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Biografia Antonio Corsaro
Antonio Corsaro
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Padre Antonio Corsaro, poeta di statura internazionale e acuto saggista, nacque a Camporotondo Etneo (Catania) il 5 novembre del 1909 e morì a Catania il 18 agosto del 1995 per una cerebropatia vascolare. Il padre Ludovico, guardia di finanza, era andato con la moglie diciottenne e col figlio piccolissimo a Buenos Aires, ma vi morì schiacciato dalla vettura di un tram (lavorava come controllore della società tranviaria argentina). Ritornato a Camporotondo a casa del nonno, Antonio crebbe grazie al lavoro di sarta della giovane mamma (che dopo 15 anni sposò il fratello del marito, col quale ebbe altri due figli). Entrato nel 1921 nel Seminario di Catania, fu ordinato sacerdote nel 1933. Conseguita la maturità classica, s’iscrisse alla Facoltà di Lettere e Filosofia presso l’Università Cattolica di Milano ove si laureò con il massimo dei voti e la lode. In questo periodo coltivò lo studio di Valéry, Gide (che riuscì a incontrare e a conoscere), Claudel e Proust. Iniziava intanto a scrivere poesie caratterizzate da un ermetismo originale che s'ispirava a Montale e Ungaretti (del quale fu amico). Si dedicò anche alla traduzione di alcune poesie di Thomas Sterns Eliot e Mallarmé. Tra il 1936 e il 1937 frequentò i corsi universitari di Debrecen, visitò l’Ungheria - traducendo Szobolcska, Endre e Garay per l’antologia "Palpiti del cuore magiaro nella sua letteratura" - e andò poi a Vienna e in Polonia. Antimilitarista convinto, fu anti-fascista (rifiutò di partire per l'Etiopia come cappellano militare) e anti-franchista (parteggiò per la guerra civile spagnola). Nel 1938 ritornò a Catania per insegnare Lettere in Seminario; appartiene a questo periodo "Castello marino" (1941), una raccolta di poesie accompagnata da una lettera di Carlo Bo. Insieme a un gruppo di pittori e scultori catanesi, tra il 1943 e il 1944, produsse il periodico "Art Club" che si opponeva alle forme artistiche tradizionali; collaborò anche alla preparazione del volume "I grandi di Sicilia. Scritti celebrativi". All'amatissima mamma dedicò la piccola raccolta di poesie "La Vergine", pubblicata nel 1947 con disegni di Sebastiano Milluzzo. Nel 1948 uscirono i "Responsori", una raccolta in versi che si guadagnò la considerazione della critica: nel 1949 gli fu assegnato in Campidoglio il "Premio Roma". Dal 1950 iniziò a insegnare presso diversi licei cittadini e a collaborare con la terza pagina del quotidiano "La Sicilia". Pubblicava intanto la raccolta di riflessioni in prosa "Plurabella o delle immagini corali" (1950) e il dolente "Il Figlio dell’Uomo" (1951); Valerio Volpini inoltre lo inserì nella sua "Antologia della poesia religiosa contemporanea" (1952). Fu poi la volta dei «balletti liturgici» "Aaron" (1952) e "L’ombra del primo giorno,... sino al settimo" (1954). Tra il 1954 e il 1956 furono pubblicati "Responsorio dell’Avvento", "Responsorio della Passione", e "Responsorio magiaro". Nel 1955 diede alle stampe i due volumi di poesie "Pietra di solitudine" e "Antifone per una fanciulla santa". Nei primi anni '50 diresse la rivista letteraria "Cammino", alla quale affidò il suo Manifesto del Coralismo e alla quale collaborarono i più grandi intellettuali italiani (chiusa per il fallimento della casa editrice), e il periodico "Tutta Sicilia". Iniziò quindi a frequentare la Bibliothèque Nationale di Parigi e a collaborare col quotidiano cattolico parigino "La Croix" (la sua attività letteraria assunse allora respiro europeo). Nel 1959 fondò la rivista letteraria "Incidenza" che si proponeva di tentare un dialogo tra cattolici e marxisti (vi pubblicò alcuni frammenti di quello che uscì poi nel 1982 col titolo "Diario d’un prete sciolto"); quest'attività gli procurò contrasti con l'establishment cattolico istituzionale. Pubblicò in seguito la "Collana Poeti di Incidenza", partecipò alle attività culturali del "Circolo Artistico", e contribuì alla fondazione del "Piccolo Teatro di Catania". Gli anni '60 videro la traduzione in francese delle sue poesie da parte di Geneviève Burckhardt (che le incluse nell’antologia "Italie poétique contemporaine") e l'inserimento della sua raccolta poetica "L’isola dell’amore lunare" nella "Nuova collana di poesia contemporanea: Secondo Novecento" (1962), curata da Giacinto Spagnoletti. Nel 1967 divenne assistente di Letteratura italiana al Magistero di Perugia e pubblicò la traduzione di tutte le poesie di Mallarmé. Dal 1968 al 1982 insegnò Lingua e Letteratura francese presso l’Università di Palermo, e diede alle stampe: una traduzione di poesie di Claudel (1969); il testo in versi "Il potere è la morte (Narrazione per Camilo Torres)" (1972); numerosi saggi di critica letteraria, tra i quali "Astrattismo nella poesia francese del Seicento e altri studi" e "Ritratto come quartina (con lettere inedite di Denis Morcau)" (1968), "Il nuovo romanzo francese" (1970), "Forma e immagine - Studi su Villon, Pascal e Proust" (1971), "Su Beckett" e "Il nuovo teatro francese" (1973); e le sapienti traduzioni di "Mouchette" di Georges Bernanos (1980) e di "Eva" di Charles Péguy (1982). Per il teatro scrisse "Pluto (pasticciaccio aristofanesco)" (1978) e "Le uova fatali della gallina volante", "Operetta solubile nel fuoco" e "Commissario, ho fame, mi arresti!" (1980). Con la carriera accademica, iniziarono nuove e fruttuose collaborazioni con l’Università di Dublino e con la Columbia University. Tra le sue ultime opere sono da ricordare la "Storia dei papi" in 303 quartine (1982), "Il Real Collegio Capizzi di Bronte", e il volume in versi "Quartine cloniche" (1993). Fu anche il teorico del "Verticalismo" (movimento artistico fondato negli anni '70 dal maestro Salvatore Commercio) e negli anni '90 della corrente denominata "Universalismo". Cattolico anarchico ma quasi mistico, padre Corsaro è stato uno spirito originale e polemico, un pensatore dalla forte tensione spirituale, un sacerdote volto al divino ma disobbediente nei confronti dei compromessi della gerarchia ecclesiastica, un superbo Maestro, e un poeta sensibilissimo.

Di Silvia Iannello

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