Autore Topic: L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura  (Letto 598 volte)

Annabel

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Trovo molto interessante e condivido quest'articolo di Marcello Veneziani. Purtroppo le conseguenze dell'egemonia di sinistra sta portando l'Italia e tutta l'Europa alla rovina.

L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura



L'intellettuale organico ha dissolto concetti, valori e modelli positivi lasciando la società in balia del conformismo e della volgarità


Ma è vera o falsa la leggenda dell'egemonia culturale di sinistra? Cos'era e cosa resta oggi di quel disegno di conquista e dominio culturale? In principio l'egemonia culturale fu un progetto e una teoria che tracciò Gramsci sulla base di due lezioni: di Lenin e di Mussolini, via Gentile e Bottai.

La tesi di fondo è nota: la conquista del consenso politico e sociale passa attraverso la conquista culturale della società. Poi fu Togliatti che, alla caduta del fascismo, provò su strada il disegno gramsciano e conquistò gruppi di intellettuali, spesso ex fascisti, case editrici e luoghi cruciali della cultura. Ma il suo progetto non bucò nella società che aveva ancora contrappesi forti, dalle parrocchie all'influenza americana, dai grandi mezzi di comunicazione come la Rai in mano al potere democristiano ai media in cui prevaleva l'evasione. La vera svolta avviene col '68: l'egemonia culturale non si identifica più col Pci, che pure resta il maggiore impresario, ma si sparge nell'arcipelago radicale di sinistra. Quell'egemonia si fa pervasiva, conquista linguaggi e profili, raggiunge la scuola e l'università, il cinema e il teatro, pervade le arti, i media e le redazioni.
In che consiste oggi l'egemonia culturale?

In una mentalità dominante che eredita dal comunismo la pretesa di Verità Ineluttabile (quello è il Progresso, non potete sottrarvi al suo esito). Quella mentalità s'è fatta codice ideologico e galateo sociale, noto come politically correct, intolleranza permissiva e bigottismo progressista. Chi ne è fuori deve sentirsi in torto, deve giustificarsi, viene considerato fuori posto e fuori tempo, ridotto a residuo del passato o anomalia patologica.

 Ma lasciamo da parte le denunce e le condanne e poniamoci la domanda di fondo: ma questa egemonia culturale cosa ha prodotto in termini di opere e di intelligenze, che impronta ha lasciato sulla cultura, la società e i singoli?
Ho difficoltà a ricordare opere davvero memorabili e significative di quel segno che hanno inciso nella cultura e nella società. E il giudizio diventa ancor più stridente se confrontiamo gli autori e le opere a torto o ragione identificate con l'egemonia culturale e gli autori e le opere che hanno caratterizzato il secolo. Tutte le eccellenze in ogni campo, dalla filosofia alle arti, dalla scienza alla letteratura, non rientrano nell'egemonia culturale e spesso vi si oppongono. Potrei fare un lungo e dettagliato elenco di autori e opere al di fuori dell'ideologia radical, un tempo marxista-progressista, se non contro.

L'egemonia culturale ha funzionato come dominazione e ostracismo ma non ha prodotto e promosso grandi idee, grandi opere, grandi autori. Anzi sorge il fondato sospetto che ci sia un nesso tra il degrado culturale della nostra società e l'egemonia culturale radical. I circoli culturali, le lobbies e le sette intellettuali dominanti hanno lasciato la società in balia dell'egemonia sottoculturale e del volgare. E l'intellettuale organico e collettivo ha prodotto come reazione ed effetto l'intellettuale individualista e autistico che non incide nella realtà ma si rifugia nel suo narcisismo depresso. Ma perché è avvenuto questo, forse perché ha prevalso un clero intellettuale di mediocri funzionari, anche se accademici?
Ci è estraneo il razzismo culturale, peraltro assai praticato a sinistra, non crediamo perciò che sia una questione «etnica» che riguarda la razza padrona della cultura. Il problema è di contenuti: l'egemonia culturale non ha veicolato idee, valori e modelli positivi ma è riuscita a dissolvere idee, valori e modelli positivi su cui si fonda la civiltà. Non ha funzionato sul piano costruttivo, sono naufragate le sue utopie, a partire dal comunismo; ma ha funzionato sul piano distruttivo. Se l'emancipazione è stata il suo valore fondante e la liberazione il suo criterio principe, il risultato è stato una formidabile, quotidiana demolizione di culture e modelli legati alla famiglia, alla natura, alla vita e alla nascita, al senso religioso e alla percezione mitica e simbolica della realtà, al legame comunitario, alle identità e alle radici, ai meriti e alle capacità personali. È riuscita a dissolvere un mondo, a deprimere ed emarginare culture antagoniste ma non è riuscita a generare mondi nuovi. Il risultato di questa desertificazione è che non ci sono opere, idee, autori che siano modelli di riferimento, punti di partenza e fonti di nascita e rinascita. L'egemonia culturale ha funzionato come dissoluzione, non come soluzione...


