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Biografia Silvia Danesi Squarzina
Silvia Danesi Squarzina
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Silvia Danesi Squarzina, nata nel 1941, è Ordinario di Storia dell'Arte Moderna all'Università di Roma "La Sapienza". Dopo la maturità classica, dal 1959 al 1962, ha frequentato l'Istituto Centrale del Restauro (diretto da Cesare Brandi), acquisendo utili conoscenze metodologiche e tecniche, e successivamente la Facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di Roma, laureandosi con Giulio Carlo Argan, con una tesi sulla cultura architettonica in Italia 1922-1945, una ricerca che nel 1975 diventerà oggetto di una mostra da lei curata per la Biennale di Venezia, che ricostruiva, per la prima volta integralmente, l'attività progettuale del Ventennio fascista attraverso l'esposizione di 30 plastici originali (fra cui la Casa del Fascio di Terragni) e di 800 disegni inediti rinvenuti negli archivi dei maggiori architetti italiani. Presso l'architetto Cancellotti ha ritrovato le tavole esecutive per la Stazione di Santa Maria Novella a Firenze, opera del gruppo capeggiato da Giovanni Michelucci. L'indagine capillare, che sfatava molti tabù e preclusioni (si veda il volume Il Razionalismo e l'architettura in Italia durante il Fascismo , da lei curato insieme a L. Patetta per Electa 1976, con numerose riedizioni, di cui una in francese, fino al 1988) suscitò vivaci polemiche e tanto interesse da essere richiesta da vari paesi stranieri e presentata in alcune sedi museali a Parigi, a Berlino, a Madrid, a Barcellona e a Delft,. Parte dei materiali rintracciati è stato conferito all'Archivio Storico della Biennale di Venezia. L'attenzione alla ricerca d'archivio resterà una costante del lavoro della studiosa. Dal 1977 al 1983 è stata professore incaricato di Storia dell'Architettura Moderna presso l'Università G. D'Annunzio di Pescara, poi all'Università La Sapienza professore associato di Letteratura Artistica; dopo concorso nazionale ha ottenuto nel 1988 la cattedra di professore straordinario di Storia dell'Arte Medievale e Moderna presso l'Università di Palermo passando nel 1991 alla cattedra di ordinario per Storia dell'Arte Fiamminga e Olandese presso l'Università La Sapienza dove ha insegnato la stessa materia presso la Scuola di Specializzazione in Storia dell'Arte fino al 2002. A partire dal 1995, è titolare della cattedra di professore ordinario di Storia dell'Arte Moderna nella stessa Università. Dal 1992 è coordinatore del Dottorato in Storia dell'Arte in consorzio con le università di Firenze (Mina Gregori) e Parma (Carlo Quintavalle), in seguito radicato nella sola Sapienza. È membro del Comitato scientifico della Fondazione Burri. È presidente del Comitato per le Celebrazioni del IV Centenario della Cappella Contarelli, che ha promosso e sostenuto numerose iniziative relative al primo Seicento romano, fra cui l'edizione critica di tutti i documenti relativi alla Cappella. Fa parte del Comitato per le Celebrazioni del Centenario della nascita di Cesare Brandi e del Comitato per il V centenario della morte di Andrea Bregno. La sua attività e i suoi interessi si rispecchiano, a partire dal 1971, in un cospicuo numero di lavori che mettono in luce le sue straordinarie qualità di studiosa e ricercatrice. Nel 1979 pubblica Il significato della cultura dell'antico nell'architettura dell'Umanesimo. Nel 1981 ha presentato l'importante ritrovamento degli affreschi cinquecenteschi ispirati alla Colonna Traiana dell'Episcopio di Ostia, curando con G. Borghini mostra e catalogo, Il borgo