Non intendiamo stabilire il genere letterario "poetesse", contrapposto al genere "poeti", sebbene nella inanit critica dei generi letterari, tanto cara a chi non cerca la sostanza poetica ma si appaga dei suoi casellari notarili, esso avrebbe non minor senso dell'egloga piscatoria o della ilaro-tragedia satiro-pastorale. Chi si contenta di osservazioni generali, pi o meno approssimative, dir che la poesia femminile sempre romantica, anche quando tocca la suprema, l'aurea perfezione, di Saffo. [...] Ma queste osservazioni non devono distrarci dall'essenziale, da quella sostanza poetica cio che la sola legittima ricerca della critica. Noi intendiamo valerci di uno spontaneo aggruppamento pratico, con l'intesa che ciascun poeta di quel terribile sesso di cui parlava, attratto e pure atterrito, Alessandro Manzoni, va considerato nella sua particolare originalit umana, e diciamo pure nella particolare virt inventiva, espressa solamente nello stile e nel tono del suo testo. Una considerazione di storia del costume pu servire a meglio spiegare questo legittimo raggruppamento, ricordando che il Cinquecento ricco di poetesse. (Dall'introduzione di Francesco Flora) |