http://www.ilgiornale.it/news/legemonia-sinistra-ha-creato-deserto-e-lha-chiamato-cultura-1090970.html
« Ultima modifica: Febbraio 11, 2016, 00:20:50 da Annabel »

presenza

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Re:L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura
« Risposta #1 il: Febbraio 10, 2016, 22:40:12 »
Gentile Annabel, quale che siano le tue idee, il tuo credo e la tua formazione non puoi permettere che  diventino propaganda personale, specie in un sito di formazione letteraria quale è questo e per nulla politico.Ti riconosco la capacità di scrivere articoli socio - politici, ma qui diventano solo propagandistici e di parte proprio perché non c'è un confronto sullo stesso piano, marginale è l'interesse a fatti sociali, e non certo perché sono di scarsa rilevanza.
Qui gli autori postano brani di prosa, poesia, credono nel potere della parola combinata, che profuma di suoni, che fa letteratura insomma. Pertanto ti invito a rispettare questo tema, per non stravolgere la mission.
Grazie 

Annabel

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Re:L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura
« Risposta #2 il: Febbraio 12, 2016, 11:41:26 »
Gentile Presenza, da te non mi aspettavo questo appunto negativo, mi dispiace ma credo che questa volta ti sbagli o forse magari ti hanno mal suggerito. Mi spiace che tu dica che c'è propaganda politica proprio in questo post che parla di cultura. Occorre essere veramente super partes per valutare in maniera oggettiva. Non voglio adesso elencare tutti gli scritti di tipo o a sfondo politico di altri utenti del Forum (ce ne sono diversi), non voglio nemmeno ricordare che qualcuno ha addirittura intitolato un suo post in maniera negativamente critica col nome di un politico attuale, oppure intitolando e accostando, a suo personale giudizio, l'omofobia ai cattolici, cose che io non mi sono mai permessa di fare proprio per evitare la banale e inopportuna propaganda politica. A me piace, attraverso il ragionamento, mettere in luce la realtà dei fatti. Questo mio post penso c'entri in pieno con un forum letterario, quindi culturale, proprio perché parla di "vuoto culturale" prodotto, ahimè, da un pensiero di sinistra, evidenziandone in una bella sintesi le motivazioni; non vedo perché non si dovrebbe dirlo, credo ci sia ancora libertà di espressione in Italia. D'altronde quasi tutti gli scritti pubblicati dai vari utenti mostrano chiaramente le loro idee politiche di fondo, quando per fortuna ci sono... le idee. Bisogna scandalizzarsi quando le idee non ci sono.  La letteratura come altri settori della cultura dovrebbe mantenere la sua funzione critica nel veicolare idee e svilupparne di nuove, di trasmettere valori, oltre che emozioni, mia cara Presenza. Per quanto riguarda il contraddittorio, civile e costruttivo, non lo vieta nessuno, mi piacerebbe e ben venga, se non c'è vuol dire che chi legge si sente concorde con quanto scrivo oppure è indifferente o manca di capacità dialettica, di costrutto logico e credibile da contrapporre. Oltretutto ho inserito questo post nella sezione dedicata alle proprie riflessioni, pensieri, saggi su qualsiasi argomento... Purtroppo così agendo non si fa altro che alimentare quel vuoto culturale di cui si parla nell'articolo pubblicato.  Se poi questo è un Forum di autori di sinistra, bè allora ancor più mi dispiace, però credo sarebbe stato meglio metterlo per iscritto e avvisare che non si tollerano discussioni o post che gettino in qualsiasi modo discredito a quella parte politica. In tal caso toglierei subito il disturbo. Ma non lo trovo scritto da nessuna parte. 