di Ostia, da Sisto IV a Giulio II , ed. De Luca, Roma 1981. Le sue ricerche sull'arte dell'Umanesimo e Rinascimento a Roma e nel Lazio, all'interno di un vasto programma avviato da Maurizio Calvesi, sono testimoniate anche da una serie di saggi e contributi a convegni tenuti sull'argomento; fra i più significativi Francesco Colonna, principe, letterato, e la sua cerchia pubblicato in Storia dell'Arte n. 60, 1987, con testi letterari inediti dedicati al principe prenestino (al quale M. Calvesi ha attribuito l' Hypnerotomachia Poliphili ) chiamato “poeta” da importanti letterati del suo tempo, come Nicola della Valle o Paolo Porcari, nonché l'ampia sezione del catalogo della mostra Da Pisanello alla nascita dei Musei Capitolini. L'Antico a Roma alla vigilia del Rinascimento , ed. De Luca 1988, ovvero il volume Maestri fiorentini nei cantieri romani , ed. Officina 1989. La sua versatilità la vede porre accanto allo studio della Cappella Sistina ( La Sistina di Sisto IV e l'eredità del pensiero religioso medievale , 1991, ripubblicato nel 1997, in cui individua nel pensiero di Gioacchino da Fiore il criptotesto della decorazione dell'intera Cappella Sistina), la direzione, con la presidenza di M. Calvesi, del convegno internazionale Roma centro ideale della cultura dell'antico nei secc. XV, XVI (si veda il cospicuo volume degli Atti , da lei curato, ed. Electa 1985, continuamente citato dagli studiosi), la relazione al Convegno su Baldassarre Peruzzi, 1481-1536 , contenuta negli Atti editi nel 2006 a cura di Christoph L. Frommel, Howard Burns e altri, lo studio dell'archeologia industriale (ed. Einaudi 1981), dei preraffaelliti (nel volume Il Revival a cura di G. C. Argan, ed. Mazzotta 1974), delle avanguardie sovietiche ( Il Lef e il dibattito sull'arte e l'architettura produttivista in “Majakovskij, Mejerchol'd, Stanislavskij”, ed. Electa 1975) e dell'esperienza futurista (cura con A. D'Amico il catalogo della mostra Virgilio Marchi, architetto e scenografo futurista , ed. Electa 1977) e del Dadaismo , volume della collana Arte e Società, diretta da M. Calvesi, ed. Fabbri. Nell'ambito della storia dell'arte fiamminga e olandese, ha individuato un gruppo di codici figurati del sec. XV conservati a Palermo, fatti miniare nelle Fiandre dal Monastero di San Martino alle Scale, committente del famoso, enigmatico affresco col Trionfo della Morte (vedi il saggio in Art e Dossier , n 41, 1989). Ha pubblicato una monografia su Jan Vermeer, indagando i rapporti con la letteratura degli emblemi (1990), e il volume Studi sul Seicento fiammingo e olandese (ed. De Luca, Roma 1990) con saggi su Rubens a Roma, e nuovi documenti relativi alla pala della Vallicella, su Giusto Sustermans, su Rembrandt e i Carracci, e altri contributi su vari aspetti del rapporto fra arte fiamminga e italiana. Importante l'analisi della committenza che le minoranze religiose, in particolare i mennoniti, offrirono a Rembrandt, testimoniata da un preciso gruppo di opere e incisioni, delle quali viene ricostruita per la prima volta la consistenza e l'omogeneità ( L'asino iconoclasta , ed. Apeiron, Roma 1993). L'impegno maggiore, dal 1995 ad oggi, che ha portato ad eccezionali risultati e a significativi riconoscimenti in Italia e all'estero, è rappresentato dalle sue ricerche sul collezionismo, concentrate soprattutto sulla raccolta Giustiniani. In una serie di importanti saggi apparsi su Storia dell'Arte e su The Burlington Magazine , Silvia Danesi ha ricostruito la genesi della collezione Giustiniani e il fondamentale, finora ignorato, contributo dato dal fratello del più conosciuto marchese