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Il primo romanzo
---------------- Armance era una nipote molto povera delle signore de Bonnivet e de Malivert, quasi della stessa et di Octave, e poich si erano reciprocamente indifferenti, i due si parlavano con assoluta franchezza. Dopo tre quarti dora trascorsi col cuore gonfio damarezza, Octave fu colpito da questa idea: Armance non mi fa moine, la sola qui ad essere estranea a questo raddoppiamento dinteresse che devo a un poco di denaro, lei sola, qui dentro, ha una qualche nobilt daqnimo. E lunico motivo di consolazione fu di guardare Armance. Di certo Stendhal conosciuto di pi per Il Rosso e il Nero e per La Certosa di Parma, due romanzi che mantengono inalterato ancor oggi il loro grande valore letterario, due autentici classici che non risentono delle scorrere del tempo, indifferenti alle mode letterarie, sempre capaci di avvincere il lettore con la loro straordinaria attualit. Lautore francese ha scritto anche altre opere, che si potrebbero definire, senza esagerazioni, di eccellenza; con labitudine che a volte si ha di procedere come i gamberi, fra queste mi sono imbattuto in Armance, il suo primo romanzo, dato alle stampe nel 1827. Preciso subito che se agli occhi di chi gi si entusiasmato per Il Rosso e il Nero e per La Certosa di Parma questo racconto intriso di romanticismo pu sembrare modesto, allepoca invece trov uno scarso successo per motivi del tutto opposti, legati allo stile di scrittura, non ridondante, scarno, che va soprattutto al sodo, per lambientazione, per la capacit di evidenziare i difetti di una nobilt marcescente, per lintroduzione di un discorso politico e sociale del tutto rivoluzionario per quegli anni di Restaurazione. A una lettura pi attenta, liberandosi dagli stilemi propri del romanticismo che danno alla vicenda amorosa di Armance e di Octave quei toni eccessivi che passano dalla disperazione alla felicit in continua alternanza, devo dire che questo primo romanzo invece particolarmente affascinante, riuscendo gradualmente ad avvincere in un crescendo che poi si conclude in tre righe di una bellezza sconcertante, ma che sono ben significative di una classe (i nobili) in via di progressiva estinzione, perch hanno fatto il loro tempo. La straordinaria capacit dellautore di descrivere i personaggi di questa casta, chiusa in un mondo che si va spegnendo, i loro rapporti interpersonali, la loro vuota esistenza, mentre il mondo di fuori reclama di vivere in altro modo chiedendo il riconoscimento di una posizione di rilievo solo per capacit, e non per nascita, sono frutto di idee nate con la Rivoluzione francese, portate in parte avanti con Napoleone, di cui Stendhal era fervente ammiratore, e poi soffocate dopo Waterloo, come se con una battaglia si potesse fermare un progresso inarrestabile, agevolato, per di pi, da una naturale decadenza che nessuna legge e nessun potere costituito poteva arrestare. Penso, inoltre, che Stendhal sia riuscito a delineare due protagonisti perfettamente complementari, due vite che non avrebbero potuto che incrociarsi. Infatti, Octave, nobile di grandi origini, e Armance, anchessa blasonata, ma di pi modesto lignaggio, sono due giovani in cui sboccia un amore esclusivamente platonico, una sorta di affetto che trasforma lamicizia in un sentimento pi forte, rispettosi luno dellaltro, in particolare lei, sempre pronti a tormentarsi o a gioire al massimo livello, in un avvicendarsi di sole e di buio, di giorno e di notte, condizionati dal loro rango, ma al tempo stesso inconsapevolmente desiderosi di rompere le catene di una societ gretta, fatua, senza domani. Lui turbato, ha momenti quasi di pazzia, altri di estasi, altri ancora di depressione, ma lei lo ama, perch lamore irrazionalit, un sentimento che nasce allimprovviso e di cui solo in seguito si cercano eventualmente le motivazioni. tenera, dolce Armance, ma ha carattere, un carattere che le permette di andare oltre le stranezze di Octave, quasi pazzie si potrebbero definire, ingiustificabili agli occhi degli altri, ma una causa c, un orribile segreto che lui tiene tutto per s, un fardello che grava come un macigno e di cui solo a volte riesce a dimenticarsi, ed in quei momenti che si sente veramente felice, che assapora lebbrezza dellamore. Di che si tratti si arriver a capirlo poco a poco ed questa unaltra straordinaria abilit di Stendhal, con quel graduale coinvolgimento, con quel dubbio che sorge al lettore allimprovviso, che ricaccia, perch gli appare impossibile, ma che poi ritorna, tanti piccoli tasselli che vanno componendosi come in un mosaico e alla fine quellipotesi che poteva apparire insensata si rivela veritiera. Il suo un problema irresolubile, una disfunzione senza possibilit di cure, un dramma che lo perseguita. Octave soffre dimpotenza e questa finisce con il diventare la metafora di una classe sociale senza nerbo, agonizzante e prossima alla fine. E cos il protagonista maschile, naturalmente diverso, portato a una progressiva drammatica autoemarginazione, dando vita a un personaggio indimenticabile, di forte spessore, come lo saranno, nei due pi famosi romanzi successivi, Julien Sorel e Fabrizio del Dongo. Armance unopera che si legge con passione e che resta dentro per sempre, un altro capolavoro di Stendhal. Renzo.Montagnoli
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