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Recensione Manuel Vázquez Montalbán

Manuel Vázquez Montalbán

Lo scriba seduto - Le prime pagine

le prime pagine
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Ogni scriba seduto apporta una ieraticitŕ aggiunta alla presupposta ieraticitŕ della scultura egizia. Sembra quasi che, da un'abbandonata placiditŕ, lo scriba aspetti l'ordine del signore, fiducioso di compiacerlo mediante la sua scrittura. In quello scriba seduto c'č un autocompiacimento da schiavo privilegiato, cosě come spiega uno di essi in un frammento di papiro indirizzato al figlio, giovane apprendista scrivano in una scuola di scribi.

Ritengo che il lavoro manuale sia violento: consegna quindi il tuo cuore alle lettere. Ho anche osservato l'uomo che si č liberato dal lavoro manuale, e certamente non ho visto nulla di piů pregevole delle lettere. Cosě come ci si tuffa nelle acque, parimenti devi immergerti nelle profonditŕ della letteratura egizia... Ho visto il fabbro davanti alla sua fucina e il fonditore davanti al forno acceso: le loro dita sono simili alla pelle del coccodrillo e puzzano peggio delle uova di pesce. E il falegname che lavora o sega il legno? Riesce forse a riposarsi piů del contadino? I campi dell'uno sono il legno, e strumento di lavoro dell'altro, il bronzo. Quando essi riposano di notte lavorano ancor piů che di giorno. Di notte accendono la lampada... Il destino del tessitore che lavora in una stanza chiusa č peggiore di quello di una donna. Ha le gambe piegate, rattrappite le spalle, e non puň respirare liberamente. Se un solo giorno smette di produrre la quantitŕ di tessuto richiesta, viene battuto come i gigli negli stagni. Solo comprando i custodi delle porte con i suoi denari riesce a vedere la luce del sole... Ti dico anche che il mestiere del pescatore č tra tutti il peggiore; egli non puň davvero sopravvivere con il suo lavoro nel fiume. Si mescola ai coccodrilli e se cedono le dighe di papiro, deve gridare per chiedere soccorso. Se non gli dicono dove si trova il coccodrillo, la paura gli acceca gli occhi. Non c'č in veritŕ un'occupazione migliore di quella dello scriba, essa č tra tutte la migliore. L'uomo che conosce l'arte dello scrivere č di per sé superiore agli altri, e questo non si puň dire delle altre occupazioni di cui ti ho parlato. Infatti ogni lavoratore rinnega i propri colleghi. Ma nessuno dice allo scriba: "Ara i campi di quell'uomo". Un giorno passato in aula č per te migliore di un'eternitŕ fuori di essa; i lavori che tu vi esegui dureranno nel tempo simili a montagne... Per davvero la dea Rennit č sulla strada di Dio. Essa č il sostegno dello scriba sia nel giorno della sua nascita sia quando, ormai diventato uomo, entrerŕ nella Camera del Consiglio.

John D. Bernal nella sua Storia sociale della scienza aggiunge:

... i lavoratori dal colletto bianco, o quantomeno dal perizoma bianco, si ritenevamo moralmente e praticamente superiori, nonostante l'intenso lavoro richiesto dalla scrittura e i complicati sistemi di calcolo della civiltŕ primitiva.

Nel momento in cui lo scriba seduto si preoccupa per l'avvenire del figlio, che č l'avvenire della sua stessa casta, sono giŕ passati abbastanza secoli di organizzazione sociale e di divisione sociale del lavoro per rendere possibile la luciditŕ individualista e corporativista del vecchio scriba. Egli ha imparato a scrivere accovacciato, a vedere i suoi signori e il mondo da quella posizione e conosce il vantaggio che gli procura l'essere detentore del linguaggio come strumento, con un significato convenuto dai signori o dagli stregoni. Deve utilizzare il codice per perpetuare il sistema; in realtŕ, lo scriba seduto č un riproduttore di idee e le parole non gli appartengono. "Le parole hanno un padrone", avrebbe affermato molti anni dopo un personaggio di Alice nel paese delle meraviglie.


© 1997, Edizioni Frassinelli

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