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Il profumo (I grandi)


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Nel diciottesimo secolo visse in Francia un uomo, tra le figure più geniali e scellerate di quell'epoca non povera di geniali e scellerate figure. Si chiamava Jean-Baptiste Grenouille e se il suo nome, contrariamente al nome di altri mostri geniali quali de Sade, Saint-Just, Fouché, Bonaparte, oggi è caduto nell'oblio, non è certo perché Grenouille stesse indietro a questi più noti figli delle tenebre per spavalderia, disprezzo degli altri e immoralità, bensì perché il suo genio e unica ambizione rimase in un territorio che nella storia non lascia traccia: nel fugace regno degli odori.
 
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Suskind, ambienta il suo romanzo nella Francia del diciottesimo secolo dove si accalca un'umanità disgraziata e maleodorante ed in cui ogni cosa sprigiona devastanti e allo stesso tempo repellenti miasmi. A Parigi, nella città più puzzolente del regno, nasce Jean-Baptiste Grenouille la cui caratteristica è quella di essere totalmente inodore ma di avere, nel contempo, l’olfatto più raffinato del mondo.



Rifiutato da tutti fin da piccolo, quasi incapace di parlare, restio verso qualunque tipo di studio, deciso a non provare alcun sentimento verso gli esseri umani che lo circondano, si accorge molto presto di essere munito di un odorato finissimo che gli permette di avere una percezione olfattiva completa dell'ambiente circostante. Ciò che gli altri colgono con la vista, lui lo percepisce con l'olfatto. «Il profumo ha una forza di persuasione più convincente delle parole, dell’apparenza, del sentimento e della volontà. [...] esso penetra in noi come l’aria che respiriamo penetra nei nostri polmoni, ci riempie, ci domina totalmente, non c’è modo di opporvisi». Questo Grenuille l’ha ben compreso. Si “ciba” di odori, al punto di uccidere per appropriarsene. Il suo godimento trova soddisfazione attraverso l’olfatto.


Nel proprio universo interiore esistono soltanto i profumi delle cose (non le cose in sé). Sempre più chiuso, incapace di amare e di essere amato, decide di mettere a frutto questa qualità diventando profumiere, il più grande di tutti.


Ma Grenuille vuole di più Da uomo bruto e geniale ricava l’essenza principale dei suoi piaceri dalla pelle naturale di giovani fanciulle ed e arriva ad ucciderle una per una per trarne la loro insostituibile “fragranza” .



Un viaggio folle, ma di lucida follia, di genialità malata che permette a Grenouille di individuare venticinque ingredienti per creare l’essenza perfetta. Dominando gli odori Grenuille, avrebbe dominato il cuore degli uomini: da uomo odiato sarebbe diventato un uomo amato. « Poiché gli uomini potevano chiudere gli occhi davanti alla grandezza, davanti all’orrore, davanti alla bellezza, e turarsi le orecchie davanti a melodie o a parole seducenti. Ma non potevano sottrarsi al profumo».




Dopo l’uccisione dell’ultima vittima ed aver finalmente creato il suo profumo, viene scoperto e catturato, Pronto a morire sul patibolo, di fronte ad una folla che incita per la sua morte, in un finale prodigioso e del tutto inaspettato, un uomo da sempre reietto dall'intera umanità, brutto, zoppo, piccolo, un mostro sia dentro che fuori, spargendo poche gocce della sua essenza, riuscirà a farsi amare dal mondo e, come se non bastasse, in una festa orgiastica farà si che tutto il mondo si ami l’un con l’altro senza distinzione di sesso o ceto sociale.


Ma come dice lo stesso Suskind ad ogni conquista non manca una perdita. Solo che Grenuille non aveva perso qualcosa, semplicemente non l’aveva mai avuta: pur detenendo tutti gli odori, e costruendo miscele sempre nuove, non sentiva, né aveva mai posseduto il suo di odore. Una sofferenza che lo invaderà per tutta l’esistenza. Ma la natura non si può vincere: è lei a decidere cosa concederci e cosa toglierci.


Grenuille morirà nel medesimo luogo in cui è nato, ucciso grazie all’aroma da lui stesso prodotto , per mano di quegli uomini che sempre lo hanno odiato e che “Per la prima volta (…con la sua morte…) avevano compiuto un gesto d'amore”.




Libro complesso il cui protagonista non si scorda con facilità per la diabolica ripugnanza e l'inconfessato desiderio di amore che traspare in tutto il romanzo.


Recensione di Tania Maffei



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