Autore Topic: 033 - Pagine dal Diario di un Ragazzo felice - La caccia  (Letto 565 volte)

victor

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La caccia

Mio padre aveva un fucile e ogni tanto, quando andava in campagna, sparava a qualche uccello. A me piaceva andare a caccia con lui e in campagna lo seguivo per vederlo sparare a qualche allodola o qualche altro uccello. Qualche volta mi faceva sparare qualche colpo, in genere come tiro al bersaglio.

Quando compii 16 anni comprò un fucile calibro 28 ad un solo colpo e mi fece fare il porto d'armi. A quel tempo, come adesso, per avere il porto d'armi era necessario essere maggiorenni e la maggiore età si raggiungeva a 21 anni. Invece, con una assunzione di garanzia da parte di mio padre mi fu consentito di avere il porto d'armi a 16 anni.

Dapprima cominciai a sparare con quel fucile, ma poi quando assieme a massaro Alfio, la persona di fiducia di mio padre che badava all'agrumeto, andavamo a caccia mi permetteva di prendere il fucile più grande, un calibro 12 a canna doppia. Con quel fucile sono andato a caccia diverse volte. Il più delle volte ad uccelli, in genere allodole, altre volte ad uccelli acquatici, folaghe (ne ho uccisa qualcuna) ed anatre selvatiche (non sono riuscito a prenderne nessuna), altre volte a conigli. Non era tanto il piacere di uccidere la preda, quanto quello di andare a caccia in compagnia di altre persone. Era come un'avventura.

L'ultima volta che andai a caccia fu a conigli. Eravamo cinque o sei persone, avevamo alcuni cani ed anche un furetto. Arrivammo in una zona in cui si sapeva che c'erano i conigli. C'era una immensa siepe di rovi ed era risaputo che i conigli si nascondevano li dentro. I cani correvano di qua e di là ed abbaiavano. Ciò confermava che i conigli si erano nascosti da poco. Massaro Alfio mi disse, indicandomi un piccolo poggio soprelevato “mettiti lì che il coniglio uscirà dal buco lì sotto”. Seguii il suo consiglio e mi preparai. Presero il furetto e lo introdussero nella siepe dal lato opposto a cui mi trovavo io. I cani si agitavano e correvano di qua e di là, abbaiando. Tutti erano appostati in posti diversi, pronti a fare fuoco. Ad un tratto, proprio come aveva previsto massaro Alfio, dal buco sotto la siepe uscì un coniglio! Proprio pochi metri davanti a me ... presi la mira e feci fuoco ... lo centrai in pieno ... era un coniglietto piccolo piccolo ...

Da quel giorno non andai più a caccia.

Ma avevo la passione delle armi.

Cominciai a dilettarmi con il tiro a segno. Talvolta mi esercitavo a sparare con un revolver Smith e Wesson a tamburo calibro 38 di mio padre. Poi un giorno si spaccò il tamburo e mio padre lo fece piombare, in maniera che l’arma non potesse essere più usata in quanto era pericolosa. Avevo una carabina calibro 22 con il cannocchiale per la mira. Posizionavo delle bottiglie o dei barattoli di vetro a 200 metri di distanza e facevo il tiro al bersaglio: le bottiglie esplodevano a distanza colpo dopo colpo. Una volta mio padre che mi osservava disse “ora capisco come hanno ammazzato Kennedy”.

Poi comprai una rivoltella Colt Cobra calibro 45. Per intenderci il revolver della polizia americana derivato da quello di Buffalo Bill o dei cow boy. Ogni tanto la portavo in campagna e sparavo, ma non potevo sparare più di tre caricatori perché dopo 15 colpi mi faceva male il polso e la spalla, tanto era forte il contraccolpo. Poi comprai una Bernardelli, calibro 22 da tiro e di tanto in tanto andavo con un amico ad esercitarmi al poligono del tiro a segno.

Il duro impegno per l'acquisizione delle competenze, la passione e le doti personali creano eccellenza ... e distinguono il professionista dal lavoratore ... Victor