Biografia Emile Boutroux |
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Emile Boutroux è stato uno dei più insigni esponenti dello spiritualismo, Boutroux, si propone di partire da un’impostazione categoriale di tipo positivistico: nel suo saggio Della contingenza delle leggi della natura (1874), egli riprende apertamente il modello della realtà organizzata gerarchicamente in diversi "mondi" (necessità logica, essere astratto, generi, materia, corpi, esseri viventi, uomo). In primis, egli osserva che questi generi sono qualità diverse fra loro, non si tratta di pura crescita quantitativa, ma di vero e proprio salto qualitativo, automaticamente escludente la causalità necessaria. Se ciò che viene dopo è superiore (e quindi nuovo) a ciò che sta prima, non può infatti esserci causalità necessaria: è invece Dio che ha creato i diversi livelli di realtà e Boutroux connota questa differenza qualitativa dicendo che la necessità della legge va vieppiù decrescendo. Nel primo "mondo" (quello della necessità logica) la causalità necessaria è fortissima; nel secondo (l’essere astratto) già si fa più debole, fino al mondo vivente, dove è ancora più debole, giacchè lì non sempre le cose sono calcolabili con la necessità causale; il livello massimo è dato dall’uomo, che è anche realtà spirituale e non solo corporea. E’ un’autentica gerarchia di realtà che vanno dalla più bassa alla più alta, dalla più astratta alla più concreta, cosicchè, salendo nei livelli di realtà, ci imbattiamo in realtà più piene (l’uomo è più "reale" della materia inorganica, e così via). Ciò significa che la contingenza va di pari passo con tale scala e, dunque, più la realtà è piena e tanto più in essa trovo contingenza. L’idea sotterranea è qui che la necessità sia un mio modo di vedere le cose legato alla rappresentazione di un certo tipo di realtà: così leggerò i livelli bassi del reale avvalendomi della necessità, legata al modo di rappresentarmi quella struttura della realtà. Tutto questo appare ancora più evidente nello scritto di Boutroux intitolato L'idea della legge naturale nella scienza e nella filosofia contemporanee (1895): anche qui egli propone una gerarchia, ma si tratta, più che di una gerarchia ontologica, di una epistemica, in cui vengono gerarchizzate le varie scienze (logica, matematica, meccanica, fisica, biologia, psicologia, sociologia); anche qui si sale dall’astratto (la logica) al concreto (la sociologia), e ciò era già valido per un positivista come Comte, ma Boutroux aggiunge che, quanto più la scienza è astratta, tanto più i rapporti sono necessari; viceversa, quanto più essa è concreta, tanto più si deve fare a meno del rapporto necessitante. Il passaggio dalla gerarchia della realtà a quella della scienza rivela come il criterio della necessità sia tutt’altro che assoluto, nel senso che non appare neppure essere intrinseco al reale, ma meramente metodologico, frutto della nostra mente. Ben emerge la tendenza spiritualistica a considerare la realtà come un tutto unitario in cui i livelli bassi sono letti secondo il criterio della necessità, senza che però tali livelli siano strutturalmente diversi dai più alti: è, questo, un monismo abilmente camuffato dietro la maschera della gerarchia; l’essenza della realtà, rivelantesi ai livelli più alti, è assolutamente spontanea e libera.
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