Vincenzo, il cardinale Benedetto (che si fece ritrarre da Caravaggio) e ha dimostrato di essere ben consapevole di come i documenti vadano visti tenendo sempre presenti le opere, confrontando opinione critica e dati oggettivi. Lo studio degli antichi inventari, l'esplorazione degli inaccessibili depositi dei musei di Potsdam, ha consentito numerosi importanti ritrovamenti e la rettifica di molte attribuzioni errate. È stato identificato un ciclo sconosciuto di dipinti di Francesco Albani, una magnifica tela di Spierinck, rese opere a Jusepe de Ribera, Nicolas Régnier, Dionisio Calvaert, Mastelletta, Bernardo Castello, Giovanni Battista Ruggeri, Guercino, Federico Zuccari, identificato un restauro di François Du Quesnoy, offerte precisazioni su Nosadella, Francesco Francia, Dosso Dossi, Battista Dossi, Marcello Venusti, Francesco Vecellio, e altri dipinti, ma la scoperta più clamorosa è stata quella della statua del Cristo di Michelangelo, ignorata e negletta nella chiesa di S. Vincenzo Martire a Bassano Romano, prima versione incompiuta del Cristo per la chiesa di Santa Maria sopra Minerva in Roma. Un disegno conservato al Louvre, che Tolnay attribuiva a Michelangelo, è emerso, grazie agli studi di Silvia Danesi, essere un preciso progetto, perfettamente sovrapponibile, per la mano sinistra che preme il panno sul fianco del Cristo di Bassano Romano. Inoltre l'iconografia della statua è stata da lei messa in relazione col pensiero teologico che albergava nella fondazione domenicana di Santa Maria sopra Minerva, e in particolare nella cerchia Vari-Porcari che, nel 1514, stipulava il ben noto contratto con Michelangelo, vedi la relazione dal titolo Cristo ‘uomo dei dolori' da Savonarola a Michelangelo , presentata al Convegno Volto santo , a cura della Bibliotheca Hertziana, Roma 2001, vedi gli Atti pubblicati nel 2006, a cura di Christoph L. Frommel e Gerhard Wolf, in L'immagine di Cristo : dall'Acheropita alla mano d'artista , Città del Vaticano : Biblioteca Apostolica Vaticana, 2006, (Studi e testi / Biblioteca Apostolica Vaticana ; 432), pp. 241-267. Il ritrovamento dell'opera avvenuto e comunicato nel 1998 è stato confermato e reso pubblico nel 2001 anche in connessione con l'eccezionale successo riportato dalla mostra allestita da Silvia Danesi Squarzina Caravaggio e i Giustiniani a Palazzo Giustiniani: buona parte della collezione è stata riportata nel suo luogo originario. Sullo scalone della attuale sede della Presidenza del Senato due statue accoglievano i visitatori, il Cristo di Bassano Romano e l' Hestia , il marmo pario della Galleria Giustiniana, prestato da Alessandro Torlonia. Nelle sale adiacenti alla Galleria erano esposte le cinque opere di Caravaggio, le sole superstiti delle primitive quindici, insieme a Honthorst, Régnier, Poussin, Testa, Lorrain, Baglione, Carracci, Cambiaso, eccetera. L'esposizione, sostenuta dalla Gemäldegalerie con un numero altissimo di prestiti, è stata poi trasferita a Berlino, Altes Museum, con l'edizione in tedesco del corposo catalogo. Queste ricerche e scoperte hanno portato alla pubblicazione dell'indispensabile e fondamentale opera in tre tomi, due sugli inventari e uno sui documenti, La collezione Giustiniani , Einaudi 2003, che raccoglie una enorme documentazione archivistica, quasi totalmente inedita, dagli inizi (1600) alla dispersione (fine sec. XIX) della collezione, una messe di dati, ben inserita, con alcuni corposi saggi, nel contesto storico critico, e la cui consultazione, è resa agevole mediante gli indici e i rimandi incrociati. I volumi sono stati presentati ai Lincei, dapprima alla