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Dopo la lettura, gradevole, ma sinceramente nulla di pi, del Il colore del sole, non mi sarei aspettato, prendendo in mano questo La pensione Eva, di imbattermi in un gran bel romanzo, uno dei migliori in assoluto fra i numerosi scritti da Camilleri. In verit lo scrittore siciliano tende a puntualizzare in una nota finale: Quanto scritto intende essere semplicemente una vacanza narrativa che mi sono voluto pigliare nellimminenza degli ottanta anni. Se questa una vacanza narrativa, consiglio vivamente a Camilleri di prendersene altre. La nota prosegue:Oltretutto, alla lettura credo che presenti difficolt minori di altri miei romanzi. E persino il titolo diverso dai miei soliti. Effettivamente, nonostante lo strano linguaggio che caratterizza tutta la produzione di Camilleri, risulta assai pi comprensibile del solito. Sempre leggendo la nota: Desidero avvertire che il racconto non autobiografico, anche se ho prestato al mio protagonista il diminutivo col quale mi chiamavano i miei famigliari e i miei amici. E autentico il contesto. E la pensione Eva veramente esistita. La precisazione doverosa, in quanto si ha limpressione che il racconto sia autobiografico e forse, in parte, lo , perch certi turbamenti adolescenziali sono propri di tutti gli esseri umani. Se la trama principale la nascita, il successo e poi la fine, drammatica, di una casa di tolleranza che ha la sede a Vigata, si allacciano altre vicende, non sempre secondarie, che hanno il pregio di fornirci una visione viva e realistica di unepoca. Tutto ruota, in effetti, intorno alla figura di Nen che si presenta fin dallinizio con i suoi dodici anni e che poi chiude la narrazione al raggiungimento della maggiore et. I turbamenti sessuali di questo fanciullo, i giochi con la cuginetta, le paure di non essere abbastanza uomo sono raccontate con mano leggera, senza mai indulgere al laido, anzi non infrequente un sorriso di comprensione alla luce della naturale innocenza del protagonista. Non deve comunque stupire che Camilleri, a ottanta anni, si sia messo a scrivere dellamore carnale, perch vi sono degli illustri precedenti e tanto per citarne uno mi permetto di fare il nome di Garcia Marquez con Memoria delle mie puttane tristi. In effetti, sono dellopinione che, giunti a una certa et, riesca pi facile scrivere proprio dei turbamenti giovanili, vivi mentalmente nel ricordo, ma privi ormai della pulsione fisica del ricordo stesso. Questo Nen, che si scopre, o meglio si illude di essere Casanova, ci condurr dentro la famosa pensione, ci render partecipi di avventure varie, mentre la voce narrante ci porter gradualmente a conoscere la tragedia, nellisola, della seconda guerra mondiale, in pratica fino allo sbarco anglo americano. La descrizione degli eventi bellici quanto di meglio ci si possa attendere: poche, sapienti incisive immagini e il lettore percepisce chiaramente lo stato di tensione derivante dai bombardamenti, lo sfascio di un regime e la psicosi della gente ormai in balia degli eventi. Non stupisce, poi, la simpatia dellautore per le ospiti della pensione, persone deboli, con storie familiari spesso tragiche, e come ben noto Camilleri ha sempre un occhio di riguardo per gli umili e i diseredati. Lambientazione resa in modo mirabile, la mano felice e lieve nel trattare argomenti un po scabrosi, la trama avvincente, i vari personaggi sono azzeccati, la lettura agevole. Insomma, non possibile pretendere di pi da un libro. Renzo.Montagnoli
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