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Recensione Silvia Ballestra

Silvia Ballestra

La giovinezza della signorina N.N. - Le prime pagine

Canzoncina del ricordo



Circa dodici anni prima, al tempo dell'Oceanic, una discoteca per ragazzi che oggi è un magazzino di scarpe, nel mite cuore d'una notte rockettina, la giovane N.N. e il signor Tenebra, un monsieur parigino che faceva le funzioni di chitarrista e cantante nel complesso degli «Ehhh», si buttarono, a bordo d'un invitante carrello della Coop, giù per una certa discesa che dopo un piccolo spiazzale s'affacciava sulle scintillanti vetrine d'una rivendita di veicoli Ford.

La notte era splendida, e le stelle ardevano con tanta grazia nel dolce fitto del buio, che né brontolii di tuono né movimenti di nuvole contro la volta potevano interrompere il beato sogno dei due cari giovani - già disponibile, anzi, quel sogno, a prendere velocità insieme a loro e seguirli giù giù per l'esaltante pendenza.

In fondo alla discesetta scorgevi uno spigolo d'edificio color marrone che sotto lo spiovente d'una luce stradale occhieggiava, il brillìo d'una rete in metallo che assecondava la curva, e una porzione del piccolo spiazzale, così che al di là di questi, solo potevi immaginarle, le sorprendenti vetrate tirate a lucido della concessionaria, l'industriale tesoro che dietro esse dormiva - di giardinette e berline fiammanti appena uscite di fabbrica.

Il signor Tenebra era in vena.

Rideva, assecondando l'abbrivio del carrello che scodinzolando partiva; rideva, e l'ultima spinta prima di salire «a bordo» con giovanile, gioviale furore, l'aveva data lui insieme a un gran bel colpo di reni.

Poi, una volta rannicchiato all'interno, per un istante aveva trovato il modo di dire una quantità di sciocchezze. Ridendo, diceva che non sarebbe stato male se si fossero a un tratto imbattuti in un ostacolo non previsto, magari ricoperto di muschio - un qualche Ape o una Prinz parcheggiati in un'ombra e ormai fermi da secoli, aveva detto, sognando, la compagna di bordo signorina N.N. - magari popolato di gufi, aveva riso il francese, affinché potessero ripararvi all'interno e affinché, nonostante l'evidente sereno, una gran folgore li uccidesse...

© Baldini&Castoldi

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