Che tempo che fa… Parafrasando la nota trasmissione, riflessione su come vanno le cose.
Se qualcuno conoscendomi, mi sentisse dire che le cose vanno bene o ancor più semplicemente rispondere che andiamo avanti, avrebbe di che preoccuparsi di me. Non voglio apparire o meglio sottolineare, il solito e scontato pessimista convinto, corrotto e premunito dal destino avverso, colui che vede, progetta o ambisce al negativo. Nemmeno sorrido a questa esistenza che definisco sopravvivenza indotta, nella continua misura di ciò che può semplificate la vita, renderla agevole o più fortunata del prossimo tuo, sotto ogni profilo o aspetto. Questa è oggigiorno la realtà delle cose, di quanto ci permette di arrivare al traguardo di uno slalom quotidiano di problemi, rogne, intoppi, grane o simili. Non ho usato di proposito il termine “difficoltà” perché sebbene possa sembrare simile, è troppo ottimista, minimizza, falso e ambiguo, al servizio di troppi felici ipocriti di facciata, dal sorriso, buona parola e compassione a chiamata. Non mi sento di biasimarli in questa loro maschera, di imporgli o obbligarli a un aiuto onesto, concreto, dettato dall’umana solidarietà, di fermarsi, perché già loro stessi delusi, sconsolati, avviliti, demoralizzati dal tutto.