"All'inizio era la favola": con questa formula Valry presenta il nucleo fantastico delle narrazioni mitiche. E proprio la genesi del mito, tema fondamentale nella sua opera, viene qui seguita in un inedito percorso polifonico attraverso la variet dei generi letterari. Se, nella Piccola lettera sui miti, mito il fantasma dell'amore nella sua intensit e brevit, nell'Uomo e la conchiglia il racconto delle emozioni di un intelletto che descrive l'infinita variet di una conchiglia: elogio dell'ordine e della fantasia misteriosamente unite nella creazione della natura e dell'arte. Elogio che prosegue in Su Eureka dove il commento a un saggio di E.A. Poe diviene canto delle origini, mistero della favola come principio di invenzione. Mito e arte nuovamente si incontrano in Anfione, opera in cui la musica, la poesia e la prosa si fondono nel mito dell'artista, del costruttore scelto da Apollo, figura della metamorfosi dell'arte. Un mito, tuttavia, rivissuto e rimediato dall'uomo moderno, che, nella creazione artistica, vede la lotta fra il divino e il demonico, una trama in cui la grazia unita al dolore e alla passione. Questo drammatico contrasto trova la sua conclusiva espressione in un breve poema in prosa, L'angelo, che Valry scrisse poco prima della morte, avvenuta a Parigi nel luglio 1945. L'angelo rappresenta la tormentata certezza che il mito continua nel dialogo dell'arte, nella sua possibilit di interpretare l'uomo e il mondo..." (Elio Franzini) |