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Biografia Albert Maltz
Albert Maltz
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Albert Maltz nacque a Brooklyn (New York) il 28 Ottobre del 1908 da un immigrato che da ragazzo di salumeria era divenuto un costruttore benestante. Autore americano e abile sceneggiatore, fece parte dei “Dieci di Hollywood (Hollywood Ten)”, operatori del mondo del cinema americano che, accusati nel 1947 durante gli anni del McCartismo di far parte del Partito Comunista, pur di non fare i nomi dei compagni dinanzi al The House of Un-American Activies Committee (nato per contrastare “l’infiltrazione comunista” nell’industria cinematografica), per tacere, si appellarono al 1° emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Dopo gli studi presso la Columbia University e la Yale School of Drama, nel 1930 Maltz iniziò a lavorare come drammaturgo per il sodalizio teatrale di sinistra “Theater Union” (ove conobbe la nota scrittrice e poetessa americana Margaret Larkin che sposò nel 1937), mentre dal 1941 fu sceneggiatore cinematografico a Hollywood. Durante la Grande Depressione, aderì al Partito Comunista ma conservò sempre indipendenza di pensiero: nel 1945, per esempio, scrisse sulla rivista “New Masses” un articolo in cui chiedeva più libertà intellettuale per gli iscritti al Partito Comunista; fu però tanto criticato da essere indotto ad una parziale ritrattazione. Scrittore di protesta, nei primi anni ‘30 scrisse quei “racconti proletari” che sono considerati i suoi testi migliori: il dramma “Peace on Earth (Pace sulla terra)” contro la guerra, “Black Pit (Pozzo nero)” sulle dure condizioni dei minatori del West Virginia, “The Way Things Are (Come stanno le cose)”, “Seasons of Celebration (Le stagioni della celebrazione)”, e “Man on a Road (L’uomo su una strada)” sui pericoli della silicosi. Nel 1938 vinse l’O. Henry Memorial Award per la novella “The Happiest Man of Earth (L’uomo più felice della terra)”, pubblicata sull’Harper’s Magazine. Del 1942 è il documentario patriottico “Moscow Strikes Back (Mosca attacca di nuovo)” che vinse l’Oscar. A lui si devono le sceneggiature di “This Gun for Hire (Questa pistola in affitto)” (1942) e - insieme ad altri - quella premiata con l’Oscar di “Casablanca” (1943), mitico film di Michael Curtiz, interpretato da Humphrey Bogart e Ingrid Bergman. Nel 1944 pubblicò il romanzo storico “The Cross and the Arrow (La croce e la freccia)” mentre nel 1945 fu nominato all’Oscar per la sceneggiatura tratta da “Pride of the Marines (Orgoglio dei marines)”. Del 1945 è anche il documentario di propaganda “The House I Live In (La casa in cui vivo)” in difesa della tolleranza razziale (anch’esso premiato con un Academy Award speciale). Nel 1951 vinse con “Broken Arrow (Freccia spezzata)” il Writers Guild of America Award per il miglior dramma americano. Seguirono: “Cloak and Dagger (Mantello e pugnale)” (1946), “The Red House (La casa Rossa)” (1947) e “The Naked City (La città nuda)” (1948) che vinse l’Oscar (questi due ultimi testi furono scritti sotto prestanome). A questo punto di una brillante carriera di scrittore (era ricco e famoso), visse la tragedia di essere inserito nella Hollywood blacklist e di essere immediatamente sospeso senza compenso, multato di 1000 dollari e rinchiuso nel 1950 per 9 mesi presso l’Ashland Prison. Uscito di galera, andò in Messico ove rimase sino al 1962; di questi anni, è “A long Day in a Short Life (Un lungo giorno in una breve vita)” (1957) ispirato ai mesi di reclusione. Per le sceneggiature, dovette affidarsi a un prestanome (Michael Blankfort), che gliele pagava figurando presso gli Studios, venendo nominato e aggiudicandosi i premi al suo posto; tra queste ricordiamo “The Robe (La tunica)” (1953). La blacklist fu abolita negli anni ’60, e nei primi anni ‘70 l’Associazione degli Scrittori Americani pretese che fossero restituiti i legittimi diritti a tutti quelli che erano stati esclusi per effetto della blacklist. Agli ultimi anni - nei quali Maltz preferì spesso firmarsi John B. Sherry - appartengono “Two Mules for Sister Sara (Due muli per Sorella Sara)” (1970), “The Beguiled (L’ingannato)” (1971), “Hangup (Il Super Tipo)” (1973) e “Scalawag (Un magnifico ceffo di galera)” (1973). Albert Maltz si conservò coerente e radical-progressista sino alla morte, avvenuta il 26 aprile del 1985 a Los Angeles all’età di 76 anni.

Di Silvia Iannello

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