Biografia Aldo Rossi |
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Aldo Rossi nasce il 3 maggio del 1931 e muore nel 1997 a Milano. Nel 1949 si iscrive al Politecnico di Milano e si laurea nel 1959. Negli anni '60 egli impone un linguaggio architettonico basato su forme semplici che si riscontrerà nei suoi progetti. Noto anche come designer, nel 1966 pubblica uno dei suoi libri più importanti:” L' architettura delle città ”un testo sulla morfologia umana. Egli basa il suo studio delle città ed esse sono intese come organismo composto da tante parti compiute che si formano a lungo andare con il tempo, acquistando nella memoria individuale e collettiva valori che costituiscono l'anima delle città. Nel 1959 il suo maestro fu Ernesto N. Rogers, colui che gli fece disprezzare il disegno industriale ma che nello stesso tempo scoprì l'architettura romana e classica; già nel1955 iniziò la collaborazione con la rivista Casabella-Continuità con lo stesso Rogers. Nella sua formazione è affascinato dai musei ma questo riesce a capirlo solo quando i musei lo annoiarono. Uno dei tanti suoi progetti risale al 1966/70 ed è il quartiere Gallaratese a Milano. Il primo progetto per il cimitero di Modena risale al 1971. Ammirava i cantieri e gli errori che si potevano commettere per poi rimediare. Da studente Aldo Rossi veniva criticato come architetto in quanto i suoi disegni erano come quelli che avrebbe fatto un muratore. Nel 1976 progetta una casa per lo studente a Chieti. Nella sua architettura persistono le cabine dell'Elba che sono il riferimento per i suoi progetti. Le cabine possiedono quattro pareti e un timpano ma hanno funzioni molteplici, quelle di essere degli spogliatoi, dei piccoli cimiteri, delle case ed un teatro. Per Rossi il teatro è come l'architettura perché riguarda una vicenda, con un inizio, uno svolgimento, ed una fine. I suoi progetti di concorso più belli furono regolarmente bocciati in quanto ritenuti incomprensibili; come ad esempio i palazzi comunali di Scandicci, di Muggiò e il palazzo della Regione a Trieste. I progetti migliori secondo Rossi sono quelli delle ville e degli interni, che riprendono l'architettura della memoria e perché riguardano la funzionalità dell'abitare e della vita quotidiana. Nell'architettura la misurazione è molto importante, infatti egli amava la topografia e trovò una dimensione in più dello spazio nel misurare la piazza Leonardo Da Vinci a Milano. Quando lavorò a Zurigo egli si occupò del castrum lunatum; il fondamento su un progetto nel centro storico dove si mischiavano archeologia progettualità nuova. Nel 1972 ottiene la cattedra al Politecnico di Zurigo. La sua carriera si ampliò anche a Venezia dove fece il suo ultimo progetto per prestigioso Teatro galleggiante della Biennale del 1979/80 che con la sua copertura di metallo sovrasta il grigiore della laguna con un gioco di ombre suggestive,dove la scena centrale è una piccola finestra con lo sfondo della Giudecca. La torre del teatro assomiglia ad un faro che viene descritto come simbolo da osservare.
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