Vivere in questa societ e soddisfarne le richieste ci rende tesi, irritabili e impazienti. Siamo schiavi delle nostre reazioni, schiavi delle richieste della mente. Esultiamo se ci accade qualcosa che giudichiamo un bene o ci demoralizziamo se lo riteniamo un male; ma cosa succede se ci sediamo in silenzio, senza giudicare, valutare o mettere in atto i dettami della mente? Siamo abituati a giudicarci in continuazione, vogliamo essere i migliori agli occhi degli altri, vogliamo essere riconosciuti e apprezzati. Perch non siamo soddisfatti di come siamo? La vita appagata dal fatto stesso di vivere; se il solo vivere non ci d gioia e aspettiamo che la gioia provenga dalle circostanze esterne o dalla societ, abbiamo perso la nostra libert. Durante la giornata siamo sempre in compagnia degli altri, sempre in rapporto, ma nella meditazione passiamo dai rapporti alla solitudine, dalla parola al silenzio, dal continuo movimento all'immobilit. Le divisioni qui non hanno pi significato, i ruoli e le responsabilit sono scomparsi. una dimensione che il mondo moderno non ci ha insegnato e proprio per questo viviamo nello squilibrio. Con il cessare dei condizionamenti, invece, il rilassamento regna supremo e guarisce le ferite delle difficolt e della fatica. C' soltanto la sensazione di essere vivi, la dimensione del puro accadere. |