeno vedere". (Goffredo Parise) |