| Biografia Thomas Kanger |
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Thomas Kanger (1951, Uppsala, Svezia), scrittore e giornalista, sposato con Hong Vu, Phd all’Università di Westminster di Londra, attualmente si divide tra Stoccolma, Londra e Hanoi. Ha vissuto in California (a Palo Alto e a Berkley), a Nuova Delhi e a Gerusalemme. Il primo giallo lo ha scritto nel 2001 e da allora i suoi romanzi sono tradotti in oltre dieci lingue. Nel 2011 ha pubblicato Drakens år (L’anno del Dragone), e Gränslandet, uscito nel 2007, è stato selezionato in Francia per il premio 'Le Prix du Polar Européen'. Ha inoltre scritto libri di inchiesta: Mordet på Olof Palme (t.l. L’omicidio di Olof Palme), nel 1987, e Kommunistjägarna (t.l. I cacciatori di comunisti) nel 1990. Come giornalista, Kanger ha lavorato, fin dagli anni Ottanta, per molti giornali e televisioni. Dal 2002 ha realizzato molti reportage, tra i quali uno sugli abusi fisici e mentali a cui, negli anni dal 1955 al 1975, sono stati sottoposti i bambini nelle cosiddette “children’s home”. Grazie a questo lavoro, che ha avuto grande eco internazionale, il governo svedese ha aperto un’inchiesta. Ha iniziato a scrivere libri per passione, che poi si è trasformata in amore. Il romanzo d’esordio, La prima pietra, è nato dall’esigenza di rendere nota una storia vera, di incendi dolosi e omicidi, per la quale non era possibile usare una forma più documentaristica. «A mio parere la storia era troppo bella per non farne nulla. Ho deciso di trasformare tutto il materiale che avevo in un romanzo di finzione e ho inventato il personaggio di Elina Wiik». Da allora il sergente di polizia Elina Wiik è la protagonista dei suoi racconti. Trentenne, vive a Västerås, una tipica cittadina svedese. Donna testarda, è sempre in conflitto con i suoi superiori, che, a loro volta, la usano per biechi giochi di potere. Metodica nel lavoro, si fida tantissimo delle proprie intuizioni, che spesso la portano a risolvere i casi. «In un romanzo criminale - dice Kanger - non si hanno limiti o confini. E se questo da un lato può essere un peso, è anche una grande opportunità. Scrivere romanzi criminali è come suonare il blues. Bisogna tenere presenti pochissimi punti: chi ha commesso l'omicidio, perché l’ha fatto e come è stato risolto il delitto. Come i tre accordi del blues. Il resto sta alla bravura dello scrittore».
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