Classe di Scienze Morali da Maurizio Calvesi, poi al pubblico degli studiosi da Mina Gregori, Antonio Giuliano, Anna Ottani Cavina, Claudio Strinati. Il testo delle conferenze è in corso di pubblicazione nei Rendiconti dell'Accademia dei Lincei. L'importanza metodologica dei tre volumi editi da Einaudi è sottolineata nelle recensioni di Arnauld Bréjon de Lavergnée per The Burlington Magazine , di Stéphane Loire per The Journal of the History of Collections e per Le Bulletin de l'AHAI , di Cristina Terzaghi per Paragone . All'opera è stato assegnato il Premio Capalbio per la Storia dell'Arte nel settembre 2005. Ha pubblicato (ed. Electa 2003) due inventari inediti della collezione di opere d'arte di Cristina di Svezia, redatti da Giuseppe Ghezzi, singolari per le stime in luigi d'oro che li completano. Ha contribuito, con nuove attribuzioni, alla revisione complessiva del corpus di Jusepe de Ribera, effettuata da altri importanti studiosi. Recentemente ha rinvenuto nuovi documenti sull'artista spagnolo, che ne hanno confermato la precoce adesione al dettato di Caravaggio della luce dall'alto in una stanza chiusa, (vedi il contratto d'affitto datato 1612 per lo studio del giovane pittore, che ottiene licenza di aprire una finestra nel tetto “per comodità di dipingere”, carte significative per la prassi quotidiana dello Spagnoletto e per l'anticipata datazione del suo effettivo apparire sulla scena artistica romana come personaggio dotato di autorità e autonomia in The Burlington Magazine , Aprile 2006, New documents on Ribera, ‘pictor in Urbe', 1612-16 ). Rilevante la sua attività di docente, in quanto ha formato numerosi ottimi allievi e li ha avviati a fruttuose indagini, come ad esempio quelle negli archivi degli Antici Mattei a Recanati, che hanno portato ai noti ritrovamenti sulle opere di Caravaggio. Ha promosso un'utilissima revisione delle presenze di artisti italiani e stranieri nei registri degli Stati delle Anime delle parrocchie romane nella prima metà del Seicento. Al progetto partecipano alcuni giovani vincitori del concorso di Dottorato di cui S. Danesi Squarzina è coordinatore. Dirige la collana “Artisti, opere, committenti” presso l'editore Gangemi, dove ospita le tesi degli studenti migliori: si vedano le prefazioni a Decorazione e collezionismo a Roma nel Seicento. Vicende di artisti, committenti e mercanti , Roma 2003; La cappella Contarelli in San Luigi dei Francesi: arte e committenza nella Roma di Caravaggio , Roma 2005; F. Curti, Committenza, collezionismo e mercato dell'arte tra Roma e Bologna nel Seicento. La quadreria di Cristiana Duglioli Angelelli , Roma 2007. Di recente ha pubblicato Salvezza e caduta nell'arte moderna. Un inedito di Giuseppe Pagano , in Giulio Carlo Argan. Progetto e destino dell'arte , atti del convegno di studi, Roma 26-27-28 febbraio 2003, Roma 2006, pp. 53-61; Taccuini di viaggio di Adolfo Venturi , in Adolfo Venturi e la storia dell'arte oggi , pp. 55-62, Modena 2008; Gli affreschi dell'appartamento Riario nell'episcopio di Ostia antica , in Baldassarre Peruzzi, 1481 – 1536 , a cura di Christoph Luitpold Frommel, et al., Venezia, Marsilio, 2005., pp. 169-180; Sebastiano del Piombo: Rome and Berlin , in The Burlington magazine ,150.2008,1264,pp. 496-498. Nel 2007 ha ricevuto dall'Accademia Nazionale dei Lincei il Premio Internazionale “Prof. Luigi Tartufari” per la Critica dell'Arte. La commissione giudicatrice era composta dai soci nazionali Mina Gregori e Antonio Giuliano e dai soci corrispondenti Antonio Paolucci, Roberto Ciardi, Giuseppe Guarino.

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