presenza

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Re:L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura
« Risposta #3 il: Febbraio 12, 2016, 22:55:54 »
Gentile Annabel, s'impara a diventare super partes spostando il proprio punto di vista, mettendosi nei panni dell'altro e riconoscendo che tutti vogliamo la stessa cosa, dunque perché accusarci?
Ognuno ha le proprie ragioni, le proprie idee e il proprio credo, ma nessuno può dire che le proprie ragioni, le proprie idee, il proprio credo è in assoluto il più giusto rispetto a quello di altri. In campo politico non ci sono e non ci sono state forze giuste o sbagliate, o più giuste o più sbagliate tra le tante che si sono succedute, scempi, errori, vuoti culturali se ne sono fatti e probabilmente se ne faranno ancora, stare qui a rilevare cosa non è andato e cosa sì, chi ha più sbagliato e chi meno importa poco e solo per dimostrare i corsi e ricorsi storici.
Ciò che veramente conta è "fare letteratura", sì, proprio così, perché la letteratura non scende di livello, non parteggia, non punta il dito, non scredita chi e cosa, la letteratura parla agli uomini, a tutti, perché riconosce e conosce le condizioni, i desideri, le delusioni, le gioie, le amarezze, le tristezze dell'uomo.
E ognuno di noi gliene riconosce il valore, nel tempo immutabile e giusto, quello stesso che ci permette di ricostruire, sempre, ogni volta che per un motivo qualsiasi tocchiamo il fondo.
E dunque la scelta sta a noi: crogiolarci tutto il tempo tra pensieri accusatori o vivere guardando oltre e aiutando il mondo?
Pertanto sii libera di parlare, e scrivere tuttavia ricorda sempre che il tuo fastidio potrebbe essere fastidio per un altro, che il tuo sdegno potrebbe essere di sdegno per un altro, che se giudichi sarai giudicata.
A te sta la scelta, mia cara, io ti auguro la moderazione e la calma a procedere, virtù dei forti!

Annabel

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Re:L'egemonia di sinistra ha creato un deserto e l'ha chiamato cultura
« Risposta #4 il: Febbraio 14, 2016, 12:35:08 »
Egemonia della sinistra nell'ambito culturale che, per me che sono una persona di cultura, che ama la cultura, è insopportabile! Basti pensare al monopolio della sinistra nella Rai, e non parliamo poi di Rai 3!  Ho sempre amato ascoltare la radio e mi piace seguire gli argomenti culturali che trasmette Radio3, ma per ascoltarla sono costretta ogni giorno a sorbirmi un esasperante fastidioso sottile martellío di propaganda ideologica sinistoide, è quasi una tortura dover ascoltare in ogni occasione l'indirizzo volutamente di mentalità di sinistra. E non se ne può più!  Il popolo italiano non è tutto di sinistra, non lo è mai stato e mai lo sarà (almeno finché gli autoctoni saranno di più degli immigrati). È incredibile constatare quanto si industriano per manipolare sottilmente non solo le notizie ma qualsiasi fatto di attualità per servirsi di argomenti culturali e farne la loro propaganda ideologica e plagiare le menti. E si tratta di intere trasmissioni, interi programmi martellanti sempre in quell'unico senso. Dico, ma che male abbiamo fatto noi che siamo più critici, o non siamo schiavi dell'ideologia o semplicemente NON siamo di sinistra, per dover sopportare tutto questo? E poi mi costringono pure a pagare il canone sulla bolletta elettrica? Perché Radio 3 deve stare nelle mani della sinistra? È un'offesa prima di tutto alla stessa cultura, e poi ai tantissimi ascoltatori che non sono di quella ideologia. Non è giusto, non è democratico. Io voglio una Radio culturale super partes, o se non è possibile ne voglio un'altra di tendenza opposta così almeno potrei variare, cambiare e sentire più di quella solita campana. Non se ne può più di questo dilagante culturame "sinistro". E io faccio parte dunque di una minoranza inascoltata, o meglio, di una maggioranza che deve recitare la parte di minoranza rispetto all'egemonia di sinistra, quindi devo alzare la voce per manifestare il mio sdegno. A maggior ragione perché non tutti hanno il coraggio di farlo.
« Ultima modifica: Febbraio 14, 2016, 12:44:22 da Annabel »